Euro crisis
Paradigma 3: l’EU ed il mondo degli economisti sapevano almeno dal 2010 che l’austerità avrebbe causato un peggioramento del rapporto Debito/PIL, perché si continua ad imporla?
Siamo arrivati all’ultimo miglio della saga greca e dunque all’inizio della fine per l’euro; dunque, dobbiamo moltiplicare gli sforzi, o adesso o mai più. All’uopo la decisione di riassumere in pochi paradigmi la situazione economica italiana post crisi del 2008, direi dal 2010 in avanti. In questo intervento vorrei porre in dovuto risalto che il circuito degli economisti europei costituito da www.voxeu.org , a cui apportano anche i famosi Giavazzi ed Alesina e nel cui board c’è nientepopodimeno che Tito Boeri (membro del PD milanese e attuale presidente INPS – voxEU.org ha il supporto dell’Unione Europea, vedasi nota in calce), già nel 2010 aveva posto in risalto che un’eventuale svalutazione dei fattori produttivi interni/Internal Devaluation (per altro in Italia tale aspetto è peggiorato da un contemporaneo inasprimento della tasse) avrebbe creato un peggioramento del rapporto debito/PIL, causando un buco di bilancio che poteva essere compensato solo da un piano B europeo atto a dare la stura ad investimenti infrastrutturali in grado di determinare l’opportuno volano finalizzato ad evitare di cadere in una forma di depressione prolungata, diciamo anche un’asfissia economica (…).
E questo unitamente ad una moratoria non solo negli interessi da pagare ma anche nella sostanza del debito. Il tutto è ben riassunto nell’articolo di 2010 di seguito presentato*. In maggior dettaglio nell’articolo si afferma che per economie con rapporto debito/PIL maggiore del 100% una svalutazione interna [riduzione del costo dei fattori produttivi, ossia abbassamento degli stipendi o del CLUP per intenderci, Costo del Lavoro per Unità di Prodotto] ad es. del 20% si traduce in aumento del debito del 20%, ossia secondo questo studio l’austerità semplicemente non fa altro che peggiorare il debito, il che costringe lo Stato in un secondo tempo a rientrare del debito, ossia svendere/privatizzare, ad impoverirsi, ad intaccare la radice aziendale e manifatturiera, e dunque si peggiora la crisi finendo per diventare schiavi del debito detenuto guarda caso da coloro che impongono l’austerità, e qui spieghiamo perché la Grecia NON può accettare ulteriore austerità, ne va del diventare schiavi o meno. Ossia, tutto scritto, tutto vaticinato anche da organi legati all’EU.
Vi basta? Interessante che già nel 2010, in tempi non sospetti, si sia dato risalto all’incapacità europea di impostare piani B che andassero anche verso un taglio del debito, ossia proprio quello che oggi la Grecia vuole dai creditori (per la precisione, come da noi ipotizzato, è stata ventilato sugli organi di stampa la richiesta ellenica di un haircut del 50% per il proprio debito detenuto dai creditori europei, penso trattabile fino al 40%, ndr].
Dunque, il dubbio è questo: visto che ben si sapeva come una svalutazione interna simile a quella che stanno perseguendo i governi da Monti in avanti dietro diktat europeo (unitamente ad un aumento delle tasse e comunque del rigore e quindi peggiorando ulteriormente la situazione, con il fine di facciata di ridurre il debito) avrebbe determinato l’asfissia economica, perché si persevera nell’errore? E questo vale soprattutto per l’Italia, in quanto per fortuna avremmo come esempio i tragici errori dell’austerità sui conti greci [la Spagna che oggi vediamo strombazzare un minimo di ripresa ha fatto deficit oltre il 5% del PIL fino all’anno scorso a partire dal 2008, situazione simile anche per l’Irlanda!]: ad es. per la Grecia si era già posto in evidenza che gli effetti del rigore, leggasi maggiori tasse e/o minori trasferimenti stavano avendo un moltiplicatore fiscale maggiore di 1, ossia per ogni punto di “rigore” si riduceva il PIL in misura superiore al rigore imposto. Ossia, si aumentava il rapporto debito/PIL invece di ridurlo!!!
Il vaticinio di questo errore marchiano arriva nientemeno che da Olivier Blanchard**, ex capo economista dell’FMI nel celeberrimo studio tecnico citato in calce, economista poi dimissionatosi (mah, chissà cosa lo ha spinto alle dimissioni…). E per non parlare delle stesse dirette ammissioni di Mme Lagarde***, direttrice dell’FMI, mea culpa ripresa da quasi tutti i giornali escludendo probabilmente – almeno nell’enfasi che avrebbe meritato – quelli italiani.
Oggi l’Italia è imprigionata nella spirale del rigore euroimposto e nella svalutazione interna dei fattori produttivi, rigore per altro asimmetrico in quanto sta risparmiando i poteri ex coloniali europei, mi riferisco alla Francia che sta bellamente sforando il limite del deficit al 3% mentre all’Italia non vengono concesse deroghe (sotto certi versi anche alla Spagna è stato concesso qualcosa di impensabile rispetto a quanto permesso all’Italia – se non ci credete vedete che deficit han fatto Spagna e Francia negli ultimi anni, fosse stato permesso a noi di fare la metà di quello che ha fatto Madrid [scala a destra] non saremmo qui a parlare di crisi, giammai…).
La vera domanda è perché si perseveri nell’errore. Tanto per dare una risposta chiara al quesito, chi scrive – e non solo – razionalmente ritiene che ci siano tutte le prove che esista un piano ben congegnato, pericolosissimo per la libertà dei cittadini europei non germanofoni. Mi spiego meglio, nel 2011 c’è stato un colpo di Stato in Italia e chi scrive ritiene sia stato ordito all’estero. Parimenti, temo che esista una sponda interna in Italia costituita certamente dai poteri forti che hanno interesse a preservare il proprio patrimonio convertito da lire in euro in un ambito di crisi economica epocale, dunque avallando la moneta unica. Ho anche il dubbio, potrei anche dire il terrore, che alcune delle inchieste giudiziarie mediatiche che hanno interessato aziende ex di Stato strategicamente importanti siano il necessario viatico (posso dire lo strumento) per venderle, guarda caso sempre allo straniero, proprio come capitò con Tangentopoli e le privatizzazioni di fine millennio [ed ora capita a Saipem e Finmeccanica; già G. Falcone mise in risalto i rischi nell’asservimento della magistratura e della sua struttura legal/operativa a centri di potere occulto, alcuni autori hanno recentemente agggiunto il termine “stranieri”******]. L’Italia è SIA un paese ricco con sostanza da “succhiare” CHE il primo competitor manifatturiero della Germania, ossia un temibile/ambito soggetto a cui appiopppare una cura di rigore diciamo particolare, o almeno i fatti sembrano andare in questa direzione. Aggiungiamoci il contesto geostrategico continentale in cui stiamo certamente rivedendo un tentativo di risurrezione della Germania in veste di dominatore europeo, andando incontro alle ambizioni storiche del popolo teutonico: oggi la Germania è l’unico paese che rivede al rialzo le stime di crescita mentre gli altri membri EU soffrono….
A quando la decisione dei popoli europei di non permettere che solo un paese – o comunque pochi paesi – si avvantaggi della costruzione europea incentrata sulla moneta unica? Spero che sia chiaro a tutti che a causa del rigore nei conti l’Italia è entrata in una nuova forma di fascismo fiscale finalizzato al pagamento del debito [imposto dall’europa], con tutte le conseguenze in termini di libertà dei cittadini e limitazione nel rispetto del diritto da parte dello stato, il cd. diritto asimmetrico, tipico sintomo dei regimi autoritari come insegnato da Paxton.
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Per mera proprietà transitiva sono portato a dedurre che l’Europa, questa Europa, avalla il fascismo [oggi il destino dei periferici] a vantaggio soprattutto dei poteri ex coloniali. In effetti non c’è da stupirsi, come dedotto da report dell’intelligence USA desecretati**** l’EU e l’euro attuale sono stati un’invenzione nazista, uno strumento teorizzato da W. Funk nel suo celeberrimo studio per un’Europa comune da applicare successivamente alla vittoriosa campagna militare europea di 70 anni or sono****, fino a spingere direttamente stimati organi di stampa di larghissima diffusione ad affermare che il corrente progetto europeo era precisamente il piano nazista finita la vittoriosa guerra in Europa*****. Ed in quest’ottica forse oggi stiamo solo ripartendo da un punto in cui ci eravamo “inopinatamente” fermati in un periodo storico diventato difficile, o almeno questo è quanto in Germania ritengo si stia pensando. Peccato che in mezzo ci sia una persecuzione razziale senza paragoni nella storia dell’uomo e qualche milione di morti certi a cui andranno aggiunti i morti probabili – per stenti – come risultato collaterale di una crisi che in assenza di veri correttivi rischia di durare decenni.
Questo è il mio piccolo contributo alla causa: spiegare le contraddizioni insite nell’Europa attuale dell’euro austero a vantaggio tedesco sperando in questo modo in una reazione. E chiarendo bene le responsabilità, ad uso dei posteri. Che non sia mai che un giorno si apra un processo serio se non ai mandanti almeno agli esecutori, come è buona tradizione in Italia. Ed io fossi nei panni di Mario Monti ed anche della sua stirpe non dormirei sonni tranquilli.
Mitt Dolcino
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* “The ‘original sin’ in the Eurozone”, Giancarlo Corsetti [University of Cambridge and Programme Director, CEPR], 09 May 2010, voxEU.org – http://www.voxeu.org/article/eurozone-s-original-sin
o anche il Nobel Prize P. Krugman, “Austerity and the Costs of Internal Devaluation”, NYT , February 22, 2015
** “Growth Forecast Errors and Fiscal Multipliers”; Olivier Blanchard and Daniel Leigh, WP/13/1, IMF paper, January 2013
**** US Intelligence Report EW-Pa 128; vedasi anche la traduzione del documento ufficiale del progetto di W. Funk “The Europäische Wirtschaftsgemeinschaft” – Berlin 1942, (The European Economic Community – Berlin 1942) – http://homepage.ntlworld.com/lee.riley/Notices/EWG.pdf
***** “The EU was HITLER’S idea and it proves Germany WON the Second World War, claims new book” By Owen Bennett – Political Reporter, Thu, Apr 17, 2014 – http://www.express.co.uk/news/world/470967/The-EU-was-HITLER-S-idea-and-it-proves-Germany-WON-the-Second-World-War-claims-new-book
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