Seguici su

Idee & consigli

Oro e argento ai massimi: vale la pena investire ora?

Pubblicato

il

Lingotti di oro e argento
Lingotti di oro e argento (© depositphotos)

Il prezzo dell’oro ha vissuto un’ascesa spettacolare nell’ultimo anno. Dopo aver superato la soglia psicologica dei 2.000 dollari l’oncia nel 2023, il metallo giallo ha continuato la sua corsa raggiungendo e superando i 4000 dollari, con punte che in alcuni momenti hanno sfiorato i 4.300 dollari. Questo rappresenta un aumento di oltre il 150%  rispetto ai minimi del 2022, quando l’oro aveva toccato circa 1.620 dollari durante la fase di rialzo aggressivo dei tassi di interesse da parte delle banche centrali. Per avere una prospettiva storica, solo dieci anni fa l’oro quotava intorno ai 1.200 dollari; venti anni fa si aggirava sui 400 dollari.

L’argento, spesso definito “l’oro dei poveri” per il suo prezzo più accessibile, ha vissuto una dinamica simile anche se con volatilità maggiore tipica di questo metallo. Dai minimi sotto i 18 dollari l’oncia del 2022, l’argento è balzato oltre i 50 dollari, con alcuni analisti che prevedono un possibile assalto alla soglia dei 55-60 dollari se le condizioni favorevoli persistono. L’argento ha duplice natura (metallo prezioso e industriale), rendendolo più reattivo ai cicli economici rispetto all’oro ma anche potenzialmente più esplosivo in fasi di rally.

I fattori che hanno alimentato questo rally sono molteplici e convergenti. L’incertezza geopolitica è catalizzatore primario: la guerra in Ucraina, le tensioni in Medio Oriente, le frizioni USA-Cina spingono investitori istituzionali e banche centrali a diversificare riserve aumentando allocazione in oro fisico. Le banche centrali dei mercati emergenti (Cina, India, Turchia, Russia) hanno accelerato acquisti di oro per ridurre la dipendenza dal dollaro e diversificare le riserve. Nel 2023-2024 gli acquisti di oro da parte delle banche centrali hanno raggiunto livelli record pluridecennali, creando domanda strutturale robusta.

L’inflazione, sebbene scesa dai picchi del 2022, resta superiore agli obiettivi delle banche centrali in molte economie. L’oro è tradizionalmente considerato protezione contro erosione del potere d’acquisto: quando la moneta fiat perde valore, l’oro tende a mantenere il potere d’acquisto reale. Le aspettative di tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve e altre banche centrali rendono l’oro più attraente: quando i tassi scendono, il costo opportunità di detenere oro (che non paga interessi) si riduce, aumentandone l’attrattività relativa rispetto a bond.

Di fronte a questo rally, l’investitore si trova davanti a dilemma classico: entrare ora rischiando di comprare al picco, o restare fuori rischiando di perdere ulteriori guadagni se il rally continua? La risposta richiede comprensione approfondita del ruolo dei metalli preziosi in portafoglio e valutazione del proprio profilo di rischio. Prima di prendere decisioni impulsive guidate dalla paura di perdere l’opportunità (FOMO – Fear Of Missing Out), è saggio consultare le tariffe di una consulenza finanziaria indipendente per ottenere analisi personalizzata che consideri situazione patrimoniale complessiva e obiettivi specifici.

Perché si investe in oro: funzioni e caratteristiche dei metalli preziosi

Per decidere se e quanto investire in oro e argento ai livelli attuali, è fondamentale comprendere le funzioni che questi asset svolgono in un portafoglio diversificato e le loro caratteristiche uniche che li distinguono da altre classi di investimento.

L’oro è prima di tutto riserva di valore attraverso i millenni. A differenza delle valute flat (dollaro, euro, yen) che possono essere stampate illimitatamente dai governi e hanno valore basato sulla fiducia nelle istituzioni emittenti, l’oro è risorsa fisica scarsa. L’offerta cresce solo marginalmente ogni anno attraverso nuova estrazione mineraria (circa 1-2% annuo), mentre la domanda resta sostenuta. Questa scarsità intrinseca conferisce all’oro un valore che non può essere diluito da decisioni politiche o monetarie.

L’oro funziona come protezione contro l’inflazione. Quando i prezzi di beni e servizi aumentano, erodendo il potere d’acquisto della moneta, il prezzo dell’oro in quella moneta tende a salire compensando la perdita. Storicamente, su orizzonti lunghi, l’oro ha mantenuto potere d’acquisto reale relativamente costante: un’oncia d’oro 100 anni fa comprava circa lo stesso insieme di beni che compra oggi, mentre la stessa quantità di dollari o lire di allora vale una frazione minuscola per effetto inflazionistico. Questa caratteristica rende l’oro particolarmente attraente in periodi di inflazione elevata o quando si temono future ondate inflazionistiche.

L’oro è asset non correlato o debolmente correlato con mercati azionari e obbligazionari. Quando le azioni crollano per timori di recessione o crisi finanziaria, l’oro tende a salire o almeno a mantenere valore perché gli investitori lo cercano come rifugio. Quando le obbligazioni perdono valore per inflazione inattesa o crisi di fiducia nei debiti sovrani, l’oro offre protezione. Questa bassa correlazione rende l’oro un componente prezioso per diversificazione: riduce la volatilità complessiva del portafoglio e offre protezione in scenari catastrofici dove asset tradizionali soffrono simultaneamente.

Strategie di investimento: quanto allocare secondo il profilo di rischio

Riconosciute le funzioni dei metalli preziosi, la domanda pratica diventa: quanto del proprio portafoglio dovrebbe essere allocato in oro e argento, e attraverso quali strumenti? Le risposte variano significativamente in funzione del profilo di rischio individuale, dell’orizzonte temporale, degli obiettivi finanziari.

Gli esperti di asset allocation suggeriscono generalmente che l’oro (e metalli preziosi in generale) dovrebbe rappresentare tra il 5% e il 15% di un portafoglio diversificato. Questa allocazione è sufficiente per fornire benefici di diversificazione e protezione senza sovraesporre il portafoglio a un asset che non genera reddito (dividendi o interessi) e la cui performance dipende principalmente da apprezzamento del prezzo.

Questa percentuale offre protezione robusta contro inflazione e crisi senza eccessiva esposizione a volatilità. Il focus dovrebbe essere su oro piuttosto che argento, attraverso strumenti liquidi e poco costosi. L’oro qui funziona principalmente come polizza assicurativa e stabilizzatore del portafoglio.

Gli strumenti per investire in metalli preziosi sono molteplici, con trade-off diversi. L’oro fisico (monete, lingotti) offre proprietà fisica tangibile, eliminando rischio controparte (non dipende da istituzioni finanziarie), utilizzabile in scenari estremi. Contro: costi di acquisto (spread significativi), necessità di custodia sicura (cassetta di sicurezza, costi assicurativi), illiquidità relativa (rivendita richiede tempo e comporta spread), difficoltà di frazionamento (vendere mezzo lingotto è complesso). Appropriato per allocazioni significative e come protezione estrema.

Gli ETC su oro fisico sono veicoli quotati in borsa che detengono oro fisico in caveau, emettendo azioni che replicano il prezzo dell’oro. Offrono liquidità istantanea (comprabili/vendibili come azioni), costi molto bassi (0,15-0,40% annuo), frazionabilità perfetta, nessun problema di custodia. Contro: rischio controparte residuo (dipendono dall’emittente dell’ETC), non utilizzabili in scenari di collasso sistemico finanziario. Ottimi per la maggior parte degli investitori come strumento principale per esposizione all’oro.

Tornando alla domanda iniziale: vale la pena entrare ora con oro e argento ai massimi? La risposta dipende dalla prospettiva. Entrare su oro e argento ai massimi è soprattutto psicologicamente difficile, perché ci troviamo a livelli di prezzo elevati. Non significa però che sia “statisticamente rischioso”: i nuovi massimi non implicano necessariamente correzioni imminenti.

Tuttavia, dal punto di vista dell’allocazione strategica di portafoglio, il timing preciso è meno rilevante se l’orizzonte è lungo e l’obiettivo è diversificazione e protezione, non speculazione. Se il proprio portafoglio non ha alcuna esposizione a metalli preziosi, aggiungere allocazione strategica (5-10%) ha senso indipendentemente dal prezzo attuale, perché la funzione dell’oro è protezione e diversificazione, non massimizzazione del rendimento. L’oro ai massimi potrebbe salire ancora se i fattori di supporto (incertezza geopolitica, inflazione, debolezza dollaro, acquisti banche centrali) persistono; potrebbe correggere ma manterrebbe comunque funzione di rifugio in portafoglio.

Una strategia prudente per chi vuole entrare ora è l’accumulo graduale: invece di investire l’intera allocazione target in un’unica soluzione (rischio di timing pessimo), distribuire gli acquisti in 6-12 mesi attraverso acquisti periodici regolari. Questo dollar-cost averaging media il prezzo di carico, riducendo rischio di entrare esattamente al picco. Si compra un po’ ai massimi, un po’ in eventuale correzione, ottenendo prezzo medio accettabile.

Google News Rimani aggiornato seguendoci su Google News!
SEGUICI
E tu cosa ne pensi?

You must be logged in to post a comment Login

Lascia un commento