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L’oro è del popolo italiano, come la sovranità monetaria

Il 4 dicembre 2025, in una intervista su Byoblu con Michele Crudelini (di cui parlo su Scenari Economici), ho detto che tra i compiti della BCE elencati dall’articolo 27 del TFUE, c’è “detenere e gestire le riserve ufficiali in valuta estera degli Stati membri”, ma non si parla minimamente delle riserve auree, quindi il Governo ha tutto il diritto/potere di chiarire di chi è la proprietà dell’oro gestito e detenuto dalla Banca d’Italia.
Delle due l’una, o il Governo ha ascoltato le mie argomentazioni oppure è arrivato alle stesse conclusioni. Infatti l’emendamento letto da Giancarlo Giorgetti in Commissione Bilancio del Senato il 19 dicembre 2025 afferma: “Fermo restando quanto previsto dagli articoli 123, 127 e 130 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, il secondo comma dell’articolo 4 del testo unico delle norme di legge in materia valutaria, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 31 marzo 1988, n.148, si interpreta nel senso che le riserve auree gestite e detenute dalla Banca d’Italia, come iscritte nel proprio bilancio, appartengono al Popolo Italiano”.
Approvo questa mossa del Governo e rilancio: perché non ne approfittiamo per chiarire altri aspetti riguardanti la moneta?
L’articolo 117 della nostra Costituzione (modificato nel 2001, quando avevamo già firmato i Trattati Europei) dice al comma 2 che “Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie: […] e) Moneta, tutela del risparmio e mercati finanziari; tutela della concorrenza, sistema valutario; sistema tributario e contabile dello Stato; armonizzazione dei bilanci pubblici; perequazione delle risorse finanziarie”.
Ovviamente al comma 1 si specifica nel rispetto “dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali”. I vincoli sono solo quelli presenti nelle norme dei Trattati Europei, che spesso con troppo leggerezza vengono “interpretati in senso estensivo” dalla BCE su alcuni temi cruciali per il nostro paese, come il finanziamento dello Stato e la sovranità monetaria. Vediamoli uno alla volta nel dettaglio.
Il finanziamento degli Stati
La sovranità fiscale, intesa come diritto ad imporre tasse e concedere agevolazioni fiscali, è ancora di competenza esclusiva dello Stato ed il prelievo fiscale è la sua principale fonte di finanziamento. Ma lo Stato si finanzia anche ricevendo gli utili delle istituzioni di diritto pubblico
La Banca d’Italia è una tra le più importanti istituzioni di diritto pubblico, anche se negli ultimi 50 anni è diventata sempre più “indipendente” dallo Stato e le sue quote di partecipazioni sono finite in mano ad istituzioni private, alcune purtroppo con con sempre più azionisti stranieri. Ma seguita a svolgere una funzione pubblica, per cui a fine anno il suo utile viene quasi interamente trasferito allo Stato.
Quindi è vero, come sostiene la BCE, che secondo l’art.123 comma 1 del TFUE “sono vietati la concessione di scoperti di conto o qualsiasi altra forma di facilitazione creditizia” agli Stati, da parte delle banche centrali, ma non è vietato qualsiasi tipo di finanziamento, visto che comunque ogni anno lo Stato ha diritto a percepirne gli utili.
Infine lo Stato si finanzia anche con l’emissione di titoli di stato, che però non possono essere acquistati direttamente dalla Banca d’Italia, come quando faceva da prestatore di ultima istanza, sempre a causa dell’art.123 sopra citato. Ma da anni questo divieto viene abilmente aggirato dalla BCE con il Quantitative Easing, tanto che oggi la Banca d’Italia detiene più di 700 miliardi di euro di titoli di stato italiani. L’escamotage è permettere alla nostra banca centrale, di acquistare i “titoli di stato” non direttamente dagli Stati, ma indirettamente sui mercati finanziari. Cambia la forma ma non la sostanza, esiste un rapporto creditore/debitore tra la Banca d’Italia e lo Stato italiano, che è addirittura maggiore di quanto non fosse 50 anni fa.
Parafrasando Giovanni Giolitti “Per il popolo le leggi si applicano, per la finanza si interpretano”.
La sovranità monetaria
La sovranità monetaria è il potere di uno Stato di creare moneta. Storicamente è sempre stato esercitato dal Tesoro: direttamente con le monete metalliche ed i biglietti di stato, oppure indirettamente tramite la sua Banca d’Italia, che emetteva banconote e gestiva le politiche monetarie.
Negli ultimi 50 anni, però, progressivamente lo Stato ha smesso di esercitare questo diritto/potere, lasciando sempre più spazio alle banche private che oggi creano con i prestiti, più del 93% di tutta la moneta che usiamo. In questo modo il debito pubblico e privato è diventato insostenibile.
Ma la sovranità monetaria è sempre rimasta di competenza esclusiva dello Stato, anche perché la sovranità è uno dei suoi tre elementi costitutivi, che non possono essere mai ceduti, altrimenti non esisterebbe più lo Stato. Secondo la Costituzione la sovranità appartiene al popolo (art.1) e non può essere ceduta, ma solo limitata in ben specificate condizioni e motivazioni (art.11).
Lo conferma anche la Banca d’Italia nel suo sito, nella pagina dedicata al “signoraggio” https://www.bancaditalia.it/compiti/emissione-euro/signoraggio/: “Oggi, quindi, il signoraggio viene percepito in prima battuta dalle banche centrali, le quali tuttavia lo riversano poi agli Stati, titolari ultimi della sovranità monetaria”.
Quali strumenti allora può creare lo Stato oggi con l’Euro, nel pieno rispetto “dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario”?
Nei Trattati Europei c’è solo l’articolo 128 che parla di strumenti monetari, nel comma 1 le banconote sono di competenza esclusiva della BCE, mentre nel comma 2 le monete metalliche sono di competenza esclusiva degli Stati (la BCE approva solo il volume di conio).
Quindi eventuali altri strumenti di scambio che non siano espressamente previsti dai Trattati Europei, sono di competenza esclusiva degli Stati. Ad esempio le CBDC (Central Bank Digital Currency) che la BCE voleva creare entro il 2025, non sono previste dai Trattati Europei. Per questo motivo è stato tutto rimandato al 2029, si sono accorti che devono modificare i Trattati Europei, ma per farlo serve l’unanimità.
Nel frattempo possiamo provare a ragionare su quali strumenti possono essere creati dallo Stato, escludendo solamente le banconote perché di competenza esclusiva della BCE:
- Monete metalliche, anche fino a 1000 euro, come previsto dall’articolo 1, commi 54 e 55 della Legge n.213 del 31 dicembre 2023;
- Biglietti di Stato, che sono la versione cartacea delle monete metalliche;
- Moneta elettronica nazionale, regionale e comunale, in base all’articolo 114 bis del Testo Unico Bancario;
- Moneta elettronica bancaria, creata da una banca pubblica come il Medio Credito Centrale;
- Moneta finanziaria, simile alle Stable Coin, ma titoli di stato scambiabili emessa direttamente dal Tesoro;
- Moneta fiscale, cioè crediti d’imposta cedibili, come quelli attualmente ancora utilizzati per i terremotati delle Regioni Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio;
La soluzione che preferiamo è un’evoluzione del credito d’imposta cedibile. Lo abbiamo chiamato SIRE, acronimo di Sistema Integrato di Risparmio Fiscale, lo trovate spiegato in modo semplice e simpatico, nel mio ultimo libro “Risate Sovrane” che trovate qui: https://unmondopositivo.it/libri/
Chi vuole partecipare al nostro progetto, può aderire alla nostra campagna compilando questo form: https://t.co/WYof2OmCWy
Fabio Conditi
Presidente dell’associazione Moneta Positiva http://monetapositiva.it/
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Domande e risposte
Com’è finito lo scontro tra il Governo italiano e la BCE sulle riserve auree?
Per ora il Governo sembra riuscito a chiarire che la proprietà delle riserve auree gestite dalla Banca d’Italia sono del popolo italiano.
Può lo Stato ricevere finanziamenti dalla Banca d’Italia?
Secondo i Trattati Europei è vietato qualsiasi prestito di Banca d’Italia allo Stato, anche se in realtà con il Quantitative Easing questo divieto è stato “aggirato”, permettendo alla nostra banca centrale, di acquistare e detenere oggi molti titoli di stato italiani. Comunque il divieto di prestiti non può essere interpretato anche come divieto di dare soldi, tanto che già oggi, ogni anno, la Banca d’Italia trasferisce allo Stato la maggior parte dei suoi utili.
Di chi è la sovranità monetaria?
Lo Stato è il titolare della sovranità monetaria e riceve il signoraggio su tutta la moneta a corso legale: monete metalliche e banconote, le uniche citate dai Trattati. Quindi può creare diversi strumenti di scambio a valenza monetaria, finanziaria e fiscale: monete metalliche, biglietti di stato, moneta elettronica (emessa dal Tesoro o da una banca pubblica), moneta finanziaria (titoli di stato trasferibili), e moneta fiscale (crediti d’imposta cedibili).







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