Energia
Nigeria, il saccheggio infinito: spariti 300 miliardi di dollari in petrolio. E forse è solo l’inizio
Un rapporto parlamentare in Nigeria svela un buco da 300 miliardi di dollari dovuto ai furti di petrolio. Una cifra “provvisoria” che spiega il calo produttivo e la fuga degli investitori, mentre si propone un tribunale speciale.

La Nigeria ha perso 300 miliardi di dollari a causa dei furti di petrolio, secondo quanto dichiarato questa settimana dai revisori contabili nominati dal parlamento nigeriano. Il petrolio è stato venduto illegalmente sia sul mercato interno che all’estero, secondo quanto riferito dalla commissione senatoriale incaricata di indagare sulle perdite causate dai furti di petrolio, come riportato dai media nigeriani.
“Alla commissione ad hoc dovrebbe essere conferito il mandato di rintracciare, localizzare e recuperare tutti i proventi del petrolio greggio rubato sia a livello locale che internazionale, poiché la revisione forense effettuata dal consulente mostra che oltre 22 miliardi, 81 miliardi e 200 miliardi di dollari rimangono non contabilizzati”, ha riferito il presidente della commissione, il senatore Ned Nwoko, come citato dal Premium Times.
Il rapporto presentato al Senato nigeriano era provvisorio, il che significa che il conteggio finale delle perdite dovute al furto di petrolio potrebbe essere ancora più elevato. La commissione ha anche proposto al governo di istituire un tribunale speciale per perseguire i ladri di petrolio e di utilizzare i fondi statali per ridurre gli atti di sabotaggio alle condutture.
Il furto di petrolio e il vandalismo delle condutture ad esso correlato affliggono la Nigeria da decenni e, negli ultimi anni, hanno interferito con i piani statali volti a invertire il calo della produzione. La produzione petrolifera del Paese ha raggiunto il picco di circa 2 milioni di barili al giorno nel 2016 e da allora è in calo.
Il vandalismo degli oleodotti e il furto di petrolio sono due delle ragioni di questo calo, poiché scoraggiano gli investimenti aggiuntivi necessari per invertire la tendenza della produzione. Un’altra ragione è stata la strategia delle grandi compagnie petrolifere, che ha visto le supermajor ridurre la loro presenza in Nigeria a favore di altre località con prospettive migliori.
Quest’anno si è registrato un certo successo nell’invertire il declino, dopo che il parlamento nigeriano ha finalmente approvato una legge sul settore energetico, in fase di elaborazione da anni, che mira a migliorare la prevedibilità per gli investitori stranieri nell’industria petrolifera nigeriana.
Anche l’iniziativa di incentivi fiscali del presidente Bola Tinubu, entrata in vigore all’inizio di quest’anno, dovrebbe aiutare la Nigeria ad aumentare la produzione di petrolio, incoraggiando la riduzione dei costi e il miglioramento dell’efficienza.
Domande e risposte
La cifra di 300 miliardi di dollari è definitiva? No, ed è questo l’aspetto più allarmante. Il rapporto presentato al Senato nigeriano è stato descritto come “provvisorio”. I revisori contabili e la commissione stanno ancora lavorando per rintracciare tutti i proventi del greggio rubato, sia a livello locale che internazionale. È quindi probabile che il conteggio finale delle perdite possa rivelarsi ancora più elevato, aggravando ulteriormente il bilancio di questo saccheggio decennale.
Perché i furti di petrolio sono così dannosi oltre alla perdita economica diretta? Oltre all’ovvia perdita di entrate per lo Stato, i furti e il vandalismo creano un circolo vizioso. Scoraggiano gli investimenti esteri: le grandi compagnie petrolifere valutano il rischio troppo alto e preferiscono spostare le loro operazioni altrove. Questo porta a un calo della produzione (la Nigeria produce molto meno del suo potenziale), a una minore manutenzione delle infrastrutture e, di conseguenza, a minori introiti futuri, indebolendo l’intera economia nazionale.
Cosa sta facendo concretamente la Nigeria per fermare questa emorragia? Oltre alla proposta di istituire un tribunale speciale per i ladri di petrolio, il governo sta cercando di agire sul piano legislativo. Recentemente è stata approvata una nuova legge sul settore energetico (attesa da anni) che mira a rendere il settore più trasparente e prevedibile per gli investitori stranieri. Inoltre, la presidenza Tinubu ha introdotto incentivi fiscali per migliorare l’efficienza e ridurre i costi operativi, sperando di rendere di nuovo attraente investire nel petrolio nigeriano.








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