Conti pubblici
La Manovra di Renzi in dettaglio: poche Luci, tante Ombre
Il premier Renzi ha introdotto la Legge di stabilità con queste parole (qui il testo):
“La più grande riduzione di tasse mai fatta da un governo nella storia della Repubblica”
“Rispetteremo il limite del deficit del 3%, siamo nelle regole”
Ovviamente quanto sopra dovrebbe essere coerente col DEF appena presentato (che trovate QUI)
In sintesi appare evidente che le affermazioni del premier siano entrambe non corrette.
Le considerazioni sulla Legge di Stabilita’ sono le seguenti:
1) E’ una manovra sostanzialmente a Deficit, se non fosse per le clausole di salvaguardia che prevedono l’immediato incremento dell’Iva (per portarla in 3 anni al 25%); tra l’altro dei 36 miliardi di coperture, ben 11 sono dichiarate a deficit, 3,8 da lotta ad evasione (quindi assai poco probabili sia da trovare, sia da riscuotere viste le esperienze passate), e ben 15 da tagli alle spese (ed anche qui abbiamo seri dubbi che si realizzino tutti); il tutto si basa su un PIL in crescita dello 0,6% nel 2015, cosa che certamente non accadra’. :’esito conclusivo e’ che il Deficit 2015 veleggera sul 3,5% abbondante.
2) E’ una manovra in cui la riduzione della tassazione è limitata ad appena 8 miliardi di euro, cifra che, rapportata alle entrate totali dello stato, rappresenta all’incirca l’1%
3) E’ una manovra che non cambia la competitivita’ del Paese perché la riduzione dell’IRAP sulla componente lavoro al massimo alleggerisce un po’ le aziende dalla supertassazione passata (che su 150.000 euro di utile costringeva gli imprenditori a versare circa 100.000 euro di tasse; oggi sarà possibile ottenere al massimo un risparmio di circa 20-25.000 euro (scendendo quindi a 75.000) per aziende dal fatturato medio di 5 milioni di euro, cifra importante ma che non incide sul differenziale di competitività verso la Germania (attualmente il differenziale di andamento del CLUP dal 2000 segnala che l’Italia ha perso circa il 23%, e con questa manovra s’andrebbe al 22%) che determina il nostro squilibrio con quel paese in termini di partite correnti (Current account)
4) E’ una manovra che ammazza in un colpo solo tanto la “previdenza complementare”, quanto il “trattamento di fine Rapporto“, distruggendo due tutele essenziali per il lavoratori
5) E’ una manovra che incide sulle spese in modo limitato ed ingiusto; tra l’altro taglia 930 milioni alla Lombardia (che notoriamente ha un sistema sanitario efficiente e di qualita’ buona) ed un quarto alla Regione Sicilia, premiando di fatto chi e’ piu’ spendaccione e sprecone
Quello su cui vorremo inizialmente concentrare l’attenzione sono le coperture; abbiamo circa 26 miliardi di euro che sono ne sono totalmente sprovvisti ma, attenzione: 11 miliardi rappresentano UNA MANCATA MANOVRA DI CORREZIONE (manovra che avremmo dovuto effettuare in base ai programmi dei DEF precedenti, accordi presi su carta con l’europa):
– il deficit strutturale 2015 prevedeva 2,2% mentre decidiamo di rimanere a 2,9% evitando una correzione di circa 0,7%; in questo modo evitiamo un’ulteriore giro di vite restrittivo che avrebbe depresso ancora di più l’economia; questi non sono soldi freschi immessi nell’economia, non è una manovra a deficit, non sono soldi spesi in maggior misura tali da spingere il PIL ma solo una manovra evitata, decisione che avrebbero contratto ancora di più la crescita;
– i tagli della spending review in realtà saranno misure mai prese per intero, visto che da decenni si effettuano solamente tagli lineari; ancora nulla può esser detto sull’argomento ma tali tagli saranno sicuramente tagli ai servizi e questi sappiamo che non portano beneficio alcuno all’economia perché di fatto equivalgono a minori spese (e spesso si traducono in maggiori imposte locali); quindi abbiamo una manovra correttiva che deprime il pil per circa 15 miliardi di euro, un bell’1%!
– l’incremento di ricavi dall’evasione sono impossibili da conseguire; questa estate, mentre si recava al mare la domenica mattina (alle ore 8) con la propria famiglia, un mio cliente si ferma al bar di un ridente paesino di collina (Apecchio) per prendersi un caffè; all’uscita dal locale, ripeto, era di domenica mattina ed erano le ore 8, l’imprenditore viene fermato da due signori usciti da un’auto posizionata di fronte al locale; questi zelanti funzionari gl chiedono lo scontrino; il mio cliente afferma che il barista lo ha fatto ma che lui l’aveva lasciato sopra il bancone del bar; i funzionari lo invitano ad entrare con lui onde verificare la veridicità delle affermazioni e constatano l’avvenuto fatto; ecco, questo è il massimo di quello che possono fare i nostri finanzieri, concentrarsi sullo scontrino di piccole realtà che di fatto possono ben poco. IN REALTA’ E’ ABBASTANZA NOTO CHE L’EVASIONE E’ QUELLA DELLE GRANDI BANCHE E DELLE ORGANIZZAZIONI CRIMINALI, li la Finanza non riuscirà mai ad incidere. Per questo penso che il massimo che riusciranno a fare sarà ISCRIVERE AL RUOLO PIU’ MULTE che poi non saranno mai e poi mai riscosse! Questa misura è a mio avviso inutile, pertanto, LE SPESE COPERTE CON LE RELATIVE CIFRE NON TROVERANNO ADEGUATA COPERTURA FINANZIARIA (RISULTANDO EFFETTIVAMENTE ESPANSIVE).
Per quanto sopra, ecco quel che ad una prima analisi ci sembra possa accadere
Ed ecco il valore finale che potrebbe verificarsi, in barba ai dati del FMI e di ORGANIZZAZIONI VARIE:
Questo dato fortemente negativo potrebbe però esser compensato/attenuato da alcune macrovariabili, sia esogene, sia endogenze, quali:
– ESOGENA: l’incremento dell’export originato dalla ripresa del commercio mondiale prevista per il 2015: passaggio da 4 a 5,1% che, moltiplicato per il 30% (il ns coefficiente di export) consente di avere un driver di crescita = 0,35%;
– ENDOGENA 1: le assunzioni conseguenza delle misure che eliminano i contributi sui neoassunti e rimuovono l’art. 18 = spinta al pil di 0,1%
– ENDOGENA2: il resto delle misure della nota di aggiornamento al DEF si stima che garantiranno ULTERIORE CRESCITA PER UNO 0,4% (ma di queste non vi è da fidarsi, riforma pubblica amministrazione, giustizia ecc. ecc non credo diano risultati)
– ENDOGENA3: lo 0,5% di crescita nominale dovrebbe esser data da Draghi se riesce a farci uscire dalla deflazione risollevando l’inflazione (0,5%)
Ne consegue che i driver di crescita saranno:
– PIL REALE = – 0,8%
– RIPRESA COMMERCIO MONDIALE = + 0,35%
– RIFORME STRUTTURALI = + 0,1% (non considererei lo 0,4% da giustizia ecc.)
– CRESCITA NOMINALE = 0,5%
Per un totale: +0,15%
MA SE E SOLO SE DRAGHI RISOLLEVA L’INFLAZIONE DAI VALORI NEGATIVI DI SETTEMBRE ED ODIERNI, ALTRIMENTI SI PASSA DALLO 0,15% AL – 0,35%!
LA MANOVRA DI RENZI? DICIAMO CHE FRENA LA CADUTA, ALTRIMENTI SAREBBE STATA DAVVERO ROVINOSA.
Se avesse fatto la manovra correttiva del 0,7%, promesso da Leptas e Sakkomannis, avrebbe determinato una contrazione del Pil di – 1,1% (da aggiungere al +0,15%).
IN CONCLUSIONE, LA MUSICA NON CAMBIA, E LA DIREZIONE DELL’ITALIA RESTA LA STESSA: VERSO L’IMPOVERIMENTO
Maurizio Gustinicchi e GPG Imperatrice
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