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L’UNICO MODO PER SALVARE L’EUROPA? MENO EUROPA, parola di Financial Times

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Come può sopravvivere l’Europa? Un tempo si sarebbe detto che  solo proseguendo in avanti, con più integrazione, poteva sopravvivere. Ora si inizia a pensare il contrario.

A dirlo non è un sovranista estremista, ma un compassato contributore del Financial Times, Gideon Rachmna. Il ragionamento parte dalla sentenza della Corte Costituzionale di Karlsruhe, massimo potere giurisdizionale tedesco, che è andato in opposizione su quando deciso dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea sulla legittimità dell’operato della BCE, alla quale si chiede di provare la “Proporzionalità” del proprio operato. A questo punto si tratta di evitare un pericoloso e potenzialmente devastante scontro fra poteri, che metterebbe la Germania in conflitto diretto con la BCE da un  lato e con la Corte di Giustizia dall’altro.

I  sostenitori più fanatici e meno lucidi della UE hanno reagito con orrore alle azioni della corte tedesca. Secondo loro la  sentenza di Karlsruhe ha “Messo a repentaglio l’intero ordinamento giuridico dell’UE” per cui la Commissione dovrebbe reagire portando la Germania in tribunale,cioè iniziando una procedura di infrazione. Bisogna dire che l’Autore si rende conto della insensatezza dell’operazione, che sarebbe distruttiva per diversi motivi:

  • la Germania è il più grande paese dell’Unione edil suo massimo contributore e non sopravviverebbe alla sua uscita;
  • la Corte Costituzionale è ancora una istituzione molto rispettata e soprattutto è l’espressione di una costruzione democratica, veramente democratica;
  • anche la Bundesbank gode di una grande stima.

Colpire queste due istituzioni tedesche significherebbe mettere la Germania contro l’Europa, e soprattutto il popolo tedesco contro le istituzioni europee. Quanto questo può essere utile all’Europa stessa? L’autore però non si rende conto che questa scelta viene a creare un forte, enorme squilibrio all’interno della struttura e, soprattutto, dell’uguaglianza dei cittadini della UE: infatti se viene tollerata l’intromissione a livello europeo della Corte Costituzionale di Karlsruhe, perchè non deve essere lo stesso per i massimi organi di applicazione delle leggi degli altri paesi?

Se la Commissione applicasse una procedura di infrazione alla Germania si creerebbe un corto circuito giuridico: la controversia è sulla superiorità come fonte del diritto fra Corte Tedesca e  Corte Europea, ma  se viene iniziata una procedura di infrazione questa ricade sotto la Corte Europea e questo però ne minerebbe la forza morale. La Germania potrebbe obiettare che la decisione giuridica non viene presa da una corte terza, ma dalla stessa Corte Europea che è messa sotto accusa . Un bel pasticcio.

L’autore purtroppo, evidentemente un frequentatore troppo assiduo di Bruxelles, si lancia in una ardita e quanto mai eccentrica differenziazione fra quanto sta accendendo nei rapporti fra Germania ed Unione e fra Polonia ed Ungheria ed Unione: queste ultime sarebbero “Cattive” perchè in mano a “Governi che stanno distruggendo la democrazia”, peccato che questi governi siano, democraticamente, molto più legittimati della Corte Costituzionale tedesca. Per fortuna che alla fine anche lui comprende che non si può forzare la mano con il cambiamento democratico, che  Bruxelles non può pensare di esportare la democrazia come se Budapest o Varsavia fossero la Baghdad di Saddam, ma bisogna lasciare che siano i rispettivi popoli a cambiare idea, se mai lo faranno.

Le conclusioni sono semplici: non può essere una procedura d’infrazione a far cambiare idea ai tedeschi, o a qualsiasi altro, Utilizzare questo sistema repressivo porterebbe solo all’esplosione del conflitto fra stati nazionali ed Unione. L’unico modo per risolvere il problema è quello di lasciare che , eventualmente lo risolvano gli stessi tedeschi , o polacchi, o ungheresi, e se questo significasse che la Germania vuole lasciare l’euro, beh, non ci sarebbe che da accettarlo. 


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