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Paesi Bassi: Governo collassa. Wilders sbatte la porta sull’immigrazione: “PVV lascia la coalizione”. Si torna al voto.
Olanda nel caos politico: il governo collassa dopo che Geert Wilders (PVV) ritira l’appoggio per la “mollezza” sull’immigrazione. Paesi Bassi verso elezioni anticipate in autunno.

Il governo olandese è collassato dopo che Geert Wilders, leader del Partito per la Libertà (PVV), ha ritirato il suo partito dalla coalizione di governo, insoddisfatto della presunta “mollezza” delle politiche migratorie. La decisione, annunciata martedì 3 giugno 2025, ha scatenato una crisi politica che porterà a elezioni anticipate, con rischi per la stabilità del Paese in un momento di tensioni internazionali.
Wilders ha motivato l’uscita del PVV dalla coalizione – composta anche da VVD, NSC e BBB – con il rifiuto dei partner di adottare il suo piano in 10 punti per una politica migratoria più rigida. Il piano includeva misure drastiche come il blocco totale delle richieste di asilo, la chiusura dei centri di accoglienza e la sospensione della riunificazione familiare per i rifugiati. “Nessuna firma per i nostri piani sull’asilo, nessuna modifica all’accordo di coalizione. Il PVV lascia la coalizione”, ha dichiarato Wilders su X, sottolineando il suo impegno per mantenere le promesse elettorali di una politica migratoria tra le più restrittive d’Europa.
Geen handtekening voor onze asielplannen.
Geen aanpassing Hoofdlijnenakkoord.
PVV verlaat de coalitie.
— Geert Wilders (@geertwilderspvv) June 3, 2025
La mossa ha suscitato dure reazioni. Il vice primo ministro dell’NSC, Eddy van Hijum, ha definito la decisione di Wilders un “tuffo politico”, accusandolo di abbandonare la coalizione senza motivo reale, dato che molte proposte erano già nell’accordo di governo. Il ministro degli Esteri, Caspar Veldkamp, ha bollato l’uscita come “irresponsabile”, citando le sfide internazionali, tra cui la guerra in Ucraina, le tensioni commerciali con gli USA e il prossimo vertice NATO all’Aia. La ministra per l’asilo del PVV, Marjolein Faber, non ha commentato prima della riunione di gabinetto, mentre la segretaria di Stato Vicky Maeijer ha confermato la sua solidarietà a Wilders, annunciando le dimissioni.
In realtà la contrarietà così secca del NSC alle nuove elezioni può essere semplicemente dovuta al fatto che, se i sondaggi saranno confermati, probabilmente sparirà dalla coalizione:
Il governo, guidato dal premier Dick Schoof, continuerà in modalità provvisoria fino alle elezioni, probabilmente non prima di ottobre, data la frammentazione politica olandese. La coalizione, nata a luglio 2024 dopo la vittoria del PVV alle elezioni di novembre 2023, aveva promesso la “politica sull’asilo più severa di sempre”, ma secondo Wilders, i progressi sono stati insufficienti. I sondaggi indicano che il PVV potrebbe perdere qualche seggio, s ma rimanere il primo partito, con VVD e l’alleanza Labour/Green di Frans Timmermans in crescita, ma non tale da prendere la guida della coalizione. Comunque le elezioni anticipate sono un azzardo per Wilders, anche se dopo potrebbe formare una maggioranza con altri partiti, come i due membri di ECR.
La decisione di Wilders potrebbe essere una mossa strategica per rafforzare la sua campagna elettorale, ma rischia di alienare i partner di coalizione e destabilizzare ulteriormente il Paese. La frammentazione nei Paesi bassi è agli estremi, ma Wilders gioca la sua scommessa: vincere e imporre comunque le politiche anti migratorie, a costo di rompere con la UE, o perdere, passare all’opposizione e far tornare al governo l’europeista Timmermans, che preparerebbe il suo successivo trinfo.
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