Attualità
Norvegia: in alcune comunità di migranti la criminalità è al 50%. Uno su due compie crimini
L’ente statistico norvegese deve diffondere i dati sui reati per comunità etnica. Un somalo su due compie un reato violento. Invece i migranti da Filippine e Tailandia hanno un minor numero di criminali rispetto ai norvegesi stessi. Il problema non è la migrazione, ma l’educazione
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L’Ufficio statistico norvegese ha recentemente pubblicato una serie di dati sulla criminalità in relazione al contesto nazionale, un’iniziativa che nasce da una specifica richiesta del gruppo parlamentare del Partito Progressista.
I nuovi dati hanno portato alla luce tendenze significative, anzi diciamo chiaramente scioccanti. , particolarmente evidenti nella fascia d’età compresa tra i 15 e i 24 anni. Analizzando le violenze e i maltrattamente in questa fascia d’età, emergen quando segue: mentre tra i norvegesi di origine si registrano 32 accuse ogni 1.000 abitanti, nella comunità somala questo numero sale drasticamente a 483 accuse ogni 1.000 abitanti, rappresentando un tasso 15 volte superiore e praticamente indicando che un somalo su due in Norvegia ha un’accusa penale per violenza e maltrattamento.
Il confronto con altri gruppi di immigrati offre una prospettiva interessante. I norvegesi con genitori filippini presentano un tasso di sole 16 accuse su 1.000, addirittura la metà rispetto ai norvegesi di origine. Quindi non è vero che il problema sia d’immigrazione, ma di specifice comunità.
La comunità polacca mostra cifre leggermente superiori, con 43 accuse su 1.000, mentre i norvegesi con genitori tailandesi si attestano su livelli praticamente identici ai norvegesi di origine, con 31,5 accuse su 1.000. Ecco la tabella completa:
Per quanto riguarda i reati legati agli stupefacenti, si osservano tendenze analoghe. Nella stessa fascia d’età, i norvegesi di origine registrano 43 accuse ogni 1.000 abitanti a Oslo. Il dato sale significativamente nella comunità somala, dove si registrano 441 accuse ogni 1.000 abitanti.
Numeri elevati si riscontrano anche nelle comunità irachena ed etiope, con rispettivamente 342 e 371 accuse su 1.000 abitanti.
L’analisi temporale dei dati rivela un’evoluzione preoccupante. Confrontando i periodi 2015-2018 e 2020-2023, emerge un aumento significativo della sovrarappresentazione degli immigrati nei tassi di criminalità.
Nel periodo 2015-2018, la sovrarappresentazione era del 53% per gli immigrati e del 59% per i nati in Norvegia da genitori immigrati. Questi numeri sono cresciuti notevolmente nel periodo 2020-2023, raggiungendo rispettivamente il 96% e il 124%. Questo trend segna un’inversione rispetto al decennio precedente al 2015, quando si era invece osservato un calo nella sovrarappresentazione. Questo significa che le politiche applicate dopo il 2015, o meglio l’apertura all’immigrazione effettuata durante il governo Merkel, in modo discriminato, è stata un danno enorme per la sicurezza dei paesi nordici.
Comunque in generale, il problema NOn è di per se l’immigrazione, ma la località di provenienza. I dati per il periodo 2020-2023 mostrano che gli immigrati maschi di età compresa tra 15 e 24 anni provenienti da Iraq e Somalia si distinguono per tassi elevati, avvicinandosi a 1.200 accuse per 1.000 abitanti per questo periodo di quattro anni, rispetto a poco più di 280 per 1.000 nel resto del mondo. la popolazione. I giovani immigrati maschi provenienti, tra gli altri, dalle Filippine (170 su 1.000) e dalla Tailandia (270 su 1.000), invece, hanno tassi più bassi.
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