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L’Ucraina colpisce porti e centrali russe. Gli USA bloccano l’ATACMS, ma vendono missili ERAM. Atteggiamento contraddittorio?
Kiev intensifica gli attacchi con droni in territorio russo, incendiando un terminal gasiero sul Baltico e rischiando un incidente nucleare a Kursk. Dagli USA arriva però un veto cruciale: vietato usare i potenti missili ATACMS contro la Russia. Una decisione che limita la strategia offensiva ucraina.

Una drammatica escalation militare scuote il fronte russo, con l’Ucraina che lancia una serie di audaci attacchi con droni nel cuore del territorio nemico, colpendo un terminal energetico vitale sul Mar Baltico e arrivando a un passo dal disastro presso la centrale nucleare di Kursk. Ma mentre Kiev dimostra una crescente capacità di colpire in profondità, dagli Stati Uniti emerge una notizia che gela le speranze ucraine: un divieto assoluto di utilizzare i potenti missili a lungo raggio ATACMS di fabbricazione americana per colpire obiettivi in Russia. Una decisione che costringe l’Ucraina a combattere una guerra ad alta tecnologia con un braccio legato dietro la schiena.
Fiamme sul Baltico e Terrore Nucleare a Kursk
Nelle prime ore di domenica, il cielo sopra il porto russo di Ust-Luga, un hub cruciale per le esportazioni di gas sul Mar Baltico, si è illuminato di esplosioni. Secondo le autorità russe, i detriti di circa dieci droni ucraini abbattuti hanno scatenato un vasto incendio in un terminal appartenente al colosso del gas Novatek. Le immagini del rogo, che ha richiesto un massiccio intervento dei vigili del fuoco, testimoniano la vulnerabilità delle infrastrutture strategiche russe.
🔥 In the port of Ust-Luga, Ukraine’s Independence Day was marked in its own way — firefighters are battling a blaze at Novatek’s terminal after a drone strike
Governor of Leningrad region Drozdenko claims “debris” fell on the site, while locals film raw reports: “This is fed… pic.twitter.com/ixOVM3nY8z
— NEXTA (@nexta_tv) August 24, 2025
Contemporaneamente, un altro drone ha seminato il panico nella regione di Kursk. Le difese aeree russe hanno abbattuto il velivolo proprio nei pressi della centrale nucleare. L’impatto e la successiva esplosione, secondo l’agenzia di stampa TASS, hanno danneggiato un trasformatore ausiliario, costringendo a dimezzare la potenza del reattore numero 3. Sebbene i livelli di radiazioni siano stati dichiarati normali, l’incidente riaccende i peggiori incubi, con l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) che da anni lancia allarmi sulle catastrofiche conseguenze di un attacco a un impianto nucleare.
Ukrainian drones attacked the Kursk Nuclear Power Plant, the Novatek terminal in Ust-Luga port, and the Syzran oil refinery. At Kursk, a drone’s debris damaged a transformer, reducing Unit 3’s capacity by 50%, with one unit operational. In Ust-Luga, drone debris caused a fire at… pic.twitter.com/Pf1FZIrRbk
— Aleksandar Djokic (Александар Джокич) (@polidemitolog) August 24, 2025
Veto americano all’uso degli ATACMS, ma vendita di 3000 missili ERAM
La notizia di questi attacchi arriva in concomitanza con una rivelazione esplosiva del Wall Street Journal. Citando funzionari del governo statunitense, il quotidiano riporta che gli Stati Uniti hanno formalmente vietato all’Ucraina di utilizzare i missili balistici ATACMS, forniti da Washington, per colpire il territorio russo. Questi missili, con una gittata di centinaia di chilometri, rappresenterebbero l’arma più efficace per neutralizzare basi aeree, centri di comando e linee di rifornimento russe a grande distanza.
Nel frattempo però gli USA hanno approvato un pacchetto di 850 milioni di aiuti che comprende circa 3300 missili ERAM, missili a lungo raggio, con 400 km di gittata, che possono essere utilizzati in modo flessibile contro bersagli aerei, terrestri o navali. Il pacchetto dovrebbe arrivare in tempi relativamente brevi ed era stato ritardato per l’incontro Trump – Putin. Ora, dato che le trattative si stanno tirando per le lunghe, il pacchetto viene sbloccato, un’indicazione che la corda non si può tirare oltre un certo livello.
Comunque sinora l’Ucraina si è affidata ai propri droni per le attività in profondità, o a missili costruiti internamente, anche se il famoso missile Flamingo, con gittata sino a 3000 km, non pare sia stato ancora utilizzato.
Mentre Washington frena sulle capacità offensive a lungo raggio, altri alleati rafforzano il loro sostegno difensivo. Proprio in queste ore, la Norvegia ha annunciato un contributo di circa 600 milioni di euro per finanziare, insieme alla Germania, la fornitura di ulteriori sistemi di difesa aerea Patriot a Kiev. “Insieme alla Germania, stiamo ora garantendo che l’Ucraina riceva potenti sistemi di difesa aerea”, ha dichiarato il primo ministro norvegese Jonas Gahr Stoere, sottolineando l’urgenza di proteggere le città ucraine.

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