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Ora i Vip boicottano il Brunei…. e tutti gli altri paesi? Inizia la fiera dell’ipocrisia

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I Vip di mezzo mondo stanno per iniziare un boicottaggio di tutti i beni appartenenti al Sultano del Brunei, colpevole di voler applicare la Sharia ai casi di omosessualità e di adulterio con quindi derivante pena capitale. La decisione, applicata dal 3 aprile, ha portato ad una reazione ad Hollywood con boicottaggio partito da George Clooney ed allargandosi a Elton John, George Takei, Jamie Lee Curtis ed altri. Tra l’altro questo boicottaggio viene a colpire anche alcuni hotel italiani:

L’Hotel Eden di Roma ed il famoso Principe di Savoia di Milano appartengono al Sovrano del Brunei, quindi niente più vip di Hollywood per loro.

Da un lato è una mossa apprezzabile: non ci si può abattere per la tolleranza comodamente nei sicuri USA e poi andare a dormire a casa di chi elimina fisicamente i gay. Però per essere corretti bisognerebbe agire nello stesso modo nei confronti di tutti i paesi che applicano pene capitali agli omosessuali, e qui la questione si fa molto più complessa:

Sono diversi i paesi che applicano la pena capitale agli omosessuali, fra cui i grandi poteri finanziari Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti. Ad esempio la Fairmont Hotel, catena internazionale con proprietà in Svizzera ed a Montecarlo, è della Saudita Arabtec. Il Qatar possiede hotel prestigiosi a Londra e la maggioranza dell’Aeroporto di Heathrow, per cui, se volessero essere coerenti, potrebbero trovare piuttosto complesso dormire o viaggiare. Appare molto facile boicottare un paese piccolo, per quanto ricco, come il Brunei, diventa molto più complesso essere coerenti ed applicare la norma a tutti i paesi che hanno una legislazione  simile. Senza contare che, se si volesse essere coerenti, bisognerebbe spostare la discussione sulla questione religiosa, campo veramente minato per chi vuole tutelare il Politically Correct ad ogni costo. Per questo meglio sorvolare…

 


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