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Nexit (Ucita dell’Olanda dll’Unione) e prossimo voto sui “Mezzi propri”

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I Paesi Bassi furono , a suo tempo, uno dei maggiori sostenitori dell’Entrata del Regno unito nell’Unione Europea. Del resto le due nazioni, nonostante guerre sanguinose combattute fra il XVII ed il XVII secolo, sono molto simili. Eredi di grandi imperi marittimi coloniali, basate sul commercio internazionale, con un visione molto pratica delle relazioni internazionali. Senza il Regno Unito i Paesi Bassi si sentono isolati, e questo è evidente. La  loro posizione è molto diversa non solo da quella dei paesi mediterranei, ma anche da quella degli ingombranti vicini tedeschi: infatti mentre noi abbiamo implorato il Recovery Fund, mentre sarebbe stato molto meglio chiedere la sospensione delle condizioni del debito almeno trentennale, gli olandesi si sono concentrati sui cosiddetti “Rebates” cioè sulla riduzione dei versamenti nei confronti dell’Unione, ottenuti in modo sostanzioso.

Però la formula attuale del Recovery Fund prevede una fetta di fondi “A fondo perduto” (Grants) che dovrebbero essere ripagati da tasse europee, sotto forma di tasse sulla plastica, sull’energia e una riduzione della quota dei diritti doganali spettanti agli stati. Questi due ultime voci risultano molto antipatiche per gli Olandesi che dipendono ancora molto da fonti fossili e che guadagnano bene con il 20% dei dazi transitanti dal porto di Rotterdam.

Quindi gli olandesi sono molto contrari alla parte di “Grants “, cioè a fondo perduto: gli olandesi preferiscono NON pagare tasse piuttosto che ottenere degli aiuti già predestinati dalla Commissione e che ne aumentano la dipendenza. Al contrario degli italiani, a cui è fatto divieto di votare, quei barbari non democratici degli olandesi voteranno  fine marzo ed il partito sovranista PVV segue quello di maggioranza VVD di pochi punti particolari. Ecco perchè è tutt’altro che improbabile che il parlamento olandese NON APPROVI le tasse legate al RRF, per cui è necessaria l’approvazione da parte di ogni parlamento nazionale, mandando a quel paese le attese di Bruxelles e anche del governo Draghi. Anzi essendo gli olandesi fa i più euroscettici non è detto che una pressione verso un voto positivo possa far partire un forte movimento Nexit, cioè di uscita dei paesi bassi dall’unione.  Quindi realismo direbbe di aspettare  il 31 marzo per cantare vittoria. sui fondi europei.


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