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Mercato del lavoro 2025: come la presentazione del CV diventa un fattore di competitività

Nel panorama economico del 2025, definito dalla duplice spinta della transizione digitale e dalle sfide demografiche, la competitività individuale sul mercato del lavoro si misura su parametri sempre più sofisticati. Non è più sufficiente ‘possedere’ le competenze; è diventato imperativo saperle comunicare con efficacia strategica.
Nel corso degli ultimi decenni il volto dell’economia è cambiato radicalmente assumendo i connotati attuali i cui tratti salienti sono quelli della fluidità, della velocità e della libertà. Di conseguenza sono cambiati, adattandovisi, il mondo del lavoro e gli stessi professionisti: al tradizionale rapporto datore-lavoratore si sostituisce oggi quello professionista-mercato del lavoro, in cui il lavoratore assume di fatto il valore e la funzione di cliente: egli deve acquisire una posizione lavorativa “vendendo” sé stesso come prodotto. In questo nuovo paradigma diventa essenziale la presentazione delle proprie skill, dei punti di forza e di tutte le competenze acquisite nel corso di anni di formazione accademica e lavorativa.
In questo contesto il Curriculum Vitae diventa uno strumento di marketing di importanza strategica per essere competitivi all’interno del mercato del lavoro e smette di essere un semplice documento anagrafico, motivo per cui forma, struttura e presentazione dei contenuti al suo interno assumono oggi grandissima importanza per chi intende muoversi con efficacia nel mondo del lavoro.
Nelle righe che seguono cercheremo di analizzare l’evoluzione del CV nel nuovo contesto economico e lavorativo delineatosi e in costante aggiornamento, prendendo in considerazione le direttrici evolutive delle nuove dinamiche lavorative, con un focus particolare sul ruolo dell’IA proprio nel settore del recruiting.
Tra “skills mismatch” e trasformazione digitale
Cercando di scendere nei particolari vediamo cosa significhi materialmente e nello specifico riuscire a vendere le proprie skill nel mercato del lavoro; per iniziare possiamo provare a chiederci quando e soprattutto perché un prodotto viene acquistato da un cliente e per fornire una risposta possiamo utilizzare le semplici e lineari dinamiche del marketing, valide per i comuni prodotti: anche nel mercato del lavoro, infatti, il primo passo è il riconoscimento di un bisogno da parte delle aziende (aggiunta o sostituzione di personale), cui fa seguito la ricerca di informazioni e la valutazione delle alternative, che equivalgono alle fasi del recruitment (sempre da parte dell’azienda), e che precedono la fase finale dell’acquisto, ovvero, nel nostro caso, dell’assunzione.
Nell’attuale contesto di fortissima automazione, che con l’avvento dell’IA ha subito un’ulteriore accelerazione, si sono moltiplicate le domande per ruoli ad elevata specializzazione, rendendo obsolete diverse mansioni; ne consegue un incremento altrettanto verticale della pressione competitiva che rende fondamentale il ruolo del CV, inteso e pensato come strumento strategico per la presentazione efficace delle proprie competenze.
Nelle imprese in ambito STEM e digitale, soprattutto in Italia, assistiamo sempre più spesso a uno skills mismatch: le competenze offerte dai professionisti non sempre, infatti, riescono a vestire a pennello le necessità delle aziende. Ecco che per chi invece possiede tutte o buona parte delle competenze richieste in un determinato settore, diventa fondamentale renderle immediatamente evidenti.
Comunicare il valore, non solo l’esperienza lavorativa
Il Curriculum diventa allora uno dei principali strumenti di marketing su cui possiamo contare quando vogliamo inserirci efficacemente nel mondo del lavoro. Il cambio di prospettiva si riflette direttamente sul metodo di creazione dei CV: il focus non è più la cronologia delle esperienze professionali, ma la presentazione delle skill e delle esperienze che aderiscono alla specifica richiesta di lavoro per cui stai facendo application.
Presentare le proprie skill piuttosto che la propria esperienza pregressa, ma soprattutto mostrare, se possibile, i risultati conseguiti dalle aziende grazie alle nostre competenze. Quando si cerca un criterio oggettivo, come auspicabile in questo caso, per determinare il valore di qualcosa, i numeri costituiscono una garanzia: il Return on Investment costituisce un parametro affidabile per dimostrare ai recruiters che l’azienda dovrebbe investire per conseguire aumenti degli utili e riduzione dei costi.
Nell’era del sovraccarico informativo chiarezza e concisione aprono la strada per l’efficacia, ma oltre alla scelta dei contenuti da inserire, come abbiamo analizzato sopra, anche la veste grafica gioca un ruolo determinante per il buon esito della nostra candidatura. Compilare il proprio CV è diventato una vera e propria competenza, ma per chi non disponesse delle skill grafiche necessarie a produrre uno strumento efficace, è importante utilizzare modelli CV online progettati da professionisti e perciò in grado di garantire un output professionale che sia all’altezza degli standard comunicativi richiesti oggi dal mercato del lavoro.
Quando il primo esaminatore è un algoritmo
Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale costituisce la più grande sfida del ventunesimo secolo, un cambiamento epocale attraverso il quale passerà l’umanità e con cui dovremo essere capaci di confrontarci anche nel mondo del lavoro.
L’IA tra le varie potenzialità di sviluppo futuro, già nel presente, ha un impatto sensibile nella vita di tutti i giorni: capita sempre più spesso, infatti, di dover interagire direttamente con l’intelligenza artificiale quando ricopre il ruolo di interfaccia tra servizi e utenti. Anche nel settore del recruiting questa tecnologia si è ritagliata un ruolo di grande importanza per le aziende. Stiamo parlando degli ATS (Applicant Tracking Systems): vengono utilizzati soprattutto dalle medie e grandi imprese, ma il loro utilizzo è destinato ad espandersi anche alle piccole.
Si tratta di algoritmi che contribuiscono al miglioramento del processo di selezione del personale attraverso una riduzione dei tempi e di cui si deve tenere conto quando creiamo il nostro CV. In altre parole dobbiamo essere capaci di ottimizzare il nostro documento tenendo presente che sarà “letto” da una AI: in parole ancora più semplici dobbiamo far sì che l’algoritmo sia in grado di comprendere senza errori i punti salienti del CV.
È importante in questo caso utilizzare parole chiave che riassumano in modo aderente, sintetico e preciso la posizione o il progetto per cui ci stiamo candidando, e una formattazione pulita e lineare, evitando tabelle e grafici troppo complessi, che correrebbero il rischio di essere mal interpretati.
Fino a pochi anni fa la cura dello stile del proprio CV poteva sembrare una semplice velleità con una piccola, quando non nulla, influenza sull’esito del processo di recruiting. Oggi sappiamo invece che il risultato finale dipende in larghissima misura dai contenuti del CV e dalla struttura della loro presentazione e che, dunque, la creazione di un CV strategico è il miglior investimento di tempo possibile per chi è deciso a candidarsi con successo.
Saper progettare e creare un curriculum efficace costituisce una delle skill più importanti in un mondo del lavoro, quello di oggi, in costante trasformazione, in cui velocità e fluidità costituiscono gli asintoti della sua funzione evolutiva: comunicare in modo efficace con questo nuovo mondo in divenire è un passepartout per giocare un ruolo attivo nel mondo del lavoro, restando padroni delle proprie scelte.
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