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OCSE DISEGNA IL DISASTRO ITALIANO. Talmente grave che il deficit passa in secondo piano

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L’OCSE, che a febbraio ancora sottovalutava il fenomeno COVID e parlava di perdite minime per l’economia italiana, ha rivisto le proprie p revisioni ponendole sul drammatico spinto.

Prima di tutto finalmente si azzarda a calcolare due diversi scenari: il caso di una singola ondata e quello di due ondate. Non è detto che il prossimo autunno vi sia un vaccino o che il virus si “Estingua” in modo autonomo, per cui è necessario prevedere anche i profili meno ottimistici.

Nel caso di una doppia ondata epidemica si prevede che il PIL diminuirà del 14% nel 2020 prima di recuperare del 5,3% nel 2021. Considerando che il +5,3% è calcolato sul reddito ridotto del 2020 avremo che a fini 2021 il reddito sarà tornato a solo circa 90,6% dei quello 2019. Un disastro.

Se si eviteranno ulteriori focolai (cioè non ci sarà una seconda ondata), si prevede che il PIL diminuirà dell’11,3% nel 2020 e si riprenderà del 7,7% nel 2021. questo significa che a fine 2021 il PIL sarebbe ancora del 4,5% inferiore a quello di fine 2019.  La produzione industriale italiana potrebbe riprendere rapidamente con l’abolizione delle misure di confinamento, ma il problema sarebbe la ripresa del settore servizi e turismo, rinviato a più avanti.

Lo shock si porterà via tutti gli avanzamenti nell’occupazione guadagnati dal 2014-15, rimandandoci direttamente al “Governo Monti” o peggio.

Come è previsto l’andamento della contabilità nazionale è non buono… qui i dati nel caso di seconda ondata

e qui quelli del caso di singola ondata :

Ed il bilancio dello stato? basta vedere le rette blue e rosse nel seguente grafico.

I numeri del bilancio  e dell’occupazione sono talmente negativi da, sinceramente, mettere in secondo pino tutto il resto. Con un paio di milioni in più, almeno, di disoccupati avremo un crollo sia del reddito da lavoro dipendente sia, in generale, del reddito pro capite. Un evento epico che, vista la passività totale del governo, non si potrà recuperare e che porterà i propri effetti almeno, all’incirca sino al 2023 nel caso ottimistico e 2024 in quello pessimistico. Unico lato positivo che le basi economiche manifatturiere sembrano sopravvivere, ma per accelerare la ripresa ci vorrebbe un approccio innovativo, non uno che si sa, come l’attuale, solo sulla conservazione ed aiuti europei che non ci saranno. Se si vuole poi avere una ripresa e la possibilità di crescere in futuro bisogna SPENDERE, non RISPARMIARE, ma Gualtieri non sembra capire questo fatto. Ogni euro risparmiato ora saranno 2 euro da spendere in più nel 2021.

Fra 4 mesi avremo il punto peggiore. Segnatevelo


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