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Analisi e studi

Matteo, elimina l’obbligatorietà della fatturazione elettronica tra privati (di P. Becchi e G. Palma)

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Prima il limite all’utilizzo del denaro contante, poi il potenziamento degli strumenti di accertamento fiscale, l’inversione dell’onere della prova che è finito a carico del contribuente e ora la fatturazione elettronica obbligatoria, oggi tra imprese e Pubblica Amministrazione, da gennaio anche tra privati. A partire dal 1° gennaio 2019 infatti, stando a quanto stabilito dal precedente governo a guida Pd, la fatturazione elettronica diverrà obbligatoria anche tra privati, cioè tra due partite Iva tanto per intenderci.

Ed ecco che tutti i giornaloni si sono affrettati ad applaudire uno strumento che dovrebbe combattere in modo ancor più efficace – dicono loro – l’evasione fiscale. In realtà si tratta dell’ennesimo strumento giacobino che renderà schiave imprese e professionisti, soprattutto quelli più piccoli, aumentando – e non diminuendo – l’evasione fiscale. Due partite Iva che si fatturano tra loro annullano l’Iva (cioè, dicendola brutalmente, l’imposta va in compensazione) ma fanno comunque reddito, quindi – stante l’insostenibile livello di tassazione cui siamo arrivati – i privati preferiranno non fatturare tra di loro scegliendo la strada del “nero”. Risultato? Riduzione del numero delle fatturazioni e
meno introiti per le casse dello Stato.

Questo dal punto di vista tecnico, ma il problema è anche democratico. Affliggere a ritmi serrati chi produce reddito, con continue intromissioni da parte dello Stato produce – da sempre nella storia – due conseguenze nefaste: la percezione dello Stato come nemico e una sorta di naturale auto-protezione da parte di cittadini e imprese.

Col decreto dignità sono stati depotenziati gli strumenti di accertamento fiscale come redditometro e spesometro. Da gennaio dovrebbero venir meno anche gli studi di settore. Almeno questo è positivo. Ma non basta. Occorre sterilizzare l’obbligo di fatturazione elettronica obbligatoria tra privati, riportare l’onere della prova in materia tributaria a carico dello Stato e aumentare il limite di utilizzo del contante almeno a 5 mila euro. Imporre a milioni di piccole attività commerciali e professionisti l’obbligo della fattura elettronica tra Partite Iva verrà visto come una misura in continuità coi governi targati Pd, e ciò potrebbe causare un ulteriore scollamento tra cittadini e politica. Si lasci la misura come facoltativa. Di obblighi ce ne sono già abbastanza.

di Paolo BECCHI e Giuseppe PALMA su Libero di ieri, 28 settembre 2018 

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