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Energia

L’OPEC+ cambia strategia: via libera a un nuovo aumento della produzione. Cosa significa per il prezzo del petrolio?

Svolta inattesa dell’OPEC+: l’alleanza guidata da Arabia Saudita e Russia si prepara ad aumentare nuovamente l’offerta di greggio. Una decisione che privilegia le quote di mercato sul prezzo, con possibili ripercussioni sulle quotazioni e pressioni sui paesi membri con minore capacità produttiva.

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Secondo notizie diffuse dai delegati e raccolte da Bloomberg, l‘OPEC+ ha concordato in linea di principio di aumentare nuovamente la produzione di petrolio il mese prossimo, con il gruppo che ha cambiato politica e cerca di difendere le quote di mercato piuttosto che il prezzo.

I membri chiave dell’alleanza hanno dichiarato che prevedono di approvare l’aggiunta di circa 137.000 barili durante una videochiamata domenica, poiché il gruppo guidato dall’Arabia Saudita e dalla Russia inizia a sbloccare il prossimo livello di forniture sospese, avendo appena completato la sorprendente accelerazione di una tranche precedente. L’aumento di ottobre darà il via al ritorno di 1,66 milioni di barili al giorno di tagli che avrebbero dovuto rimanere in vigore fino alla fine del 2026. Alcuni delegati hanno aggiunto che le discussioni sono ancora in Svolta inattesa dell’OPEC+: l’alleanza guidata da Arabia Saudita e Russia si prepara ad aumentare nuovamente l’offerta di greggio. Una decisione che privilegia le quote di mercato sul prezzo, con possibili ripercussioni sulle quotazioni e pressioni sui paesi membri con minore capacità produttiva.corso.

L’ultimo aumento consoliderebbe una svolta drammatica da parte dell’Organizzazione dei PaesiEsportatori di Petrolio e dei suoi partner. Il gruppo ha stupito i mercati petroliferi negli ultimi mesi ripristinando 2,2 milioni di barili di produzione sospesa con un anno di anticipo rispetto al previsto, nel tentativo di riconquistare quote di mercato, nonostante le diffuse aspettative di un imminente surplus.

I prezzi del greggio hanno registrato un calo del 12% quest’anno, sotto la pressione dell’aumento dell’offerta da parte dei paesi OPEC+ e di altri paesi, e a causa dell’impatto della guerra commerciale del presidente degli Stati Uniti Donald Trump sulla domanda. Tuttavia, il mercato si è dimostrato nel complesso sorprendentemente resistente al cambiamento di strategia dell’alleanza, dando all’Arabia Saudita e ai suoi alleati una maggiore fiducia per riportare sul mercato un numero ancora maggiore di barili.

Un’ulteriore accelerazione dell’aumento della produzione dovrebbe soddisfare Trump, che ha ripetutamente chiesto un abbassamento dei prezzi del petrolio per contribuire a frenare l’inflazione e come mezzo per esercitare pressioni sulla Russia affinché ponga fine alla sua guerra contro l’Ucraina. Il principe ereditario dell’Arabia Saudita Mohammed bin Salman si recherà a Washington a novembre per incontrare il presidente degli Stati Uniti.

Comunque l’aumento effettivo sarebbe inferiore a quello deciso in ambito di riunione, perché non tutti i paesi sono in grado di sfruttare a pieno le quantità di produzione concesse.

L’OPEC+ non ha molto petrolio da risparmiare

L’Arabia Saudita detiene la maggior parte della produzione inutilizzata

 

Quote di produzione inutilizzate (Fonte AIE Bloomberg)

La mossa aumenterà la pressione sui paesi membri che dipendono dai prezzi più elevati, in particolare quelli che non possono pompare di più.

Se ratificata, la decisione del gruppo di iniziare a ridurre il prossimo livello di tagli riflette anche una tensione che domina i mercati petroliferi da mesi: gli analisti lanciano avvertimenti sempre più pressanti su un imminente surplus di offerta, eppure i mercati sono rimasti relativamente tesi durante l’estate dell’emisfero settentrionale.

 

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