Economia
Pechino punta su tech e mercati: Wu delinea la strategia per la “potenza finanziaria”
Il nuovo responsabile dei controlli sulla Borsa cinese vuole un mercato ben regolato, ma anche in crescita, per venire incontro ai desideri di investimento nell’industria del presidente Xi
Il massimo regolatore del mercato finanziario cinese ha dichiarato sabato che “stabilizzare il mercato, stabilizzare la fiducia e stabilizzare le aspettative” sono le priorità del governo per garantire un migliore accesso al capitale per le tecnologie di punta. Una nuova dichiarazione a favore di un mercato finanziario in Cina non sicuramente birllante.
Wu Qing, che ha assunto la guida della Securities Regulatory Commission un anno fa, quando i mercati azionari cinesi stavano scivolando, ha dichiarato che le autorità di regolamentazione hanno lavorato per ripristinare la fiducia dalla fine di settembre, quando Pechino ha varato una serie di misure di stimolo.
Queste misure, ha detto Wu, sostengono l’obiettivo del presidente Xi Jinping di rendere la Cina una “potenza finanziaria” e di creare opportunità di finanziamento sul mercato dei capitali per le aziende con tecnologie innovative.
“Nel mondo di oggi, la finanza è un campo di battaglia per le grandi potenze”, ha dichiarato Wu nelle osservazioni pubblicate da Qiushi, la pubblicazione politica ufficiale del Partito Comunista Cinese.
L’indice cinese delle blue-chip CSI300 è salito di oltre il 20% da quando Pechino ha presentato gli stimoli monetari e fiscali a fine settembre, anche se il mercato ha perso più della metà dei guadagni iniziali.
Molti investitori d’oltreoceano vogliono maggiore chiarezza sui piani del presidente americano Donald Trump per la Cina e sulla risposta di Pechino.
Venerdì Trump ha dichiarato che avrebbe imposto dazi del 10% sulle merci provenienti dalla Cina e del 25% sulle importazioni da Canada e Messico. Tuttavia, in un’intervista a Fox News andata in onda giovedì, aveva detto di ritenere di poter trovare un accordo con la Cina sul commercio. Probabilmente quesi dazi sono proprio un metodo per mettere un po’ di pressione su Pechino, ma intanto creano tensioni.
Nel suo saggio, Wu ha affermato che l’attenzione per i mercati dei capitali in Cina si è spostata dall’“espansione di scala” a un sostegno più mirato per le tecnologie chiave, in linea con la priorità di Xi per lo sviluppo di industrie come l’intelligenza artificiale, le bioscienze, la robotica e altre che il presidente ha definito “nuove forze produttive”.
Il regolatore ha affermato che, nonostante le dimensioni dei mercati azionari e obbligazionari cinesi – i secondi più grandi al mondo – e il numero di società quotate in borsa, non c’è abbastanza sostegno finanziario per l’innovazione.
“La struttura non è ragionevole. Il contenuto scientifico e tecnologico delle società quotate in borsa è troppo basso e il mercato non ha svolto appieno il suo ruolo di sostegno all’innovazione e all’innovazione industriale”, ha dichiarato.
L’apporccio di Wu e di Xi però rischia di creare un surplus di produzione interna che non trova più sfogo sui mercati internazionali e che potrebbere perfino rednere più fragile l’economia.
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