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Nuove tensioni ai confini fra Kosovo e Serbia. La pace nelle mani di un generale italiano

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Scoppiano nuovamente le tensioni nei Balcani fra Serbia e Kosovo, soprattutto nel nord del piccolo paese dove la maggioranza della popolazione è ancora di etnia serba, mentre la UE rilancia il proprio piano di allargamento nell’a regione e riapre il processo di entrata ai paesi dell’area.

I manifestanti serbi nel nord del Kosovo hanno bloccato le strade principali per il secondo giorno domenica, dopo uno scambio di fuoco notturno con la polizia in seguito all’arresto di un ex poliziotto serbo, in un contesto di crescenti tensioni tra le autorità e la minoranza serba del Kosovo. Nelle ultime settimane, i serbi del Kosovo settentrionale – che ritengono parte della Serbia – hanno risposto con una violenta resistenza alle mosse di Pristina che considerano anti-serbe. Pristina ha inviato le proprie forze speciali per ristabilire l’ordine, ma la tensione è crescente.

EULEX, la missione dell’Unione Europea incaricata di pattugliare il Kosovo settentrionale, ha dichiarato che sabato sera una granata stordente è stata lanciata contro uno dei suoi veicoli blindati, ma nessuno è rimasto ferito. Nello stesso tempo la Serbia avrebbe deciso di inviare circa mille soldati ai confini, a tutela della minoranze serbe in una regione che sia i trattati internazionali sia Belgrado considerano comunque parte integrante del proprio territorio.

La Serbia ha convocato il proprio consiglio di sicurezza con il presidente Vucic. Secondo quanto riportato da Dario D’Angelo al termine della riunione il presidente serbo  ha dichiarato di aver ottenuta delle rassicurazioni sulla tutela della minoranza serba in Kosovo  dalla forza internazionale di pace KFOR, di cui fa parte l’Italia e che ora è sotto il comando del generale di divisione italiano Angelo Michele Ristuccia. Vucic ha chiesto rassicurazioni sulla tutela della popolazione di etnia serba e il contingente italiano ha una tradizione, in questa operazione, di grande serietà e professionalità. Quindi ora sul generale italiano ricade la responsabilità di fornire una sufficiente e efficace tutela alla minoranza serba impedendo gli eccessi degli albanesi e quindi l’intervento di Belgrado, anche se molti serbi continuano a vedere l’attuale situazione come sopruso intollerabile. Inoltre Vucic teme azioni di provocazione “False flag” dei kosovari. Se la KFOR riuscirà a fornire sufficienti garanzie di sicurezza ai serbi anche questa crisi verrà disinnescata, altrimenti arriveremo ad un nuovo conflitto diretto nei balcani.


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