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Macroregione Alpina, ma a cosa serve? Indirettamente si vogliono destrutturare gli Stati! di Felice di Maro

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Per comprendere l’invio al Parlamento europeo da parte della Commissione europea il 28 luglio del progetto di «Macroregione Alpina» che coinvolgerà 48 regioni e province e coinvolgerà 7 Stati bisogna dare delle risposte alle seguenti domande.

Quali forme di cooperazione territoriale hanno preceduto le Strategie macroregionali?

Si tratta di un nuovo fenomeno oppure è un modo per limitare ulteriormente la sovranità degli stati?

Secondo me i temi sono quanto meno correlati. Ricordo che la tipologia della Macro Regione rientra nei finanziamenti previsti dai Fondi Strutturali della Comunità Europea. Certo per alcuni la definizione di (macro-) regione è legata alla definizione generica di regione intesa come un qualsiasi ente che rappresenta un’unità amministrativa. Quindi è un qualcosa che tende a modificarne radicalmente il significato.

Ma è proprio così?

Chiaramente non sono un oggetto fisico predefinito come lo stato-nazionale che è il risultato anche di scelte varie ma connesse con la storia stessa delle comunità e come queste si sono evolute. Non esistono quindi condizioni prestabilite o criteri relativi alla costituzione di una regione, e ovviamente incluse le macroregioni. In Italia le regioni definite dalla Nostra Costituzione. Esse risultano essere comunque so voglia o no dei particolari raggruppamenti di potere a livello politico ed anche economico s’intende e sono continuamente rilanciate dai media che determinano nei fatti quelle interazioni variabili tra diverse istituzioni che si possono modificare nel tempo in seguito a mutamenti interni od esterni a seconda del volume dei business che riescono a realizzare sostenuti in primis da investimenti pubblici. Gli investimenti privati non sono all’ordine del giorno e si parla comunque solo di fondi Ue che sarebbero disponibili per i settori indicati, settori che non sarebbero più finanziati dagli stati.

Le macroregioni esistenti sono:

Regione Mar Baltico definita proprio “Strategia UE per la regione del Mar Baltico” (EUSBSR) che è stata adottata nel 2009 e raggruppa 8 Stati membri (Svezia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Lettonia, Lituania e Polonia) che hanno unito le loro forze per affrontare sfide specifiche attinenti alla regione e in particolare la situazione ambientale del Mar Baltico.

Regione Danubio con definizione “La Strategia dell’Unione europea per la Regione del Danubio” (EUSDR) che coinvolge 9 Stati Membri della UE (Germania, Austria, Ungheria, Repubblica ceca, Repubblica slovacca, Slovenia, Bulgaria, Romania e Croazia) e cinque paesi non UE (Serbia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Ucraina e Moldavia).

Macroregione Adriatica Ionica (EUSAIR) (EU Strategy for the Adriatic and Ionian Region) che è stata costituita il 18 giugno 2014. La Commissione europea ha lanciato ufficialmente una nuova strategia per la regione adriatica e ionica finalizzata ad aiutare i suoi 70 milioni di cittadini a trarre vantaggio da una più stretta cooperazione. La strategia (EUSAIR – EU Strategy for the Adriatic and Ionian Region) riguarda principalmente le opportunità dell’economia marittima: “crescita blu”, connettività terra-mare, connettività dell’energia, protezione dell’ambiente e turismo sostenibile, tutti settori destinati a svolgere un ruolo cruciale nel creare posti di lavoro e stimolare la crescita economica nella regione.

Macro Regione Alpina. A gennaio 2016 probabilmente verrà approvata dal Parlamento europeo. I tre pilastri di EUSALP sono definiti nella risoluzione politica firmata a Grenoble il 18 Ottobre 2013 dai Ministri e dai Presidenti delle 48 Regioni interessati sono:

Pilastro 1 “Developing Alps” Assicurare una crescita sostenibile e promuovere la piena occupazione, la competitività e l’innovazione consolidando e diversificando specifiche attività economiche nell’ottica di una mutua solidarietà tra aree montane e aree urbane;

Pilastro 2 “Connecting Alps” Promuovere uno sviluppo territoriale basato su una mobilità sostenibile, una rafforzata cooperazione accademica, lo sviluppo di servizi, una politica di trasporti e infrastrutture per la comunicazione;

Pilastro 3 “Protecting Alps” Promuovere una gestione sostenibile dell’energia e delle risorse naturali e culturali, nonché la protezione dell’ambiente. Fonte: Regione Veneto – strategia macroregionale alpina.html.

Gli obiettivi sono:

Sviluppo economico, innovazione e ricerca;
Trasporti, infrastrutture immateriali e accessibilità;
Acqua, energia e ambiente, biodiversità.

L’accordo prevede che si potrà operare a livello di mobilità, turismo, infrastrutture, rete stradale e ferroviaria, gestione delle risorse energetiche, sostegno delle piccole e delle medie imprese, tutela ambientale, cambiamento climatico, tendenze demografiche, migrazione, innovazione, accesso ad Internet via satellite.

Com’è noto la Commissione europea ha fornito anche la definizione che ci permette di vedere anche la distanza che c’è tra le intenzioni dichiarate e le tendenze con tutto il carico dei processi istituzionali avviati nel parlamento europeo e nei singoli stati. Questa definizione si è formata durante la preparazione della Strategia per il Mar Baltico: la “Macroregione” è intesa come “un’area che include territori di diversi paesi o regioni associati da una o più sfide o caratteristiche comuni (…) geografiche, culturali, economiche o altro” (European Commission, 2009: 1 e 7). Si tratta di un quadro integrato che consente all’Unione Europea e ai suoi Stati membri di identificare i bisogni e di allocare le risorse disponibili attraverso il coordinamento delle opportune politiche, per consentire ad un territorio di beneficiare di un ambiente sostenibile e di uno sviluppo economico e sociale ottimale” (European Commission, 11/2009).

Ma chi è che ci crede?

La Macroregione Alpina dovrebbe identificare i bisogni. Non c’è mai stato in Ue attenzione ai bisogni. Le macroregioni che per alcuni settori potrebbero sostituire le regioni sono solo un mezzo per dare a Bruxelles maggiori poteri limitando fortemente la sovranità degli stati.

Perché?

Se non fosse così perché si diffonde tramite media che è un’esigenza organizzativa urbana in relazione alla mutazione dei tempi e poi si presentano soltanto alcuni settori obiettivamente caldi e di business s’intende e non si prende in considerazione di legiferare un quadro adeguato ai nostri tempi dei diritti reali. Al riguardo, ad esempio, necessità uno standard europeo delle retribuzioni, livelli alti di sanità pubblica e istruzione minima per tutti proprio in funzione dei processi in atto d’innovazione tecnologica e dei nuovi orizzonti della ricerca scientifica.

Certo è che diritto, economia e stato, sono fortemente correlati ma per Bruxelles esiste solo arrivare ad una «Europa Nazione» e senza diritti. La Macroregione Alpina è il risultato come detto di un accordo siglato il 18 ottobre 2013 a Grenoble (Francia) tra le varie 46 regioni e province autonome che si trovano attorno alla catena alpina. Si pensa che proprio in quest’area si possa avviare una destrutturazione degli stati. Al momento sembra che non interessi ma quando poi gli stati non finanzieranno più i settori indicati come sarà l’economia? Al riguardo si pensa per davvero che ad esempio turismo e trasporti possano funzionare con investimenti quando arrivano dall’Ue e quando sono d’interesse per i privati?

Felice Di Maro


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