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Economia

OPEC+, la decisione è cruciale: aumento della produzione a settembre o pausa strategica?

L’OPEC+ si riunisce per decidere se aumentare la produzione di 548.000 barili a settembre. Una scelta che influenzerà il prezzo del Brent, stretto tra le necessità di bilancio saudite e il rischio di un’eccessiva offerta. Analisi e scenari futuri.

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Questo fine settimana l’OPEC+ prenderà una decisione cruciale: se dare il via libera a un ulteriore aumento della produzione di 548.000 barili al giorno per settembre, accelerando di fatto il ritorno dei tagli volontari di 2,2 milioni di barili al giorno con un anno di anticipo rispetto al previsto.

Il Comitato ministeriale congiunto di monitoraggio (JMMC) si è già riunito la scorsa settimana e non ha raccomandato alcuna nuova modifica alle quote. Ma questo non è mai stato il suo compito: spetta alla riunione ministeriale plenaria di domenica prossima formalizzare la prossima mossa. I trader che si aspettano che i barili di settembre arrivino presto sul mercato potrebbero finalmente ottenere la chiarezza che stavano aspettando.

Tuttavia, anche se l’aumento previsto delle quote venisse approvato, resta la domanda più importante: cosa succederà dopo? E anche se l’OPEC+ approvasse un aumento delle quote, questo si tradurrebbe effettivamente in un aumento dei barili sul mercato o le quote resteranno solo teoriche?

L’OPEC+ ha ancora 1,66 milioni di barili al giorno di offerta accantonata che tecnicamente dovrebbe rimanere fuori dal mercato fino alla fine del 2026. I delegati affermano che il gruppo è propenso a fare una pausa prima di modificarla, m,a come dimostra l’accelerazione di quest’anno, i piani possono cambiare rapidamente, soprattutto quando è in gioco la tutela della propria quota di mercato e il peso dell’organizzazione petrolifera.

A circa 71 dollari al barile, il Brent rimane ben al di sotto del punto di pareggio fiscale dell’Arabia Saudita. Le ambizioni della Vision 2030 di Riyadh hanno un prezzo elevato e gli analisti, da Goldman Sachs a JPMorgan, avvertono che un ulteriore indebolimento, potenzialmente fino a 60 dollari, potrebbe mettere ancora più sotto pressione le casse dell’OPEC+ se la domanda cinese continuasse a vacillare.

Tuttavia, qualsiasi mossa aggressiva per riconquistare quote di mercato dovrebbe essere bilanciata dalla fragilità dei prezzi e dalla persistente sottoperformance di diversi Stati membri. Non tutti gli aumenti si traducono in barili reali.

Gli osservatori del greggio seguiranno con attenzione la riunione di domenica per capire se l’OPEC+ intende rivedere i restanti 1,66 milioni di barili al giorno, se non ora, quando. Perché fino a quando il gruppo non chiarirà la questione, lo spettro di quei barili inattivi continuerà a tormentare il mercato.

Un mancato aumento delle quote potrà dare una spinta ai prezzi nel breve termine, ma darà anche spazio ai produttori extra-cartello, come Guyana, Brasile e USA.


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