Attualità
Nvidia: problemi in Cina. I chip H20 sospettati di problemi di sicurezza
Pechino esprime preoccupazione per la sicurezza dei chip H20 di Nvidia, citando rischi di “backdoor” e tracciamento. La notizia frena il titolo in borsa, incastrato nella guerra tecnologica tra USA e Cina

Problemi per i chip americani, ma non a causa dei dazi di Trump, e questo si riperquote sulle quotazioni del titolo. Sebbene Nvidia abbia ricevuto rassicurazioni da Washington sulla possibilità di riprendere le esportazioni delle sue unità di elaborazione generale H20 realizzate per la Cina, il ritorno dei chip AI potrebbe essere oggetto di un maggiore controllo da parte di Pechino.
Secondo la Cyberspace Administration of China, giovedì Nvidia ha incontrato i funzionari di Pechino per discutere delle preoccupazioni in materia di sicurezza nazionale sollevate dai chip H20, le cui spedizioni verso la Cina dovrebbero riprendere dopo un effettivo divieto imposto ad aprile.
A Nvidia è stato chiesto “di chiarire e presentare la documentazione di supporto relativa ai rischi per la sicurezza, comprese le potenziali vulnerabilità e backdoor, associati ai suoi chip di elaborazione H20 venduti in Cina”, secondo una traduzione della CNBC di una dichiarazione del CAC.
In un post, l’autorità di regolamentazione ha affermato che i chip AI di Nvidia sono stati segnalati come contenenti gravi vulnerabilità di sicurezza. Ha inoltre preso atto delle richieste dei legislatori statunitensi di introdurre funzioni di tracciamento obbligatorie per le esportazioni di chip avanzati.
La CAC ha aggiunto che esperti americani di IA avevano già rivelato che i chip di elaborazione di Nvidia presentano tecnologie mature di “tracciamento e posizionamento” e “Shootdown remoto” dei computer.
A maggio, il senatore repubblicano statunitense Tom Cotton e un gruppo bipartisan di otto rappresentanti hanno presentato il U.S. Chip Security Act, che richiederebbe alle aziende produttrici di semiconduttori come Nvidia di includere meccanismi di sicurezza e verifica della posizione nei loro chip avanzati per l’intelligenza artificiale.
Il deputato democratico Bill Foster, uno dei promotori del disegno di legge alla Camera, e alcuni esperti tecnici indipendenti hanno dichiarato a Reuters a maggio che la tecnologia per tracciare i chip è già disponibile e in gran parte integrata nei chip di Nvidia. Quindi, almeno a livello teorico, i chip per AI della casa americana sono tracciabili e si può sapere in quli impianti vengano utilizzati, un elemento che sicuramente non è gradito a Pechino.
Nelle ultime settimane, molti legislatori americani hanno anche contestato la notizia dell’allentamento delle restrizioni sui chip H20 di Nvidia, avvertendo che ciò aumenterà le capacità di Pechino nel campo dell’intelligenza artificiale.
Il maggiore controllo da parte di Pechino potrebbe rappresentare un ulteriore ostacolo geopolitico per il CEO di Nvidia Jensen Huang, che ha cercato di trovare un equilibrio tra le politiche di Washington sui semiconduttori e il suo desiderio di vendere al redditizio mercato cinese.
Questa notizia si sta già facendo sentire sul titolo della società che, dopo essersi impennato alla notizia del rientro degli H20 sul mercato cinese, ha iniziato improvvisamente a correggere alla notizia di questo problema di sicurezza:
La conferma di questi controlli ulteriori, o un atteggiamento più restrittivo da parte della Cina, potrebbe condurre a un ulkteriore calo nel valore del titolo. Purtroppo la società rischia di rimanere coinvolta in un braccio di ferro fra USA e Cina.
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