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Pasticcio crediti al carbonio: Shell cede il doppio dei crediti di carbonio rispetto ai risparmi di CO2

In Canada la Shell ha venduto per otto anni il doppio di crediti per la cattura di carbonio rispetto all’effettiva cattura di carbonio, il tutto con l’autorizzazione del governo della provincia. Una vera e propria truffa legale

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CO2, simbolo chimico dell'anidride carbonica

Il pasticcio, o la truffa, dei crediti al carbonio in Nord America continua. Il capitolo più recente dell’iniziativa ‘verde’ è derivato dalla scoperta che la multinazionale Shell ha venduto crediti di carbonio ‘fantasma’ che erano il doppio del volume di emissioni che l’azienda ha effettivamente evitato, secondo il FT.

Secondo quanto riferito, Shell ha venduto milioni di crediti di carbonio, legati alla rimozione di CO₂, alle principali aziende canadesi di sabbie bituminose, nonostante i dubbi sulla validità delle riduzioni di emissioni dichiarate. Il tutto per otto anni.

Crediti al consumo concessi a Shell. In rosso la parte non corrispondente effettivamente ai risparmi nelle emissioni di CO2

Keith Stewart di Greenpeace Canada ha commentato: “Vendere crediti di emissione per riduzioni che non sono mai avvenute… peggiora letteralmente il cambiamento climatico”, ma mostra anche la grande falsita di tutto questo sistema.

Nell’ambito di un’iniziativa di sovvenzione da parte del governo provinciale dell’Alberta per sostenere l’industria, Shell è stata autorizzata a registrarsi e vendere crediti di carbonio doppi rispetto alla quantità di emissioni presumibilmente evitate dal suo impianto di cattura del carbonio Quest dal 2015 al 2021. Tuttavia, questa sovvenzione è stata eliminata gradualmente entro il 2022.

Di conseguenza, Shell è riuscita a registrare 5,7 milioni di crediti che sono stati poi venduti ai principali produttori di sabbie bituminose, tra cui Chevron, Canadian Natural Resources, ConocoPhillips, Imperial Oil e Suncor Energy.

Il Ministero dell’Ambiente dell’Alberta ha dichiarato che lo schema di supporto dei crediti non ha portato a “emissioni aggiuntive” da parte degli inquinatori industriali. Certo, ma ha falsato tutto il sitema di crediti al carbonio.

Le aziende energetiche a livello globale, comprese quelle canadesi, stanno chiedendo un maggiore sostegno da parte del Governo per le iniziative di cattura e stoccaggio del carbonio. L’Alberta, nota per le sue vaste risorse petrolifere ad alta intensità di carbonio, ha visto un’impennata nella produzione, ostacolando gli sforzi del Canada per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni.

Il rapporto del Financial Times ha notato che l’impianto Quest, gestito da Shell Canada e co-proprietario di Canadian Natural Resources, Chevron e Shell Canada, è parte integrante del complesso di lavorazione e raffinazione di Scotford. Presso Quest, la CO₂ viene estratta durante la produzione di gas idrogeno, fondamentale per convertire il bitume delle sabbie bituminose in petrolio greggio sintetico.

Impianto della Qest nell’AlbertaIn Canada l

Il Canada offre incentivi sostanziali per i progetti CCS (cattura del Carbonio), ma la redditività dell’industria rimane difficile. Il rapporto annuale di Quest ha rivelato un costo totale di 167,90 dollari per tonnellata di carbonio evitata nel 2022, rispetto al prezzo del carbonio di 50 dollari previsto dall’Alberta per i principali emettitori industriali. La cattura costava tre volte in più di quanto sovvenzionato.

Impianto della Shell

I documenti ottenuti da Greenpeace Canada, condivisi con il Financial Times, hanno rivelato che Shell ha inizialmente cercato un accordo tre per uno sui crediti di carbonio di Quest. L’Alberta ha introdotto uno schema due per uno nel 2011, esclusivamente per gli impianti operativi entro la fine del 2015, come Quest. L’incentivo è diminuito a tre quarti di credito entro il 2022 e alla fine è stato eliminato con l’aumento dei prezzi del carbonio. Praticamente invece che dare più crediti al carbonio, ha deciso di dare loro maggior valore, ma alla fine

“Alla fine della giornata, il settore del petrolio e del gas e le aziende delle sabbie bituminose in particolare, devono darsi da fare per ridurre le emissioni”, ha concluso Jonathan Wilkinson, Ministro dell’Energia e delle Risorse Naturali del Canada.


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