Energia
Nigeria: la compagnia di stato NNPC segna utili record (+64%). La lotta ai furti di greggio inizia a pagare
Nigeria: la compagnia di stato NNPC segna un utile record di 3,6 miliardi di dollari. Sconfitti i furti di greggio, la produzione torna a volare verso i 2 milioni di barili.

Non è tutto caos quello che arriva dall’Africa Occidentale. La Nigerian National Petroleum Company (NNPC), il colosso petrolifero statale della Nigeria, ha appena presentato numeri che farebbero invidia a molte compagnie occidentali, segnalando un’inversione di tendenza che ha del miracoloso, se si considera il punto di partenza.
Nel 2024, la NNPC ha registrato un utile netto di 5,4 trilioni di naira (circa 3,6 miliardi di dollari), segnando un balzo del 64% rispetto all’anno precedente. Un risultato che non è solo frutto del mercato, ma di una gestione che, finalmente, sembra aver deciso di riprendere il controllo del territorio e delle infrastrutture.
Dalle connessioni illegali alla rinascita
Per capire la portata della notizia, bisogna ricordare dove si trovava la Nigeria solo un paio di anni fa. Nel 2022, la NNPC riportava perdite operative mostruose, arrivando a perdere fino al 95% della produzione presso il terminal di Bonny. Il motivo? Non problemi geologici, ma furti su scala industriale e vandalismo dilagante. Le condutture sembravano un colabrodo, bucate da connessioni illegali che drenavano la ricchezza nazionale.
Sotto la presidenza di Bola Tinubu, il governo ha cambiato marcia. L’implementazione del Petroleum Industry Act (PIA) e misure di sicurezza draconiane hanno iniziato a chiudere i rubinetti del mercato nero per riaprire quelli ufficiali.
I numeri della ripresa
La strategia di “collaborazione e investimenti intelligenti” citata dal management sta portando frutti tangibili:
- Produzione 2024: Media di 1,5 milioni di barili al giorno (bpd). Ancora sotto il target di 1,8 milioni, ma in crescita.
- Ottobre 2025: La produzione è schizzata a 1,83 milioni di bpd, riportando la Nigeria ai vertici dei produttori continentali.
- Obiettivi futuri: La NNPC punta a 2 milioni di bpd nel 2027 e 3 milioni entro il 2030.
Bashir Bayo Ojulari, Group Chief Executive della NNPC, ha sottolineato agli analisti come questi guadagni evidenzino “lo slancio positivo della trasformazione in corso”. Non si tratta solo di estrarre di più, ma di estrarre meglio, riducendo le inefficienze che per anni hanno zavorrato il gigante africano.
Conclusioni
La Nigeria sta dimostrando che, con le giuste riforme e un controllo statale effettivo sulle risorse strategiche, si può invertire il declino anche in contesti difficili. Resta da vedere se questo trend sarà strutturale o se la criminalità organizzata locale troverà nuovi modi per aggirare i controlli. Per ora, i conti tornano, e le quote OPEC+ si fanno sempre più vicine e raggiungibili. Tutte risorse extra che aiuteranno il governo nigeriano, in grosse difficoltà interne, a risolvere una parte dei propri problemi.
Domande e risposte
Come ha fatto la NNPC ad aumentare gli utili del 64% in un solo anno? L’aumento è dovuto a una combinazione di fattori: un incremento della produzione fisica di greggio e una drastica riduzione delle perdite dovute ai furti. Le riforme governative e le migliorate misure di sicurezza hanno permesso di portare a mercato una quantità di petrolio che prima veniva sottratta illegalmente, trasformando le perdite in ricavi netti.
Il problema dei furti di petrolio in Nigeria è stato risolto definitivamente? Non definitivamente, ma è stato fortemente arginato. Passare dal perdere il 95% della produzione in alcuni terminali nel 2022 a raggiungere picchi di 1,83 milioni di barili al giorno nell’ottobre 2025 indica che le misure di sicurezza e il Petroleum Industry Act stanno funzionando. Tuttavia, mantenere questi standard richiederà investimenti continui nella sorveglianza delle infrastrutture.
Quali sono gli obiettivi futuri della Nigeria nel mercato petrolifero? La strategia è espansiva. La NNPC non si accontenta del recupero attuale ma punta a crescere fino a 2 milioni di barili al giorno nel 2027 e a 3 milioni entro il 2030. L’obiettivo non è solo quantitativo ma qualitativo: produrre un petrolio “migliore”, più efficiente e redditizio, attraverso co-investimenti e una gestione più oculata del capitale.








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