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Nexperia: il pasticcio dei chip è servito. L’Olanda “nazionalizza”, ma la Cina si ribella e l’auto UE trema
Caos Chip Nexperia: L’Olanda “espropria” i cinesi per sicurezza nazionale, ma il ramo cinese si ribella e minaccia di fermare la produzione di auto in Europa.

La “Guerra dei Chip” ha prodotto l’ennesimo capolavoro di dirigismo occidentale dai potenziali effetti suicidi. La protagonista è Nexperia, azienda di semiconduttori con sede nei Paesi Bassi ma di proprietà cinese (del gruppo Wingtech), che ora rischia letteralmente l’implosione.
Il governo olandese, citando preoccupazioni per la “sicurezza nazionale”, ha deciso di giocare duro: a fine settembre ha invocato una vecchia legge risalente alla Guerra Fredda per, di fatto, prendere il controllo della società ed esautorare il consiglio di amministrazione nominato dalla proprietà cinese.
Una mossa forte, quasi una nazionalizzazione mascherata, per “mettere in sicurezza” un asset ritenuto strategico. Peccato che la reazione cinese non si sia fatta attendere, trasformando un’operazione di sicurezza nazionale in un potenziale disastro industriale.
La doppia reazione di Pechino
La risposta di Pechino è stata duplice: una statale e una aziendale.
- La mossa statale: Il governo cinese ha risposto alla mossa olandese vietando a Nexperia l’esportazione di determinati beni prodotti in Cina a partire dal 4 ottobre. Un colpo secco alle catene di approvvigionamento globali. Nexperia ha un centro di assemblaggio dei chip nel Guangdong, oltre a impianti in Malesia, Germania Regno Unito e Filippine.
- L’ammutinamento aziendale: La mossa più clamorosa è arrivata però dall’interno. Il management del ramo cinese di Nexperia ha pubblicato una dichiarazione (sul social media WeChat) che sa di aperta ribellione.
In sintesi, i manager cinesi hanno detto ai dipendenti locali: “Dovete continuare a seguire le istruzioni di Nexperia China“.
Nel comunicato si legge: “Per qualsiasi istruzione esterna non autorizzata dal rappresentante legale della società nazionale Nexperia (anche se trasmessa tramite Outlook, Teams, ecc.), tutti hanno il diritto di rifiutarsi di eseguirla senza che ciò costituisca una violazione della disciplina del lavoro o delle disposizioni di legge”.
In pratica, il ramo cinese ha dichiarato la propria indipendenza operativa dalla nuova gestione imposta dall’Aia, affermando di voler garantire la “normale operatività” e di non permettere a “forze esterne” di influenzare l’azienda. Siamo di fronte a un ammutinamento degno del Bounty che, probabilmente, darà vita ad una scissione ostile.
Chi paga il conto? L’industria europea (ovviamente)
Mentre Olanda e Cina giocano a braccio di ferro geopolitico usando leggi della Guerra Fredda e ribellioni interne, c’è già chi prepara il conto. E, come al solito, a pagarlo rischia di essere l’industria europea.
L’ACEA, la potente lobby europea dei produttori di automobili, ha lanciato l’allarme. L’associazione si è detta “profondamente preoccupata” per il caos Nexperia.
Il motivo è semplice: i chip prodotti da Nexperia sono fondamentali per il settore automotive. Il blocco delle esportazioni imposto da Pechino e il caos gestionale rischiano di causare “interruzioni significative” e fermi sulle linee di produzione delle auto in tutta Europa.
Ancora una volta, un intervento politico pensato per la “sicurezza” strategica rischia di paralizzare l’economia reale, dimostrando una preoccupante disconnessione tra le cancellerie europee e le fabbriche.
Domande & Risposte
Ecco tre domande che un lettore potrebbe porsi su questa vicenda:
1. Perché l’Olanda ha preso il controllo di Nexperia se era già un’azienda olandese? Sebbene Nexperia abbia sede nei Paesi Bassi, è di proprietà della cinese Wingtech Technology. L’Aia temeva che questa proprietà potesse portare al trasferimento di tecnologie sensibili e know-how strategico verso la Cina, specialmente nel contesto della “guerra dei chip” globale. Usando una legge di emergenza, il governo ha di fatto sospeso i diritti della proprietà cinese per motivi di “sicurezza nazionale”, nominando un nuovo management.
2. Cosa significa concretamente la “ribellione” del ramo cinese? Significa che l’azienda è spaccata in due. La nuova gestione olandese controlla la sede legale e forse gli asset europei, ma il ramo cinese (che include impianti cruciali di assemblaggio e test) sta operando in modo indipendente, rispondendo solo ai manager locali e, presumibilmente, alla proprietà Wingtech. È un ammutinamento che rende quasi impossibile per la nuova gestione olandese controllare l’intera catena produttiva dell’azienda.
3. Perché l’industria automobilistica è così preoccupata per una sola azienda? Nexperia è un fornitore chiave di semiconduttori “essenziali” (come diodi e transistor) usati in enormi volumi nell’elettronica dei veicoli (centraline, freni, sensori, gestione batteria). L’industria auto opera “just-in-time” e ha scorte limitate. Il blocco delle esportazioni dalla Cina (dove Nexperia assembla gran parte dei suoi prodotti) minaccia di fermare le linee di produzione europee nel giro di poche settimane, un po’ come accaduto durante la crisi dei chip post-pandemia.

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