McCarthy a casa, ora tocca a Scalise, Emmer o altri

Martedì una manciata di repubblicani alla Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti ha estromesso il presidente repubblicano Kevin McCarthy, vittima delle lotte interne al partito repubblicano e al rifiuto dell’accordo che ha rinviato la chiusura dello stato federale di 45 giorni per il raggiungimento del tetto del debito. 

Il voto da 216 a 210 ha segnato la prima volta nella storia che la Camera ha rimosso il suo leader, con otto repubblicani che hanno votato con 208 democratici per rimuovere McCarthy. McCarthy ha detto ai giornalisti che non si sarebbe candidato di nuovo alla carica di Speaker.

“Ho combattuto per ciò in cui credo”, ha detto McCarthy. “Credo di poter continuare a lottare, ma forse in modo diverso”.

La Camera sembra destinata a rimanere senza leader per almeno una settimana, poiché diversi repubblicani hanno dichiarato di voler incontrarsi il 10 ottobre per discutere i possibili successori di McCarthy, con un voto su un nuovo oratore previsto per l’11 ottobre.

La ribellione di martedì è stata guidata dal deputato Matt Gaetz, un repubblicanodella Florida e antagonista di McCarthy che alla fine si è rivolto all’oratore dopo aver fatto affidamento sabato sui voti democratici per approvare un disegno di legge per evitare un parziale shutdown del governo.

“Kevin McCarthy è una creatura della “palude”. È salito al potere raccogliendo denaro con interessi speciali e ridistribuendo quel denaro in cambio di favori. Stiamo spezzando ora questa malattia”, ha detto Gaetz ai giornalisti dopo il voto.

McCarthy era stato giià contestato alla prima elezione, perché visto come figlio della vecchia politica di compromesso con i democratici, quella che normalmente viene cchiamata “la Palude” dai repubblicani filo trumpiani.

I candidati più nominati ora sono Steve Scalise, leader della maggioranza repubblicana alla Camera, 57 anni, o Tom Emmer, in seconda mandata, ma nuovi candidati potrebbero emergere nei prossimi giorni, prima del 10 ottobre.