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Operazione Pineapple: mentre Biden si ritira, volontari vanno a salvare gli afgani

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I soldati USA hanno iniziato a ritirarsi da Kabul per ordine di Biden e del suo stato maggiore, mentre il rischio di attentati è alle stelle, con uno previsto nelle prossime 36-96 ore, dopo quello che ha fatto 13 morti americani e oltre 100 fra gli afgani. Una situazione apocalittica, che rende questo momento storico unico: Filippine o Saigon sono nulla, a questo punto, con gli USA che, per la prima volta, vengono sconfitti da insorgenti e terrorismo senza un minimo di appoggio esterno regolare, come avvenne, ad esempio, in Vietnam. Tra l’altro il dipartimento di Stato USA ha dato indicazione di non avvicinarsi all’aeroporto, togliendo ogni speranza di evacuazione agli afgani filo americani rimasti e al migliaio di cittadini a stelle e strisce che ci calcola siano ancora in città.

Mentre Biden scappa, chi si occupa di salvare gli alleati afgani e degli statunitensi? Si è formata una sorta di task force informale, su base volontaria, formata da veterani con l’appoggio  informale delle forze USA in loco. L’operazione si chiama “Pineapple express”, “L’espresso dell’ananas” e sinora è riuscito a salvare 500 afgani con le loro famiglie. Il gruppo si muove nella notte, con il supporto del buio, spostando una persona alla volta, o in due, ma raramente più di un piccolo gruppo, a lato dell’aeroporto internazionale di Hamid Karzai, attualmente controllato dall’esercito americano.

Parlando con ABC News, il tenente colonnello dell’esercito Scott Mann, un comandante in pensione dei berretti verdi che guida lo sforzo di salvataggio privato, ha dichiarato: “Decine d’individui ad alto rischio, famiglie con bambini piccoli, orfani e donne incinte, sono stati trasferiti segretamente attraverso il strade di Kabul per tutta la notte e fino a pochi secondi prima che l’ISIS facesse esplodere una bomba nella massa accalcata di afghani in cerca di sicurezza e libertà”.

La missione è iniziata il 15 agosto quando il gruppo ha compiuto sforzi frenetici per salvare un ex commando afgano che era stato braccato e minacciato di morte dai talebani. Sta ancora svolgendosi ora, ma, tranne cambiamenti d’idea all’ultimo minuto, dovrà interrompersi o prendere alte forme il prossimo martedì, quando le truppe USA termineranno l’evacuazione.


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