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Nichel: un eccesso di offerta sta facendo cadere i prezzi

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L’anno scorso, i mercati del nichel sono saliti alla ribalta grazie alla spita che ha portato i prezzi del nichel alla sorprendente cifra di 100.000 dollari per tonnellata. L’enorme impennata ha raddoppiato il precedente massimo storico nel corso di una sola mattinata e ha gettato il London Metal Exchange in una crisi esistenziale. E, proprio come la famosa stretta sul rame di più di un secolo fa, l’incidente sul mercato del nichel era in gran parte legato a enormi posizioni corte, cioè a vendite allo scoperto, detenute da un solo uomo: iil commerciante cinese di metalli Xiang Guangda, fondatore della cinese Tsingshan Holding, il più grande produttore di nichel al mondo.

Ora sta accadendo l’esatto contrario nei mercati del nichel, solo che questa volta la colpa del crollo è dei mercati del nichel fisico e non dei futures sul nichel o di un singolo trader. I prezzi del nichel sono crollati nell’anno in corso, scendendo del 21% da un anno all’altro a 23.300 dollari per tonnellata, a causa di una massiccio eccesso della produzione indonesiana, che  continua a superare la domanda globale. Secondo l’International Nickel Study Group (INSG), il mercato del nichel si troverà ad affrontare un eccesso di offerta rispetto alla domanda per 239.000 tonnellate, la più grande in almeno un decennio e più che doppia rispetto a quella dello scorso anno (105.000 tonnellate). Questo dato rivisto è anche molto più alto dell’ultima previsione del gruppo di ottobre, che prevedeva un’eccedenza di 171.000 tonnellate nel 2023.
Sebbene la domanda globale di nichel sia destinata a registrare una crescita del 6,1% nel 2023, eguagliando la crescita della domanda dell’anno scorso, non sarà nemmeno lontanamente sufficiente ad assorbire l’ondata di nuova produzione proveniente dall’Indonesia.

Prezzi del nichel (USD/tonnellata) da Tradingeconomics

 

È sorprendente che la domanda di nichel sia aumentata nel 2022, considerando che la World Stainless Association ha riferito che la produzione di acciaio inossidabile è diminuita del 5,2% nel corso dell’anno. L’industria dell’acciaio inossidabile è il più grande consumatore di nichel, assorbendo il 75% della produzione globale in un anno tipico. La Cina è la principale responsabile dell’indebolimento della domanda di nichel dopo la rimozione dei sussidi e il passaggio a prodotti chimici non a base di nichel.
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Detto questo, i veicoli elettrici stanno rapidamente diventando un importante consumatore di questo metallo. Secondo la società di ricerca Adamas Intelligence, nel solo mese di febbraio sono state impiegate 17.137 tonnellate di nichel nelle batterie dei veicoli elettrici, con una crescita del 19% su base mensile e del 47% su base annua.

Sebbene il settore degli EV stia crescendo a ritmi sostenuti, farà comunque fatica ad assorbire l’aumento della produzione da parte di paesi come l’Indonesia. L’ultimo bollettino mensile dell’INSG ha riportato che la produzione delle miniere di nichel del Paese è cresciuta di un enorme 48% a 1,58 milioni di tonnellate nel 2022 e di un altro 44% nei primi due mesi dell’anno in corso. L’Indonesia ha imposto un divieto totale all’esportazione di minerale nel 2020, il che significa che tutta la produzione mineraria viene ora convertita in prodotti di nichel.
Ma non tutti i tipi di nichel si trovano di fronte a un eccesso di offerta. Infatti, mentre l’offerta di nichel di classe II – contenente meno del 99,8% di nichel – continua a crescere rapidamente, l’offerta di nichel di classe I – il tipo di nichel scambiato sull’LME – è scesa del 28% quest’anno a 40.032 tonnellate, il livello più basso dal 2007. Le scorte di nichel registrate a Shanghai sono ancora più basse, con appena 1.496 tonnellate, grazie al fatto che le importazioni cinesi di nichel raffinato vengono sempre più sostituite da prodotti intermedi destinati al settore EV.

La scarsa domanda di acciaio inossidabile mantiene bassa la domanda di ghisa al nichel

Ripresa delle materie prime

Il nichel non è l’unica materia prima destinata ad essere così colpita da un calo dall’inizio del 2023, soprattutto a causa delle prospettive negative sull’economia. Quasi tutte le materie prime hanno seguito il destino del nichel.

Secondo la banca, nel 2023 i prezzi complessivi delle materie prime subiranno una contrazione del 21% rispetto al 2022, con un calo del 26% per i prezzi dell’energia. Il greggio Brent dovrebbe avere una media di 84 dollari al barile quest’anno, con un calo del 16% su base annua, mentre i prezzi del gas naturale negli Stati Uniti e in Europa dovrebbero essere dimezzati. Nel frattempo, si prevede che i prezzi del carbone scenderanno del 42% nel 2023, mentre i prezzi dei fertilizzanti dovrebbero diminuire del 37%, segnando il più grande calo annuale dal 1976. Tuttavia, i prezzi dei fertilizzanti sono ancora vicini ai massimi registrati durante la crisi alimentare del 2008-2009.

Purtroppo, la Banca Mondiale afferma che il calo dei prezzi dei generi alimentari porterà poco sollievo agli oltre 350 milioni di persone che si trovano ad affrontare l’insicurezza alimentare in tutto il mondo, perché sebbene si preveda che i prezzi dei generi alimentari scenderanno dell’8% nell’anno in corso, saranno ancora al secondo livello più alto dal 1975.


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