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Marte svela i suoi segreti più profondi: il Rover Perseverance scava nel Pianeta, alla ricerca di tracce di Vita antica
Il rover Perseverance svela i segreti di Marte scavando rocce millenarie nel cratere Jezero. Scopri le emozionanti ricerche di acqua e vita passata e il destino dei campioni.

L’emozionante missione del rover Perseverance della NASA sta raggiungendo nuove vette di scoperta mentre si addentra sempre più nel passato geologico di Marte. Con un’audacia senza precedenti, il robot sta letteralmente “raschiando” le superfici rocciose del Pianeta Rosso, esponendo materiale che potrebbe custodire gli indizi cruciali sull’antico ambiente e l’abitabilità di Marte.
All’inizio di questo mese, un momento di pura tensione scientifica ha visto il Perseverance usare il suo strumento di abrasione per rimuovere lo strato superficiale di un affioramento roccioso marziano soprannominato “Kenmore”. L’obiettivo? Rivelare una superficie incontaminata per un’analisi ravvicinata della composizione e della storia della roccia. Questa procedura, che combina una macinazione meccanica e una pulizia a getto di gas, permette agli scienziati di studiare l’interno delle rocce che non sono state alterate da vento, radiazioni o polvere per miliardi di anni. Un vero e proprio viaggio nel tempo, che però non è stato privo di drammi.
“Kenmore era una roccia strana, per nulla collaborativa,” ha dichiarato Ken Farley, vice scienziato del progetto Perseverance, in una dichiarazione. “Visivamente, sembrava perfetta – il tipo di roccia su cui avremmo potuto ottenere una buona abrasione e, forse, se la scienza fosse stata propizia, eseguire una raccolta di campioni. Ma durante l’abrasione, ha vibrato in tutte le direzioni e piccoli frammenti si sono staccati. Fortunatamente, siamo riusciti ad andare abbastanza in profondità sotto la superficie per procedere con l’analisi.” Una battaglia vinta contro un terreno ostile, che aggiunge un tocco di suspense alla ricerca.
Da esploratore a chirurgo marziano: il cambio di focus di Perseverance
Questo recente segno di abrasione segna un’epocale svolta nell’attenzione del rover: da una fase iniziale di esplorazione e campionamento, Perseverance si dedica ora a una scienza in situ molto più dettagliata. Rispetto ai suoi predecessori, il Perseverance utilizza una punta abrasiva avanzata e un innovativo strumento di rimozione della polvere gassoso (gDRT), che applica cinque soffi di azoto per pulire i campioni, riducendo drasticamente il rischio di contaminazione. Un enorme balzo in avanti, considerando che i rover precedenti si affidavano a una spazzola per rimuovere i detriti.
— Scenarieconomici (@scenarieconomic) June 30, 2025
Una volta completata l’abrasione, gli strumenti scientifici di Perseverance entrano in azione per indagare la roccia esposta. L’imaging WATSON (Wide Angle Topographic Sensor for Operations and Engineering) del rover scatta foto ravvicinate, mentre la sua SuperCam utilizza impulsi laser per analizzare la composizione del materiale vaporizzato con uno spettrometro e studiare la luce visibile e infrarossa riflessa dalla superficie appena esposta con un altro. È come avere un laboratorio completo a milioni di chilometri di distanza.
“I detriti ci hanno mostrato che questa roccia contiene minerali argillosi, che contengono acqua come molecole di idrossido legate a ferro e magnesio – relativamente tipici dei minerali argillosi dell’antico Marte,” ha spiegato Cathy Quantin-Nataf, membro del team SuperCam, nella dichiarazione. “Gli spettri di abrasione ci hanno fornito la composizione chimica della roccia, mostrando miglioramenti in ferro e magnesio.”
Tracce di acqua e vita: le scoperte rivoluzionarie di perseverance
Perseverance si affida anche ai suoi strumenti SHERLOC (Scanning Habitable Environments with Raman & Luminescence for Organics & Chemicals) e PIXL (Planetary Instrument for X-ray Lithochemistry) per determinare il contenuto minerale, la composizione chimica e i potenziali segni di passata attività acquatica o persino di vita microbica. In un momento di pura euforia scientifica, questi strumenti non solo hanno trovato ulteriori prove di argilla, ma hanno anche rilevato il feldspato – un minerale comune nella crosta terrestre, sulla Luna e su altri pianeti rocciosi. E in una scoperta che ha lasciato gli scienziati a bocca aperta, il team ha trovato, per la prima volta, idrossido di manganese nei campioni osservati.
“I dati che otteniamo ora da rocce come Kenmore aiuteranno le missioni future in modo che non debbano preoccuparsi di rocce strane e non collaborative,” ha detto Farley. “Invece, avranno un’idea molto migliore se si può facilmente guidarci sopra, campionarla, separare l’idrogeno e l’ossigeno contenuti all’interno per il carburante, o se sarebbe adatta per essere usata come materiale da costruzione per un habitat.” Un passo cruciale verso il futuro dell’esplorazione umana di Marte.
Il lavoro si sta svolgendo nel Cratere Jezero di Marte, un bacino di 45 chilometri di diametro che un tempo ospitava un delta fluviale e un lago. Gli scienziati ritengono che la regione contenga alcuni dei documenti meglio conservati del passato umido di Marte, rendendola un luogo privilegiato per cercare biosignature, o indicatori di vita antica. Kenmore rappresenta la trentesima roccia marziana che Perseverance ha studiato con tale minuzia di dettagli.
Un futuro incerto per i campioni marziani?
Perseverance continua anche a raccogliere campioni di roccia, che vengono sigillati in tubi e conservati per un possibile futuro ritorno sulla Terra attraverso la prevista campagna Mars Sample Return (MSR). Tuttavia, un’ombra si allunga su questa ambiziosa missione: la proposta di bilancio NASA per l’anno fiscale 2026, recentemente rilasciata dall’amministrazione Trump, suggerisce un taglio completo al programma MSR. Un colpo potenzialmente devastante per la scienza marziana, che potrebbe trattenere per sempre i segreti più preziosi del Pianeta Rosso lontano dalla Terra. A questo punto c’è da pensare che aranno i cinesi i primi a riportare a casa dei campioni marziani.
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