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Macron si decide e sceglie un primo ministro per la Francia

Micehl Barnier, ex commissario europeo, gollista, ed ex delegato per la Brexit, è stato sceldo da Macron come primo ministro, dopo oltre 50 giorni. Punterà a non essere sfiduciato dalla destra

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Fumata bianca a Matignon. Quasi due mesi dopo il secondo turno delle elezioni legislative, il Capo dello Stato ha nominato Michel Barnier per formare il nuovo governo giovedì 5 settembre, secondo un comunicato dell’Eliseo. Michel Barnier succede a Gabriel Attal, diventando il quinto occupante di Matignon da quando Emmanuel Macron è stato eletto Presidente della Repubblica nel 2017. Il passaggio di poteri tra il nuovo primo ministro e Gabriel Attal è previsto per le 18:00 a Matignon, secondo fonti concordanti riportate da BFMTV.

 Michel Barnier, 73 anni, è membro dei Repubblicani e si dichiara gollista. È stato eletto deputato per la prima volta all’età di 27 anni. La sua carriera comprende mandati come senatore, europarlamentare e diversi ministeri, tra cui Agricoltura e Affari esteri, oltre a un incarico come Commissario europeo. È stato anche il principale negoziatore di Bruxelles per la Brexit con la Gran Bretagna e in questa luce resterà alla storia per la sua rigidità, che ha portato a un Brexit che, alla fine, è stato mediocre per tutti. Un politico dalla nascita, letteralmente, che conosce poco, o nulla, del mondo reale.

Il suo nome è stato messo alla prova questa mattina dal Capo dello Stato tra i dirigenti del campo presidenziale e i membri del Parlamento.

Il tentativo di avere un governo non sfiduciato dopo un’ora da RN

Nel suo comunicato stampa, l’Eliseo ha dichiarato: “Questa nomina arriva dopo un ciclo di consultazioni senza precedenti durante le quali, in conformità con il suo dovere costituzionale, il presidente si è assicurato che il primo ministro e il governo che verrà soddisfino le condizioni per essere il più stabile possibile e si diano la possibilità di riunire il più ampio sostegno possibile”.

Secondo le informazioni fornite da Europe 1, BFMTV e LCI, è improbabile che il Rassemblement National censuri un governo guidato da Michel Barnier, a condizione che il discorso di politica generale da lui pronunciato, se nominato, soddisfi le loro aspettative. Su BFMTV, il deputato RN Sébastien Chenu ha commentato che il profilo di Michel Barnier “non fa sognare nessuno”, ma ha aggiunto: “Aspetto di vedere”.

A suo avviso, il Rassemblement National non censurerebbe “immediatamente” un Primo Ministro che si impegnasse a favore della rappresentanza proporzionale, affrontasse i temi dell’immigrazione, della sicurezza e del potere d’acquisto dei francesi e rispettasse il RN come prima forza politica. Da parte sua, Jean-Philippe Tanguy, un altro deputato della RN, ha descritto Michel Barnier come un “fossile” su France Inter, anche se non ha commentato la censura immediata.

Insomma Barnier mostra come LR siano ormai una sorta di succursale del macronismo che apre e chiude quando vuole. Barnier potrebbe sopravvivere come governo se proporrà il programma del RN, o almeno starà in piedi sino a quando lo vorrà la Le Pen. Una volta ottenuta la riforma della legge elettorale in modo da impedire la desistenza al secondo turno, quindi con un turno unico proporzionale, magari con una soglia d’accesso, RN avrà ottenuto i suoi obiettivi. Senza cosiderare che Barnier, caratterialmente, è la figura peggiore: europeista, rigido, duro, non è sicuramente una figura che susciterà simpatie.

Così Macron dimostra che può far loro vincere le elezioni e poi umiliarli. Sempre che poi non si arrabbino anche quelli di RN.


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