Difesa
Navi senza equipaggio, USV e droni navali: qual è la situazione teconologica della Marina Militare Italiana?
In un momento in cui vascelli di superficie e sottomarini senza equipaggio stanno ridisegnando il dominio del mare, qual’è la situazione in materia della Marina Miliare Italiana?

Ieri abbiamo scritto del piano strategico della Marina Militare tedesca sull’impiego diffuso di navi senza equipaggio, sia di superficie, sia sottomarine, il tutto per incrementare la capacità militare delle navi tradizionali. Che cosa sta facendo la Marina Militare Italiana, che ha una grande tradizione di innovazione tecnologica? Cerchiamo di fare il punto della situazione.
Contesto strategico
La Marina Militare Italiana (MMI) sta affrontando una trasformazione strategica guidata dall’innovazione tecnologica, sintetizzata nel documento “Il Future Combat Naval System 2035 nelle operazioni multi-dominio” (FCNS 2035). Questo documento delinea la visione della Forza Armata per lo Strumento Marittimo del futuro, identificando i sistemi senza pilotaggio umano, o unmanned (UxV), come un elemento centrale e cruciale.
Lo scenario operativo che si profila nei prossimi 15 anni è caratterizzato da minacce ibride, crescente competizione tecnologica e la necessità di operare efficacemente nel multi-dominio (terra, mare, aria, spazio, cyber). In questo contesto, l’Italia, Paese a forte vocazione marittima, riconosce l’importanza vitale del mare per la sua sicurezza e prosperità, in particolare per la protezione delle infrastrutture critiche sottomarine (dorsali dati e condotte energetiche).
L’evoluzione della capacità della MMI mira a integrare pienamente gli assetti senza equipaggio, i quali avranno un ruolo cruciale sia come risorse operative che, potenzialmente, come minaccia da contrastare. Le navi e i sottomarini continueranno a evolversi, trasformandosi in veri e propri hub strategici in grado di operare come centri di lancio, ricovero e supporto logistico per mezzi spaziali e marittimi (sopra e sotto la superficie) con payload diversificati.
L’obiettivo generale è prepararsi per un futuro, atteso entro dieci anni, in cui i nuovi vascelli della Marina utilizzeranno un numero significativo di droni.
Evoluzione e obiettivi operativi dei sistemi unmanned
L’adozione dei sistemi UxV è guidata da requisiti operativi specifici che si concentrano sull’autonomia, la resilienza, la modularità e l’integrazione.
- Impiego Multi-Dominio e Teaming: È fondamentale sviluppare la capacità di operare in teaming (collaborazione) sia tra sistemi unmanned che tra sistemi manned ed unmanned. Ciò richiede l’uso dell’Intelligenza Artificiale (AI) per l’autonomia nella conduzione della missione.
- Modularità e Riconfigurabilità: Gli assetti devono essere modulari e riconfigurabili per affrontare scenari mutevoli e compiti ad ampio spettro, che vanno dalla guerra elettronica, al contrasto della minaccia aerea e di superficie, al rilievo idrografico, fino alle contromisure mine (MCM) e alla Sorveglianza, Ricognizione e Intelligence (ISR).
- Ambiente Subacqueo (Seabed Warfare): L’ambiente subacqueo è considerato un teatro cruciale. La MMI deve operare in modo persistente per proteggere le infrastrutture critiche nazionali e contrastare la multiforme minaccia subacquea, con particolare attenzione a quella unmanned. A tal fine, è prioritario sviluppare una flotta di mezzi autonomi subacquei caratterizzati da modularità, resilienza e persistenza.
Programmi Specifici di Piattaforma e Integrazione
- Progetto SCIAMANO (Swarm Drone Carrier)
Il progetto SCIAMANO è un esercizio di studio, non un programma di sviluppo di una nuova unità portadroni, volto ad approfondire l’integrazione di droni aerei, di superficie e subacquei (UxV) sulle unità esistenti e future della MMI.
- Obiettivo Tecnico: Lo studio, presentato come “Swarm Drone Carrier” (Porta-Droni Sciame), si concentra su come numerosi droni possano essere ospitati e integrati con i sensori e i sistemi di gestione del combattimento (CMS) delle navi per missioni di ricerca e soccorso, intercettazione e interdizione.
- Sfida Industriale e Adattamento Navi: Fincantieri è stata incaricata di ripensare i design delle navi per integrare sistemi di lancio e recupero (LARS) per droni di tutti i tipi, affrontando aspetti cruciali come lo stoccaggio, la manutenzione e il caricamento delle munizioni. Ad esempio, lo studio prevede la capacità di ospitare da sei a dieci droni sottomarini, lanciabili attraverso aperture nello scafo (invece che tramite gru), e da quattro a sei droni di superficie (USV), usando il SAND USV di Fincantieri come riferimento.
- Integrazione su Piattaforme Esistenti/Future: L’obiettivo primario di SCIAMANO è adattare i vascelli già in costruzione o pianificati, come la LHD Trieste, i pattugliatori PPX, e le due fregate Fremm EVO ordinate l’anno precedente. In prospettiva futura, gli studi sono propedeutici anche allo sviluppo della futura portaerei destinata a sostituire la Cavour nel 2040.
- Criticità di Sistema: Una sfida cruciale è l’integrazione dei sistemi COTS (Commercial Off-The-Shelf) o comunque non militari (come la maggior parte dei droni) nel altamente classificato Combat Management System (CMS) delle unità navali, e la gestione di sistemi eterogenei tramite un’unica piattaforma digitale.
Nave Polivalente per la Sorveglianza Subacquea (UPSDS)
In linea con il crescente focus sulla Seabed Warfare, la Direzione degli Armamenti Navali (NAVARM) ha pubblicato una richiesta per l’acquisto sul mercato secondario di una Off-Shore Supply Vessel (OSV) da convertire in una Unità Polivalente per la Sorveglianza della Dimensione Subacquea (UPSDS).
- Ruolo e Acquisizione: L’UPSDS servirà come nave madre per veicoli unmanned (subacquei e di superficie) e, se l’acquisto andrà a buon fine, sarà la prima piattaforma interamente dedicata alla sorveglianza e alle operazioni sull’infrastruttura subacquea nazionale. Il valore stimato dell’operazione è di €50 milioni, con consegna prevista entro la fine di febbraio 2026.
- Requisiti: I requisiti per l’OSV includono un ponte di lavoro di almeno 560 mq, una gru con specifiche capacità, una classificazione DP2, anno di costruzione successivo al 2015, e possibilità desiderabili come la presenza di un moon-pool e un ponte di volo (helipad). Fincantieri è stata identificata come il fornitore in grado di soddisfare la richiesta nei tempi stabiliti e di garantire i lavori di adattamento necessari.
- Navi Contromisure Mine di Nuova Generazione (NG-MCMV)
Nel settore delle Contromisure Mine (MCM), la MMI e il Cantiere Navale Intermarine stanno conducendo studi di fattibilità per le Navi Contromisure Mine di Nuova Generazione (NG-MCMV New generation mine counter misures vessel) .
- Approccio Ibrido: Nonostante alcune nazioni optino per un approccio completamente unmanned (“man out of the minefield”), l’Italia ritiene indispensabile un periodo di “Transizione”. Questo è motivato dalla non completa maturità tecnologica dei sistemi attuali e dalla convinzione che gli scenari futuri saranno complessi e multi-minaccia, rendendo la resilienza un must.
- Obiettivo NG-MCMV: Il progetto NG-MCMV mira a trovare il bilanciamento ottimale tra sistemi con equipaggio e senza, migliorando l’uso massivo dei Maritime Unmanned Systems (MUS) come moltiplicatori di forza. La nave deve mantenere la capacità di operare all’interno del campo minato, garantita dall’uso di materiali compositi come il GRP (Glass Reinforced Plastic) e una scocca monolitica per la resistenza agli shock subacquei e firme magnetiche/acustiche ridotte.
- Capacità MUS: Le NG-MCMV saranno dotate di un’area di lavoro a poppa per imbarcare almeno due moduli da 20 pollici, un hangar per MUS (USV, AUV, ROV) e una VOA (Vertical Operating Area) per UAV. Quindi i futuri cacciamine saranno navi pronte per l0uso di mezzi senza equipaggio.
Acquisizione di Assetti Strategici
La MMI sta anche procedendo all’acquisizione di assetti unmanned specifici, come il BLUE WHALE, un veicolo sottomarino autonomo a grande dislocamento (LDAUV). L’acquisizione di tre unità rientra nella cooperazione italo-israeliana denominata IIBW (Italian-Israelian BLUE WHALE). Il BLUE WHALE, lungo 10,9 m, è destinato alla sorveglianza, ricognizione, intelligence e contrasto antisommergibile (ASW).
Prospettiva Industriale: Fincantieri e il Dominio Unmanned
Dal punto di vista industriale, l’evoluzione dei programmi unmanned della Marina Militare Italiana rappresenta una spinta significativa per i player nazionali, in particolare Fincantieri, che sta posizionandosi strategicamente in questo settore ad alta complessità tecnologica.
Il panorama geopolitico attuale sta accelerando gli investimenti nella difesa e nella protezione delle infrastrutture critiche, un contesto che offre notevoli opportunità di crescita. Il mercato globale del dominio subacqueo è stimato a circa 50 miliardi di euro all’anno, con una quota accessibile per Fincantieri di circa 22 miliardi di euro all’anno.
- La Creazione del Polo Tecnologico Underwater
Fincantieri ha risposto a questa tendenza strategica creando, all’inizio del 2025, un nuovo segmento operativo dedicato, l’Underwater segment (Polo Tecnologico Subacqueo). Questo polo industriale integrato coordina tutte le attività di sistemi civili, militari e dual-use. L’obiettivo è raddoppiare la quota di ricavi generata dal segmento Underwater sul totale del Gruppo entro il 2027 rispetto al 2024.

Underwater Segment punta a mettere a disposizioni di mezzi UUV per il controllo completo dell’ambiente sottomarino
Il segmento Underwater consolida diverse capacità cruciali:
- Progettazione e costruzione di sottomarini (inclusi i sottomarini U212 NFS per la MMI).
- Tecnologie in sensori acustici ed effettori (tramite l’integrazione di WASS Submarine Systems di Leonardo, consolidata da gennaio 2025).
- Sistemi unmanned (tramite IDS – Systems Engineering).
- Know-how nei sistemi top-side per il rilascio, il recupero e l’interfacciamento operativo dei veicoli autonomi (tramite Remazel Engineering).
I risultati del primo semestre 2025 mostrano l’importanza di questa mossa strategica: il segmento Underwater ha registrato ricavi per 274 milioni di euro (+83% rispetto al 1H 2024) e un margine EBITDA premium del 17.0%.
- Sinergie e Sviluppo Tecnologico
L’approccio di Fincantieri è incentrato sulla tecnologia dual-use e sulle partnership. Importanti accordi di cooperazione tecnologica e investimenti sono stati finalizzati nel primo semestre 2025 per rafforzare la posizione nel dominio unmanned:
- MoU con Graal Tech: Per il co-sviluppo tecnologico esclusivo di veicoli subacquei autonomi di piccole e medie dimensioni e dei relativi sistemi di controllo.
- Investimento in WSense: Centro di eccellenza italiano per soluzioni innovative in reti wireless e sistemi di monitoraggio subacqueo avanzati, rafforzando la posizione del Gruppo nelle tecnologie critiche per la comunicazione subacquea.
Queste iniziative indicano che l’industria italiana non si sta limitando a costruire piattaforme, ma sta internalizzando e sviluppando tecnologie proprietarie ad alto valore aggiunto (come l’AI per ottimizzare i processi e i sistemi digitali di bordo come Navis Sapiens). L’industria svolge un ruolo di catalizzatore, contribuendo a indirizzare la ricerca e lo sviluppo e a valorizzare le specificità dei centri di ricerca nazionali.
Prospettive e Sfide Future
L’evoluzione dei programmi unmanned della MMI impone l’adeguamento di requisiti operativi, dottrinali e, soprattutto, di personale. La Marina riconosce che il vantaggio informativo e decisionale sarà cruciale, richiedendo l’interconnessione degli assetti (anche legacy), la sicurezza dei dati e lo sviluppo di fusion center e sistemi di Comando e Controllo con capacità di big data analytics.
La MMI deve sincronizzare lo sviluppo delle nuove capacità con la formazione di professionalità specializzate in meccatronica, supporto all’unmanned, analisi dei dati e sicurezza cibernetica, pena il rischio di sottoimpiegare gli assetti tecnologicamente avanzati.
In sintesi, i programmi della Marina Militare per le navi senza equipaggio non riguardano solo l’acquisto di droni, ma la riprogettazione completa dell’architettura navale e operativa, orientata all’integrazione multi-dominio e all’adozione di un approccio collaborativo (manned-unmanned teaming), sostenuto da un robusto e crescente polo industriale nazionale focalizzato sul dominio Underwater e sulla protezione delle infrastrutture marittime.

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