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Parola di filosofo: l’Unione è finita e andrà tutto bene

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Per fortuna che ci sono I filosofi. E per fortuna che c’è Massimo Cacciari. Gli antichi greci avevano Epicuro, per esempio. D’accordo, non è la stessa cosa, ma bisogna accontentarsi. Stiamo a quanto la filosofia di ogni tempo può darci: il “medicamentum” spirituale, la consolazione; somministrarci pace e tranquillità contro le paure del vivere. E il buon Epicuro ci sapeva fare, signori. Pensate: aveva persino inventato il “quadrifarmaco” con cui ti mondava dai quattro grandi terrori di allora: gli dei, la morte, i desideri insaziabili e il male fisico. E lo faceva con poche parole. Tu le leggevi, le meditavi, ci ripensavi e guarivi.

Oggi Cacciari ci risana – con la stessa rapidità di un monito epicureo dalla morte, o del Brufen dall’emicrania (se preferite) – da una paura peggiore del decesso: che, cioè, la UE possa resistere alla tempesta del Covid-19. Perché, ve lo confesso, ogni tanto, in queste settimane di passione, qualche dubbio mi viene: magari l’agognata disgregazione non ci sarà, magari il crollo definitivo (e tombale) del Grande Sogno verrà rimandato, magari l’Unione, l’euro, l’Inno alla gioia e la babelica Eurotower la scamperanno ai danni collaterali dell’epidemia. Ma poi arriva Cacciari e sistema tutto: “Il coronavirus è la pietra tombale sull’integrazione europea”. Tombale, capite? Se gli aggettivi hanno un senso – e, per un bravo filosofo, gli aggettivi hanno sempre un senso – significa morte definitiva e certificata dell’Unione.

Non foste confinati in casa, dovreste uscire a sparare tutti i mortaretti avanzati dal San Silvestro scorso. D’accordo, c’è da gestire il Coronavirus, ma – se Dio vuole – dopo il dannato picco, la situazione potrebbe (anzi, dovrebbe) tornare alla normalità. Di più, ragazzi. Se Cacciari ha ragione, come Epicuro aveva ragione, non torneremo solo alla normalità. Torneremo anche alla libertà. Fine di un incubo. Ci verrà da cantare, con il grande Lucio: “Sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno, ogni Junker scenderà dal suo trono e anche gli Stati faranno ritorno”. Però, calma e gesso, gente. Toccatevi dove bisogna, perché con i filosofi si ha da fare attenzione. Tanta attenzione.

In effetti (lo ammetto), io ho tradito un po’ il pensiero di Cacciari. È vero che lui profetizza, con cupo sgomento, la fine dell’Unione. Ma, in realtà, auspica l’esatto contrario. E siccome gufare da soli non è come gufare in compagnia, il nostro ha trovato altri raffinati intelletti con cui condividere le ansie. Perché i grandi studiosi si muovono sempre in sincrono, come gli omini del calcio Balilla. E così Cacciari ha firmato un terrificante “appello libero per un’Europa più unita” insieme a Guido Alpa, Massimo D’Alema, Giovanni Castellaneta, Vincenzo Scotti.

Evidentemente, a questi finissimi Maestri di pensiero, i danni economici, finanziari e sociali (quasi irreparabili) di un trentennio di globalizzazione selvaggia e di neoliberismo a gogò non bastano mica. Così come non gli è bastato un trentennio di derive unioniste autocratiche e anticostituzionali. Loro auspicano, ancora e a dispetto di tutto, più Europa! Noi saremmo tentati di auspicare meno intellighenzia, ma ci asteniamo. Faremmo torto al Cacciari più autentico, al filosofo vero, all’impareggiabile metafisico. Quello in grado di infonderci salute, speranza e fiducia nel domani. Crediamogli e ripetiamolo insieme: l’Europa è finita e andrà tutto bene.

Francesco Carraro

www.francescocarraro.com


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