Attualità
Pechino produce, Bruxelles affonda: il dumping cinese soffoca l’Europa, ma la Cina si giustifica
C’è una crescita della produzione industriale cinese non assorbita dalle vendite al dettaglio del Paese, ma Pechino afferma che non è colpa sua se l’Europa è invasa da prodotti, ma degli USA che non comprano…
La Cina ha un problema: produce molto di più di quanto consuma. Solo che la vittima di questa situazione è l’Unione Europea.
Oggi sono stati pubblicati i dati sulla produzione industriale e sono molto positivi. La produzione industriale cinese si è espansa del 6,7% su base annua nell’aprile 2024, al di sopra delle previsioni del mercato del 5,5%, più velocemente rispetto al guadagno del 4,5% del mese precedente. Per quanto i dati cinesi siano da prendere con un po’ di prudenza.
Le attività nel settore manifatturiero (7,5% contro il 5,1% di marzo), nei servizi di pubblica utilità (5,8% contro il 4,9%) e nel settore minerario (2,0% contro lo 0,2%) hanno tutte accelerato grazie alle continue misure di sostegno da parte del Governo.
Per quanto riguarda i settori industriali, la produzione è accelerata per computer e comunicazioni (15,6% vs 10,6% a marzo), tessile (6,6% vs 2,5%), macchinari e attrezzature elettriche (5,8% vs 4,8%), prodotti chimici (12,3% vs 9,1%), metalli non ferrosi (11. 4% vs 11,2%), elettricità (2,0% vs 11,2%), servizi pubblici (2,0% vs 4,9%) e industria mineraria (2,0% vs 0,2%). 4% vs 11,2%), l’industria di produzione e fornitura di elettricità e calore (5,7% vs 4,9%) e le automobili (16,3% vs 0,9%), mentre sono in ripresa il carbone, l’industria mineraria e il lavaggio (1,5% vs -1,6%) e le attrezzature generali (3,7% dopo essere rimasti fermi a marzo).
Ecco il relativo grafico
Ora mettiamo questo grafico a confronto con quello delle vendite al dettaglio in Cina, con l’andamento anno su anno, per lo stesso periodo. La crescitam come vedete, è pi bassa e ad aprile è solo del 2,2%
Appare evidente che lo stimolo del governo agisca con efficacia sulla produzione, ma non sulle vendite al dettaglio, per cui si viene a creare un eccesso di produzione, che va a finire sui mercati internazionali, soprattutto quello europeo, invadendolo.
Una mossa non voluta del governo cinese? Improbabile
Per evitare delle contromosse sotto forma di dazi, soprattutto dopo che gli USA hanno annunciato l’innalzamento delle tariffe, la Cina sta cercando di far passare il messaggio che l’eccesso di capacità produttiva non è voluto.
Su SCMP, media vicino alle fonti del ggoverno, un ex inviato belga presso l’Unione Europea, il diplomatico di lunga data Jean de Ruyt ha affermato che l’UE deve rimanere impegnata con la Cina, nonostante le divisioni sul commercio e sulla guerra in Ucraina.
De Ruyt, che è co-presidente del Centro Europa-Asia con sede a Bruxelles, ha affermato che la questione della “sovraccapacità” della Cina non è un tentativo deliberato di tagliare i concorrenti occidentali.
“Il motivo per cui c’è una sovrapproduzione… non è perché i cinesi vogliono infastidire gli europei, ma è a causa della riduzione dei consumi a livello locale, a causa della pandemia”, ha detto de Ruyt, che è anche un ex ambasciatore presso le Nazioni Unite e la NATO, al Post a margine del Global Prosperity Summit di Hong Kong martedì. “Ma il risultato c’è. Se si va in Belgio, nei porti del Mare del Nord, c’è un enorme parcheggio dove abbiamo visto migliaia e migliaia di auto elettriche cinesi… quindi è un problema… e la Commissione Europea ha dovuto reagire a questo”.
De Ruyt ha detto che l’UE si trova ora in una “situazione molto delicata” a causa dell’instabilità e dell’imprevedibilità portate dalla guerra in Ucraina e da un possibile ritorno dell’ex Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, mentre i politici sono anche più propensi a rischiare di usare misure “protezionistiche” con l’avvicinarsi delle elezioni parlamentari del blocco.
Insomma secondo l’ex diplomatico belga, che ora lavora per il miglioramento dei rapporti cino europei, la colpa della sovraproduzione e dell’invasione dei prodotti cinesi non è colpa della Cina, ma degli USA. Una spiegazione che francamente, fa un po’ ridere e si poteva
La scelta di incentivare la produzione e non i consumi è una scelta politica del governo di Pechino. Per ridurre la sovraproduzione basterebbe incentivarla di meno, e per aumentare i consumi sarebbe sufficiente ridurre la tassazione indiretta sugli stessi, oppure, banalmente, produrre dei beni più apprezzati dal mercato locale.
Quella di sovraprodurre e caricare navi portacontainer di prodotti che poi, in parte, finiscono nei magazzini o nei piazzali, invenduti, è una scelta di politica industriale del governo che preferisce incentivare il dumping di prodotti piuttosto che correggere la rotta industriale
Forse perché se si iniziasse a produrre solo per il mercsato cinese, si aprirebbero le porte a una crisi economica che potrebbe portare all’instabilità sociale interna. Allora meglio cercare di destabilizzare gli altri che, intanto, non sono altro che ignavi o comprabili.
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