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Accordo storico in Nuova Caledonia: doppia cittadinanza e quasi indipednenza. Macron umiliato

Raggiunto l’accordo sullo status della Nuova Caledonia: nuovo assetto istituzionale, doppia cittadinanza franco-neocaledoniana e riforme per il nichel. Un passo verso l’autonomia, tra Parigi, Australia e Cina.

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Dopo giorni di intense negoziazioni, è stato raggiunto un accordo sullo status futuro della Nuova Caledonia.

Il “Patto sullo Stato della Nuova Caledonia” definisce un nuovo assetto istituzionale per il territorio, con l’obiettivo di una soluzione duratura che includa riforme economiche, in particolare per il settore del nichel.

Un quadro isittuzionale “Sui generis” con una doppia cittadinanza

L’accordo prevede l’istituzione di un quadro istituzionale “sui generis” per lo “Stato della Nuova Caledonia” all’interno dell’entità nazionale francese, sancito dalla Costituzione della Repubblica Francese e potenzialmente riconosciuto dalla comunità internazionale.

Verrà creata una cittadinanza neocaledoniana, consentendo ai residenti la doppia nazionalità: francese e neocaledoniana.

Il compromesso secondo il governo francese

Manuel Valls, Ministro francese per i Territori d’Oltremare, ha definito l’accordo “essenziale per garantire la stabilità politica e ricostruire l’economia e la società della Nuova Caledonia”, riconoscendolo come “un vero compromesso”.

Le negoziazioni, avviate a febbraio e riprese a luglio su impulso del Presidente Macron, hanno superato una fase di stallo durata settimane durante la quale molti pensavano che l’accordo non fosse possibile.

Il trasferimento dei poteri

Il Congresso della Nuova Caledonia, con 56 membri, potrà richiedere il trasferimento di poteri sovrani in aree come difesa, valuta, sicurezza, ordine pubblico, giustizia e controllo di legalità, con una maggioranza dei tre quinti.

Questi poteri, per ora sotto autorità nazionale, potranno essere trasferiti tramite un “progetto congiunto Stato-Nuova Caledonia”, sottoposto a referendum popolare. A quel punto, la Nuova Caledonia otterrebbe lo status di stato membro dell’ONU. Il potere sulle relazioni estere sarà trasferito immediatamente.

Alla fine la Francia praticamente concede alla Nuov Caledonia di essere indipendente quando le farà comodo, o quando qualcuno pagherà abbastanza, e ai suoi cittadini di  trasferirsi in massa in Francia se lo desidereranno.

Ampliamento dell’elettorato e tabella di marcia

Una legge organica speciale definirà le condizioni di attuazione dell’accordo, inclusa la ripartizione dei poteri. Entro il 2026, una legge fondamentale del Congresso della Nuova Caledonia stabilirà la sua capacità di autogoverno, definendo simboli identitari e un codice di cittadinanza.

Nuova Caledonia (fonte Pixabay)

La tempistica prevede una revisione della Costituzione francese in autunno, un referendum di approvazione dell’accordo in Nuova Caledonia a febbraio 2026, seguito da una legge organica a marzo-aprile 2026. L’elettorato per le cruciali elezioni provinciali di maggio-giugno 2026 sarà ampliato per includere 12.000 persone nate nel territorio e coloro che possono dimostrare 15 anni di residenza. Questo rafforzerà, almeno temporaneamente, i legami con la madrepatria.

Le ultime trattative

I partiti centristi Eveil Océanien e Calédonie Ensemble hanno svolto un ruolo di mediazione fondamentale. Le trattative, lunghe e complesse, hanno visto momenti di tensione fino all’ultimo. Solo nelle ore finali, dopo incontri bilaterali e confronti serrati, le parti hanno trovato l’intesa.

L’accordo, accolto con cautela ma ottimismo, segna un passo significativo verso la definizione di un nuovo futuro per la Nuova Caledonia, un futuro che prepara la strada all’uscita dai Territori d’Oltremare francesi e il suo avvicinamento se va bene all’Australia, se va male alla Cina. Comunque si conferma la sempre maggiore irrelevanza di Parigi come potenza mondiale.


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