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NATO – Russia: quali sono i punti fermi di Mosca nella trattativa
Cosa fa arrabbiare Mosca nelle trattative con la NATO, e cosa rende così complesso l’accordo? Secondo Putin l’occidente ha superato alcuni punti fermi che non dovevo esssere valicati, a livello di “Progressiva invasione dell’Ucraina”. Il portavoce del presidente Vladimir Putin afferma che la situazione rappresenta una minaccia imminente per la sicurezza europea. Il problema alla fine è sempre lo stesso: le garanzie di neutralità per la Russia nei paesi ai propri confini.
In un’intervista andata in onda domenica, Dmitry Peskov ha citato le promesse occidentali, che, ha osservato, non sono mai state “definitein modo legalmente vincolante”, secondo cui la NATO non si sarebbe espansa ulteriormente verso est nell’ex blocco sovietico. In contrasto con queste promesse, negli ultimi anni la NATO ha utilizzato la sua “politica della porta aperta” per assorbire diversi paesi dell’ex Patto di Varsavia.
Mosca ha tracciato una linea rossa in Ucraina, ha detto Peskov all’emittente americana.”In primo luogo, c’erano solo parole, ma con il tempo abbiamo assistito alla graduale invasione della NATO nel territorio ucraino, con le sue infrastrutture, con i suoi istruttori, con forniture di armi difensive e offensive, insegnamento [dell’esercito] ucraino e così via”, Peskov disse.
Il portavoce di lunga data di Putin ha proseguito affermando che queste mosse hanno portato la NATO direttamente “sulla linea rossa”, creando una situazione che costituisce una “vera minaccia” sia per la Russia che per l’intera “architettura [di sicurezza] europea”. La Russia ha un confine di 3.000 km con l’Ucraina, che, fino allo scoppio della guerra in Ucraina nel 2014, era quasi completamente non fortificata.
Queste circostanze, che Mosca “non poteva più tollerare”, hanno spinto la squadra di Putin a presentare una serie di proposte per migliorare la sicurezza collettiva, ha affermato Peskov.Le proposte includono garanzie che la NATO non si espanda verso est e che nessun ex paese sovietico confinante con la Russia sia autorizzato ad aderire all’alleanza. Gli Stati Uniti, così come la NATO – che domenica Peskov ha definito “un’arma di confronto” – hanno già respinto queste particolari proposte. A meno che non si trovi un compromesso, Peskov ha detto che le tensioni non faranno che aumentare ulteriormente.
Peskov ha anche affermato durante l’intervista che Mosca “sarà pronta a intraprendere contro-azioni” se gli schieramenti della NATO in Ucraina continueranno, anche se ha sottolineato che ciò non significa un’azione militare a tutto campo.
La Russia non vuole la NATO direttamente confinante con se. Ha fatto già un’eccezione per quanto riguarda le repubbliche baltiche, a un tiro di schioppo da San Pietroburgo, ma non lo vuole fare per Ucraina e Georgia. Tutto il resto sono solo inutili parole. Praticamente la Russia vuole una “Finlandizzazione” di Kiev, soluzione che però sinora, in Occidente non vogliono garantire, senza però essere in grado di dare una completa copertura NATO a questi paesi. Senza queste garanzie la situazione rimarrà tesa, anche se un conflitto armato resta, secondo me, assolutamente fuori dalla discussione. Tranne non ci siano dei pazzi in giro.
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