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“O cambia l’Euro o dovremo uscirne”. In ricordo di Silvio Berlusconi, le sue parole nel 2014

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In questa giornata eccovi un piccolo ricordo di un’intervista a Radio Anch’io di Silvio Berlusconi del maggio 2014, nella quale parlava senza peli sulla lingua della politica monetaria della UE in rapporto con le necessità dell’italia. Stavamo vivendo la crisi del debito in Euro, poco prima del cuore della crisi greca del 2015. La BCE stava cercando la strada per uscire da una situazione esplosiva che avrebbe portato alla fine di tutto, senza il “Whatever it takes”, Ecco cosa pensava  Berlusconi dell’Euro:

“L’idea che sta emergendo nel governo francese di una svalutazione del’euro nei confronti del dollaro è un’idea che mi sembra assolutamente da appoggiare. La politica monetaria va cambiata attraverso il ruolo della Bce che oltre la missione di controllare e combattere l’inflazione, deve avere anche la missione di garantire i debiti sovrani degli stati, di stampare moneta e di immettere fondi nell’economia. Le nazioni che sono uscite meglio dalla crisi hanno fatto questo.

Negli Usa la Federal Reserve ha immesso nell’economia 55 miliardi di dollari al mese, che ha portato ad una crescita del pil superiore all’otto per cento e ad una riduzione della disoccupazione al 6 per cento. Oggi uscire dall’euro sarebbe avventuroso perché nessuno conosce quali sarebbero le conseguenze, ma se non dovessimo riuscire a cambiare la politica della Bce e dell’Unione europea, sarà la realtà a imporre a noi, alla Francia, alla Grecia, all’Irlando, al Portogallo, l’uscita dall’euro per tornare alla nostra moneta nazionale. Diamoci il tempo e la determinazione di trattare in maniera decisa con la Germania. Per quanto riguarda il passaggio dalla lira all’euro è stato accettato da Prodi e Ciampi, pertanto il mio governo nel 2001 si è trovato davanti ad una decisione già presa e quindi ci è stato impossibile intervenire.

“Per far ripartire la crescita e lo sviluppo non bastano decisioni al nostro interno, occorre che ci sia un intervento della politica europea, con un cambiamento forte della politica monetaria. Ci sono anche situazioni precise, come quella del deficit al 3 per cento e come quella del fiscal compact, su cui noi dobbiamo pretendere una moratoria o addirittura l’eliminazione ad esempio del fiscal compact, perché le condizioni dell’economia sono cambiate rispetto a quando sono state decise queste due situazioni e dobbiamo utilizzare la moratoria per diminuire le tasse“.

Sic Transit Gloria Mundi


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