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Mastella assolto dopo 9 anni, grossi dubbi su una sentenza politica (per toglierlo di mezzo?):come può l’Italia sopravvivere con una magistratura così?

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Lungi per il sottoscritto difendere uno come Mastella. Ma in fondo non dovrebbe essere il Mastella della situazione a preoccupare gli italiani, o meglio, non solo. Il problema principe dell’Italia è la giustizia che non funziona o peggio che fa politica. Come Davigo che va per televisione, non è il suo ruolo. Permettetemi.

Recentemente anche Di Pietro ha affermato che si pente in un certo qual modo del suo interventismo post e in Tangentopoli: è stato distrutto un paese senza creare niente di nuovo (alla buon’ora, se ne è accorto! I suoi referenti stranieri si accorgono finalmente che bisogna cambiare direzione?). Alla fine la vera e tragica conseguenza è stata l’arrivo di un Renzi, i cui Rolex della visita araba sono ancora latitanti, sembra…

Tornando a bomba, una giustizia in cui la magistratura sembra – e ripeto sembra  – asservita alla politica ad esempio per togliere di mezzo Mastella, colpevole di qualche sgarro evidentemente, deve far paura. E paura ancora maggiore deve fare la reazione della politica dei giudici di stamane: invece di affermare che i giudici che sbagliano rovinando persone devono essere puniti, quanto meno non devono più fare carriera, essi rispondono addirittura – sento ora, su Rai 3 –  che bisogna allungare i tempi di prescrizione! Scusate, non ho capito: la sentenza Mastella è arrivata troppo presto? Doveva arrivare dopo 20 anni invece che 9? Pazzia.

Attenzione che anche  e soprattutto il business ne soffre, intendo dell’operato di questi giudici: se non fossero stati permessi gli abusi di Tangentopoli (custodia cautelare in carcere, contraria ai principi della democrazia, cfr. Justice Antonin Scalia, ndr) probabilmente Gardini sarebbe ancora vivo ovvero Montedison sarebbe ancora Italiana assieme a decine di migliaia di posti di lavoro che oggi mancano, invece di averla svenduta ai francesi post omicidio del Contadino, fatto che sembra sempre più asservito a piani internazionali a danno dell’Italia mai ben chiariti.

Ovvero, come diceva il giudice Almerighi nel suo Libro “Suicidi?”, probabilmente molti dei suicidi di Tangentopoli sono in realtà omicidi e la genesi resta da scoprire. Peccato che Guido Rossi sia trapassato, da grande conoscitore della magistratura meneghina ci avrebbe potuto illuminare. Ma c’è ancora Francesco Greco disponibile volendo, dico io…

In Italia la giustizia deve esser riformata, urgentemente: (i) se non con la separazione delle carriere, come avviene in buona parte del mondo occidentale, almeno con le carriere regolate con concorsi in cui gli errori giudiziari/la dissipazione inutile di risorse dello Stato, abbiano un peso rilevante. Ugualmente, (ii) in caso di dolo o colpa grave i giudici devono essere perseguibili – ricordiamo il caso del giudice Curtò che prese la “stecca” per aver terminato Montedison e non pagò civilmente -.

Parimenti (iii) le intercettazioni non devono essere rese pubbliche se non durante il dibattimento di primo grado e solo per i fatti strettamente inerenti ai reati contestati.

In ultimo (iv) le porte girevoli magistratura politica devono essere chiuse, fermate, immediatamente.

Senza queste riforme l’Italia è morta.

Come il caso Mastella insegna – e più ancora il caso Gardini/Montedison – senza una riforma della giustizia l’Italia NON si può salvare.

Oggi che anche negli USA una certa magistratura ha fatto lo stesso errore copiando in un certo qual modo l’Italia contro Trump, probabilmente i tempi sono maturi per una vera riforma. Le parole di Di Pietro, ora, prima dell’arrivo del nuovo ambasciatore americano a Roma, sembrano testimoniarlo.

Jetlag


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