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Difesa

Yemen-Israele: missile Houthi e attacco navale, sale la tensione nel Mar Rosso

Un missile Houthi dallo Yemen colpisce la Cisgiordania, seguito da un attacco navale nel Mar Rosso. Due eventi coordinati che rivelano una nuova e pericolosa escalation del conflitto. Il vertice Netanyahu-Trump tenterà di fermare la spirale

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Il lancio di un missile balistico dallo Yemen, diretto verso Israele ha fatto ululare le sirene nella Cisgiordania sabato notte. L’attacco, subito attribuito alle forze Houthi, sostenute dall’Iran, segna una drammatica espansione delle loro capacità missilistiche, ben oltre lo stretto di Bab al-Mandab nel Mar Rosso. La posta in gioco si è alzata, e con essa, il livello di tensione in un’area già sull’orlo del baratro.

L’Attacco Marittimo: Un Coordinamento Sospetto

Poche ore dopo l’allarme in Israele, domenica mattina, l’UK Maritime Trade Operations (UKMTO) ha lanciato un nuovo allarme: una nave mercantile, a 51 miglia nautiche a sud-ovest di Al Hudaydah, Yemen, è stata assalita da più imbarcazioni agguerrite, armate con armi leggere e granate a propulsione. L’equipaggio di sicurezza a bordo ha risposto al fuoco, trasformando le acque in un inferno di piombo. L’incidente, ancora in corso, dipinge un quadro inquietante di un’escalation coordinata.

L’UKMTO ha dichiarato: “UKMTO ha ricevuto un rapporto di un incidente 51NM a sud-ovest di Al Hudaydah, Yemen. L’imbarcazione è stata ingaggiata da più piccole imbarcazioni che hanno aperto il fuoco con armi leggere e granate semoventi. La squadra di sicurezza armata ha risposto al fuoco e la situazione è in corso. Le autorità stanno indagando. Si consiglia alle navi di transitare con cautela e di segnalare qualsiasi attività sospetta all’UKMTO.”

Questi due eventi, il lancio del missile e l’attacco marittimo, sembrano essere azioni coordinate e deliberate del gruppo proxy iraniano, un’escalation su più fronti: aereo e marittimo.

Tensione Iran-Israele-USA: Una Calma Apparente

La situazione tra Iran, Israele e Stati Uniti, pur essendosi apparentemente “calmata” dopo gli attacchi aerei dei bombardieri stealth statunitensi su tre strutture nucleari iraniane, rimane una polveriera. Tuttavia, le dichiarazioni del Presidente Trump di venerdì hanno riacceso i riflettori sulla pericolosa ostinazione di Teheran: nessun accordo per le ispezioni nucleari, nessun accenno a cessare l’arricchimento dell’uranio.

Trump, parlando ai giornalisti a bordo dell’Air Force One, ha espresso la sua convinzione che il programma nucleare di Teheran sia stato “bloccato permanentemente”, ma ha anche lanciato un monito: l’Iran potrebbe riavviarlo in un luogo diverso.

Lo Sguardo al Futuro: Netanyahu e la Speranza di una Tregua

Tutta l’attenzione ora si sposta su lunedì, quando il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu è atteso alla Casa Bianca. L’agenda è chiara: la possibilità di un accordo di cessate il fuoco per porre fine alla guerra di Gaza, che ormai si trascina da 21 mesi, con il suo carico di morte e distruzione. Trump, in passato, aveva già annunciato una “proposta finale” per una tregua di 60 giorni. Sarà questa l’occasione per gettare le basi di una pace duratura o assisteremo a un’ulteriore, drammatica, intensificazione del conflitto? Il mondo trattiene il fiato.


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