Esteri
L’ultimo fallimento di Biden: il riavvicinamento India – Cina
Cina e India si riavvicinano e superano una parte delle proprie tensioni sull’Himalaia, e questo grazie alla superficialità con cui gli USA hanno trattato l’India dall’alto del proprio stupido moralismo
All’inizio di questa settimana, l’India ha annunciato che l’India e la Cina hanno concordato di pattugliare la loro zona di confine contesa come avveniva prima dei letali scontri nella valle del fiume Galwan del giugno 2020. Ciò è stato possibile grazie al fatto che la Cina ha finalmente soddisfatto la richiesta di lunga data dell’India, che a sua volta ha spianato la strada ai loro leader per tenere un incontro bilaterale a margine del vertice BRICS di questa settimana a Kazan.
Ciò che molti non sanno, tuttavia, è che gli Stati Uniti sono stati inavvertitamente responsabili della facilitazione dell’accordo.
Questa analisi di inizio maggio spiega come lo scandalo dell’estate 2023 su un presunto tentativo di assassinio indiano contro un terrorista-separatista designato da Delhi con doppia cittadinanza americana sul suolo statunitense abbia rappresentato un punto di svolta nei loro legami. Gli Stati Uniti hanno poi continuato a giocare al poliziotto buono e al poliziotto cattivo contro l’India, prima di spingere il Canada a inasprire la propria disputa con l’India all’inizio di questo mese. Anche prima degli ultimi sviluppi, tuttavia, i rapporti tra India e Stati Uniti si erano già notevolmente inaspriti su questo tema.
L’India e la Cina hanno tenuto diversi cicli di colloqui sul loro confine conteso a partire dal 2020, ma non c’è stata alcuna svolta fino a quando i rapporti indo-statunitensi sono diventati caratterizzati dalla sfiducia a seguito dello scandalo dell’estate 2023 e di tutto ciò che ne è seguito. La Cina si è resa conto che il precedente livello di fiducia tra i due non tornerà mai più, il che ha placato le sue preoccupazioni sul fatto che l’India stia giocando un ruolo di primo piano nella politica di contenimento degli Stati Uniti. È stato questo cambiamento di percezione che ha portato la Cina a riconsiderare la sua politica informale nei confronti della disputa sui confini.La Cina è stata riluttante a tornare allo status quo ante bellum, poiché è stata vista come una concessione unilaterale che avrebbe potuto dare un segnale di debolezza e peggiorare la sua posizione nel Mar Cinese Meridionale. La drastica flessione dei legami indo-statunitensi, tuttavia, ha fatto sì che quanto sopra fosse percepito come un mezzo pragmatico per gestire le suddette preoccupazioni circa il contenimento della Cina da parte dell’India in coordinamento con gli Stati Uniti. Il miglioramento dei legami sino-indiani potrebbe quindi porre dei limiti al futuro miglioramento di quelli indo-americani.
Accogliere finalmente la richiesta dell’India, da tempo avanzata, di risolvere le tensioni post-Galwan e, di conseguenza, di rimettere in piedi la loro partnership in un contesto di drammatica flessione dei legami indo-americani, potrebbe precludere la possibilità che l’India partecipi allo schema di contenimento degli Stati Uniti. Nessun miglioramento dei legami indo-statunitensi avverrebbe a scapito di quelli sino-statunitensi, se ciò accadrà dopo che questo delicato problema sarà stato definitivamente ricucito e l’India non avrà più la stessa percezione di minaccia nei confronti della Cina.
La Cina e l’India hanno la possibilità di controllare la competizione che comunque è presente e si svilupperà ulteriormente in futuro, soprattutto se riusciranno a gestire le varie contese economiche e a ripristinare una fiduzia sui confini himalayani È per questo che gli Stati Uniti hanno cercato di dividerli e dominarli attraverso la guerra dell’informazione e la loro politica di “triangolazione” kissingeriana, che però è fallita dopo aver esagerato con le pressioni sull’India per lo scandalo di Estate 2023. Biden ha mancato di comprendere e rispettare gli obiettivi e le priorità indiane e ora ne sta pagando il fio.
A questo proposito, gli Stati Uniti non hanno mai rispettato l’India come partner paritario e hanno invece cercato di sottometterla come un vassallo, chiedendo all’India di conformarsi alle sanzioni unilaterali dell’Occidente contro la Russia, cosa inaccettabile sia per motivi economici che di principio. Gli USA hanno inoltre cercato di guidare l’India nell’interazione con la Russia dall’inizio dell’operazione speciale, ma anche questa operazione è fallita, come rivela lo sviluppo delle importazioni di petrolio indiane e le commissioni navali russe presso i cantieri navali di Nuova Delhi. In questo caso gli USA non sono riusciti a porsi come un partner economico più interessante rispetto a Mosca, pur avendone tutte le opportunità.
Questo spiega perché ha sfruttato lo scandalo dell’estate 2023 per peggiorare i loro legami, si è intromessa nelle elezioni politiche di quest’anno e ha persino contribuito a rovesciare il governo del Bangladesh qualche mese fa per fare pressione sull’India affinché si adeguasse alle sue richieste e poi punirla quando ciò non è avvenuto. I legami militari e commerciali rimangono stabili per ora, ma non si può dare per scontato, dal punto di vista dell’India, che questo rimanga tale, dato che i legami politici continuano a deteriorarsi per lo scandalo dell’estate 2023.
I due Paesi possono gestire tranquillamente la loro competizione in Bangladesh e cercare di trovare un modus vivendi, mentre l’ingerenza degli Stati Uniti non è stata diretta né abbastanza intensa come in altre elezioni da peggiorare seriamente i loro legami, ed è per questo che lo scandalo dell’estate 2023 rimane la più problematica delle loro controversie. Invece di lasciare che si plachi, gli Stati Uniti continuano a inasprirlo a intervalli periodici, sia da soli che attraverso il loro proxy canadese. Questo ha fatto capire all’India che gli Stati Uniti hanno intenzioni malevole e non ci si potrà mai più fidare completamente di loro.
Di conseguenza, l’India si è rallegrata del fatto che la Cina abbia finalmente deciso di soddisfare la sua richiesta di lunga data di risolvere le tensioni post-Galwan e di rimettere in carreggiata i legami bilaterali, dimostrando agli Stati Uniti che l’India non diventerà mai un suo vassallo. Inoltre, l’India ha anche dimostrato di essere abbastanza influente da accelerare ulteriormente i processi multipolari a scapito dell’egemonia unipolare degli Stati Uniti, come vendetta per essere stata maltrattata, anche se il suo partner ribelle potrebbe ancora non cambiare strada.
Anche nella remota possibilità che lo faccia, la fiducia reciproca che caratterizzava i loro legami prima dello scandalo dell’estate 2023 non tornerà mai più, escludendo così la possibilità che l’India contenga la Cina in coordinamento con gli Stati Uniti in futuro. Ciò è particolarmente vero dopo che la Cina ha appena rimosso il principale fattore di irritazione nelle loro relazioni negli ultimi quattro anni, responsabile della dimensione militare dei legami indo-statunitensi che ha spinto la Repubblica Popolare a ipotizzare che l’India stesse cercando di contenerla insieme agli Stati Uniti.
A posteriori, e a condizione che l’incipiente riavvicinamento sino-indiano continui, la campagna di pressione degli Stati Uniti contro l’India potrebbe essere vista come una svolta per il modo in cui è pronta a rimodellare le dinamiche strategiche della transizione sistemica globale. Il significativo miglioramento delle relazioni sino-indiane potrebbe portarle a liberare il loro pieno potenziale reciproco, il che, in caso di successo, rivoluzionerebbe le relazioni internazionali e porrebbe fine ancora più rapidamente all’egemonia unipolare degli Stati Uniti.
La gestione dell’amministrazione Biden dei rapporti internazionali si è quindi rivelata, per l’ennesima volta, devastante per il ruolo politico internazionale degli USA, unendo un moralismo fuori luogo nei rapporti internazionali con un atteggiamo da primi della classe che non corrisponde più alla realtà. Vedremo se un cambio secco alla guida della politica USA potrà invertire questo andamento. Paradossalmente una gestione Trump, che comporterà un riavvicinamento con l’Arabia Saudita, quindi con un produttore petrolifero interessanto a tornare a fornire l’India come prima della guerra in Ucraina, potrebbe aiutare l’eventuale nuovo presidente americano che è molto più comprensivo delle necessità degli altri paesi e non avrebbe problemi ne gestire a livello personale i rapporti con Modi.
Nello stesso tempo, comunque, le tensioni sull’Himalaya, e non solo, possono sempre riaccendersi, magari in Buthan, magari nelll’Oceano Indiano. La Cina si è dimostrata spesso altrettanto incauta quanto Washington, quando invece l’India deve essere ormai trattata come una grande potenza a tutti gli effetti.
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.
You must be logged in to post a comment Login