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Mantenersi fedeli al principio che la Banca attingesse forza e prosperità nel dar forza e prosperità al Paese (R. Mattioli) (ing. Alfonso Scarano, analista indipendente)

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“C’è un omino piccolo così, che torna sempre tardi da lavorare”. Così Lucio Dalla nella canzone “Attenti al lupo” cantava la grandezza dei piccoli sogni e delle piccole persone, con in testa il sogno da realizzare: un lavoro, una famiglia, una impresa. perchè l’omino ”...ha un cappello piccolo così, con dentro un sogno da realizzare”. E’ questa la storia delle persone laboriose che per raggiungere i propri obiettivi chiedono alle banche dei prestiti. Il ritornello della canzone recita, continuamente: “Attenti a lupo!”, che risuona piuttosto profetico, soprattutto quando gli omini piccoli così non sono riusciti a ripagare i debiti. Non sono pochi! Ben 1,3 milioni sono le posizioni debitorie non ripagate; sono anche chiamati debiti non performanti (NPL non performing loans), o anche secondo la tradizione linguistico bancaria: “sofferenze bancarie”.
Poverine, le banche soffrono! Eppur è il loro lavoro dare prestiti e saper valutare a chi darli, aiutandoli a realizzare i loro sogni. Poi, in caso di problemi, la banca deve saper trovare modi e tempi per un rientro sostenibile. Ma la Banca Centrale Europea – BCE è oggi dominata dall’ideologia che le banche smetteranno (solo loro?) di soffrire solo se vendono, anche ad un tozzo di pane, le sofferenze alle società finanziarie specializzate al compito di meglio esercitare la meccanica legale/finanziaria di spremere i debitori.
Un’altra categoria di umanità, annidata tra i cosiddetti poteri forti (o quasi), ha invece attinto al credito delle banche in maniera vasta e spregiudicata: un capitalismo di relazione degenerato. Questa umanità particolare, si è preparata da tempo a non venir toccata dal render conto del danno da loro provocato alle banche, all’economia e in definitiva al Paese. Piccolissima minoranza, appunto annidata tra i 20mila maggiori debitori, che insieme non hanno restituito ben il 70% di tutte sofferenze (di totali 200 miliardi).
Spremere le sofferenze bancarie avviene quasi sempre attraverso l’aggressione delle garanzie immobiliari connesse a quel credito, tramite il meccanismo della “esecuzione immobiliare”. L’immobile in garanzia viene messo all’asta ed il ricavato dell’asta va a ripagare il debito residuo e tutti i pesantissimi costi di procedura.
Quale esempio concreto che rispecchi i numeri della spremitura, chiamiamo l’omino insolvente Mario Rossi.  Mario ha contratto un debito di 100 mila euro, ne ha ripagati 15mila euro di capitale oltre a 13mila euro di interessi, e gli rimane da restituire 85mila euro. La casa di Mario posta a garanzia ha un valore stimato di 125mila euro. Mario diventa insolvente ed il suo debito diventa sofferente. La banca vende alla finanziaria specializzata la sofferenza a un prezzo di 20mila euro. La finanziaria, nuova proprietaria del credito e della garanzia associata, aggredisce con una esecuzione immobiliare la casa di Mario, che viene messa all’asta a 106mila euro; un ribasso del 15% rispetto la perizia iniziale. Invenduta, si passa alla seconda asta ad un prezzo ribassato, e così via ed alla fine viene venduta a 63mila euro; un ribasso del 50%.
I costi di procedura sono tanti: il legale del creditore, il perito che esegue la stima, il professionista delegato alla vendita, il custode giudiziario, i costi gestiti da ciascuno di questi professionisti (bolli, diritti, contributi etc..), la pubblicità della vendita. Il conto, salato, è di 21mila euro. La vendita all’asta realizza dunque 42mila euro netti (63mila-21mila euro). La finanziaria ha guadagnato 22mila euro. Mario vede sfilare, attonito e inerme, tutte queste cifre; ha perso la casa e rimane ancora ingabbiato nella prigione del debito residuo di 43mila euro. Questo caso ricalca da vicino i dati riportati nello “Studio dei costi delle procedure esecutive individuali”, redatto dall’Osservatorio T6, un gruppo di esperti del settore delle esecuzioni immobiliari.
Tutto ciò sta avvenendo ora; con le procedure esecutive immobiliari prossimamente ancor più intasate dalla aggressione delle garanzie sottostanti ai 117 miliardi di NPL cartolarizzati (a fine 2017) cui si aggiungono i circa 70 miliardi di quest’anno.
Quale incredibile ammissione è quella della stessa commissaria Nouy alle interrogazioni dei parlamentari europei, ovvero che l’ideologia della BCE della liquidazione degli NPL non è neppure supportata da nessun studio economico e di valutazione di impatto ? (vedi il video, dal minuto 17 in poi…..:

Così, testualmente la commissaria Nouy: “non era necessaria una valutazione di impatto dei nuovi NPL……”
 
Non era necessaria??!?!?!?!?  🙁
Ha senso tutto questo? Con questi volumi di crediti deteriorati che pruducono, ineluttabilmente, una quantità straordinaria di esecuzioni immobiliari condotte con le attuali modalità accelerate e sbilanciatissime che tendono ad avvilire i prezzi a livelli anche miserrimi, non si azzoppa l’economia e la crescita futura del Paese?
Quale sortilegio ha offuscato la mente dei politici che con le loro ultime leggi hanno favorito in maniera totalmente sbilanciata le banche e – incredibilmente – proprio la speculazione finanziaria costruita sulle sofferenze bancarie?
Perchè le menti politiche non si sono impegnate, al contrario, a sostenere i piccoli uomini e i loro obiettivi, consentendo loro di ripagare il debito in maniera sostenibile?
Quale incredibile ideologia si è radicata nella BCE che vede nella speculazione finanziaria l’ottimo ed unico strumento di una soluzione finale delle sofferenze bancarie?
Un banchiere di altri tempi ma sempre attuale, Raffaele Mattioli, raccomandava di “mantenersi fedeli al principio che la Banca attingesse forza e prosperità nel dar forza e prosperità al Paese”, principio che riteniamo sempre valido e da perseguire.
Rimane l’auspicio che il nuovo Governo si accorga dei rischi sociali ed affronti in tempo questa grave situazione, intervenendo con lungimiranza ed equilibrio sociale affinchè i tanti sogni dei piccoli uomini che si sono frantumati in sofferenze, possano comunque realizzarsi in futuro rinnovando la fiducia nel dar forza e prosperità al Paese.
Un provvedimento urgentissimo, ad esempio, dovrebbe affrontare la problematica delle esecuzioni – quelle di derivazione dalle cartolarizzazioni e liquidazioni degli NPL bancari – che hanno ad oggetto la prima casa. Chi si sta preoccupando del rischio prossimo venturo di ulteriori parecchie decine di migliaia di famiglie sbattute fuori dalla loro prima casa?
Occorre, in ogni caso, che tal Governo sappia anche interagire con l’Europa e la BCE e mostrare più autorevolezza e determinatezza di quanto fatto nel trascorso passato.

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