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Micro e Nanoplastiche nelle Arterie: un Rischio emergente per la Salute cardiovascolare

Uno studio rivela un’alta concentrazione di microplastiche nelle placche lipidiche 50 volte superiore al normal,e con rischi per la salute da precisare

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La plastica è ormai onnipresente nella nostra vita quotidiana, dagli imballaggi agli indumenti. Una crescente preoccupazione riguarda l’esposizione e l’accumulo nel nostro organismo di particelle plastiche estremamente piccole, note come “micronanoplastiche”.

Una nuova ricerca preliminare suggerisce che queste particelle invisibili, più piccole di 1.000 nanometri, potrebbero accumularsi nelle arterie, sollevando interrogativi sulle potenziali gravi conseguenze per la nostra salute cardiovascolare. Data la loro dimensione ridottissima, queste particelle possono infatti penetrare facilmente nelle cellule e nei tessuti.

Lo Studio sulle Arterie Carotidi

I ricercatori si sono concentrati sulla presenza di micronanoplastiche nelle arterie carotidi, i principali vasi sanguigni del collo che riforniscono di sangue il cervello e il viso. L’indagine ha esplorato se le persone con accumuli di grasso (placche) in queste arterie tendano ad avere una maggiore concentrazione di particelle plastiche rispetto a individui con arterie sane.

Questo studio, condotto dall’Università del New Mexico, ha presentato i suoi risultati preliminari al congresso Vascular Discovery 2025 dell’American Heart Association.

Ross Clark, autore principale dello studio e chirurgo vascolare presso l’Università del New Mexico, ha sottolineato come la fonte principale di queste particelle non siano solo gli oggetti di uso comune come utensili o imballaggi, ma soprattutto “il cibo e l’acqua che mangiamo e beviamo”. Clark ha anche aggiunto che queste plastiche sono diffuse nell’ambiente, degradandosi nel tempo e finendo per mescolarsi a suolo e acqua, entrando così nella catena alimentare.

Analisi Approfondita e Risultati Preliminari

Basandosi su una precedente ricerca italiana che l’anno scorso aveva identificato micronanoplastiche nelle placche rimosse chirurgicamente da alcuni pazienti carotidei (uno studio che aveva correlato la presenza di queste particelle a un rischio maggiore di morte, infarto o ictus nei successivi tre anni), il presente studio ha analizzato i livelli di micronanoplastiche nelle arterie carotidi di 48 adulti.

Microplastiche viste da Grok

I partecipanti sono stati suddivisi in tre gruppi: individui con arterie sane, quelli con placche ma asintomatici e quelli con placche e sintomi (come ictus). Sono state confrontate le placche con basse e alte concentrazioni di micronanoplastiche.

L’analisi ha rivelato concentrazioni significativamente più elevate di micronanoplastiche nelle placche carotidee rispetto alle pareti arteriose sane di donatori deceduti. In particolare, i soggetti con placca asintomatici mostravano una quantità di plastica 16 volte superiore (895 contro 57 microgrammi/grammo), mentre quelli con placca sintomatica presentavano una quantità addirittura 51 volte superiore (2.888 contro 57 microgrammi/grammo).

Cautela e Prospettive Future

È fondamentale sottolineare che i risultati attuali sono preliminari. Lo studio non ha evidenziato una correlazione diretta tra la quantità di micronanoplastiche nella placca e i segni di infiammazione acuta. Tuttavia, il team ha osservato differenze nell’attività genica delle cellule coinvolte nella stabilizzazione della placca.

Clark ha spiegato che “questi risultati indicano che gli effetti biologici dei micronanoplastiche sui depositi di grasso sono più complessi e sfumati della semplice infiammazione improvvisa”. I ricercatori avvertono che, al momento, lo studio non può stabilire un nesso causale definitivo tra la presenza di nanoplastiche nelle placche e l’insorgenza di ictus o altri sintomi correlati. La loro presenza potrebbe essere, per ora, solo un indicatore di un altro problema di salute sottostante.

Misurare con precisione queste particelle infinitesime in campioni biologici rappresenta inoltre una sfida scientifica notevole.

La prossima fase di questa ricerca mirerà a chiarire le risposte immunitarie innescate dalle micronanoplastiche nelle arterie ostruite. “È molto importante studiare l’effetto di questi materiali sul nostro corpo”, ha ribadito Clark, aggiungendo però che “dobbiamo essere cauti riguardo ai primi risultati di questo studio. Gli effetti biologici non saranno compresi appieno prima di molti anni”.

La presenza di microplastiche e nanoplastiche nel corpo umano è un dato ormai accertato e allarmante, riscontrato in studi recenti anche in altri fluidi biologici. Questa nuova ricerca aggiunge un tassello importante alla comprensione del potenziale impatto di queste particelle sulla nostra salute, in particolare quella cardiovascolare.


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