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MORTI DI SERIE A E MORTI DI SERIE B

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“Mio padre è stato lasciato solo. Dopo una vita di onestà e rettitudine, tutti gli hanno voltato le spalle.”
Su “La Nazione” ad agosto dell’anno scorso, fu questo lo sfogo amaro di Gessica Bartolini, all’indomani del drammatico suicidio del padre GABRIELE BARTOLINI, imprenditore di aziende metalmeccaniche ad Umbertide, in provincia di Perugia.


Sulla scrivania dell’ufficio di quest’uomo, fu ritrovato un biglietto con scritto: “La banca non mi fa più credito e non so più come fare a pagare gli operai. Non ce la faccio più. “

Non ho visto ad agosto scorso post o articoli di gente indignata per questa tragedia.
Non ho letto tweets, né commenti di disprezzo nei confronti di un governo che ha messo in ginocchio tanta gente in Italia.
Non una parola.
Ma leggo in questi giorni cori di prefiche che si strappano i capelli per i poveri migrati periti in mare e apocalittiche condanne di Salvini.
E dunque? Che significa questo?
Che ” ‘A livella” di Totò è una stronzata.
Perché ci sono morti che fanno rumore e altri no.
Morti di serie A e di serie B.


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