Politica
Lo stupore del Quirinale mal riposto

Lo stupore che manifesta il Quirinale dovrebbe essere forse non tanto o certamente non solo per le parole del capogruppo di fdi alla Camera Galeazzo Bignami, ma per il fatto che il segretario Garofani possa avere fatto simili affermazioni, e la cosa forse ancora piu grave che abbia ammesso di averle fatte in una “chiacchierata tra amici”, peggiorando, se possibile, ancora di piu la sua posizione.
Quelle parole riportate dal quotidiano di Belpietro, spiega oggi Garofani al “Corriere”, sono state pronunciate, ma “erano solo chiacchiere tra amici”. Perché non fare una smentita ufficiale, allora, come chiesto ieri dal capogruppo di FdI alla Camera Bignami? O perché non chiarire subito che erano opinioni in libertà, invece di tacere? Evidentemente non si trattava solo di chiacchiere da bar, ma si aveva interesse a che la cosa potesse deflagrare per mettere in contrasto il presidente Mattarella, che nulla a che a vedere con questa triste storia e il governo.
Evidentemente nella sinistra sta cominciando a diventare sempre piu reale l’ipotesi che anche nel 2027 il centrodestra possa vincere le elezioni e quindi prova, come sempre fatto in questi dieci anni, di usare tutti i mezzi per sovvertire o cercare di farlo l’esito del voto. E non deve stupire che ancora una volta, come gia accaduto in passato si utilizzi l’istituzione del Quirinale, per piegarlo a meschini interessi di bottega.
Francesco Saverio Garofani è nato nel 1962 a Roma ed è uno storico collaboratore di Sergio Mattarella, oggi consigliere del Capo dello Stato per gli Affari del Consiglio Supremo di Difesa.
In gioventù, Garofani fu impegnato nei gruppi giovanili della Democrazia Cristiana, poi la laurea in Lettere e Filosofia e la carriera da giornalista professionista. Questa l’evoluzione del suo orientamento politico, sempre improntato al cattolicesimo democratico: prima la corrente di sinistra della Dc, poi il Ppi, poi la Margherita e infine il PD.
L’elezione alla Camera arrivò nel 2006 con l’Ulivo, seguita da due rielezioni. Dal 2015 al 2018 fu presidente della commissione Difesa della Camera. Nel PD è stato membro della Direzione nazionale.
Francesco Saverio Garofani ha scritto due libri su Aldo Moro ed è consigliere di Mattarella al Quirinale dal 2018. Insomma non è che si possa avere dubbi sulla provenienza politica del consigliere per gli Affari del Consiglio Supremo di Difesa, scelta che già invisa a Fratelli d’Italia, che causalmente anche in quel caso espresse ” stupore” per la nomina ( visto come sono andate le cose in questo caso lo stupore di allora era forse legittimo).
Così venne scritto: “Rispettiamo ma non condividiamo la nomina a Segretario del Consiglio Supremo della Difesa del dott. Francesco Saverio Garofani. Il nostro stupore deriva dalla decisione di nominare una figura così politicizzata e di parte come un ex parlamentare del PD, per un ruolo che per la prima volta non viene affidato a un militare”.
Ecco allora che questa vicenda assume contorni ambigui e che andrebbero chiariti al piu presto, come ha chiesto appunto Bignami. Il fatto che il presidente Mattarella si sia dimostrato assolutamente imparziale ed abbia ottimi rapporti con la premier, al contrario, occorre anche questo ribadire, di chi lo ha preceduto, evidentemente da fastidio a certi ambienti della sinistra. La sensazione è quella che si cerchi comunque di coinvolgere, anche in maniera indiretta, il Quirinale nella dialettica politica tra maggioranza ed opposizione.
Insomma il sospetto che la sinistra stia cercando comunque in qualche modo di sovvertire lo stato delle cose per impedire che sia il centro destra, per una volta, a dare le carte per l’elezione del prossimo inquilino del Colle, è forte ed è per questo che servirebbe un veloce chiarimento da parte di Garofani.
“Sono molto amareggiato, per me e per i miei familiari. Mi spaventa la violenza dell’attacco e quel che fa male è l’impressione di essere stato utilizzato per colpire il presidente”. Con tutto il rispetto ad essere amareggiati forse dovrebbero essere gli italiani, per una storia che sembra ripercorrere un triste passato fatto di giochi di palazzo ed accordi sottobanco. Sarebbe ora che una volta per tutte anche l’opposizione di sinistra accettasse il sacrosanto principio dell’altenrnanza al governo. E soprattutto sarebbe anche l’ora che nessuno tirasse per giacchetta l’istituzione della presidenza della repubblica, soprattutto adesso che è ricoperta da un galantuomo come Sergio Mattarella.









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