Euro crisis
Secondo MF l’Italia rimandata a marzo dall’EU sulla legge di stabilità, alla Francia vengono invece permessi sforamenti per fare la guerra: della serie, anche gli attentati servono….
Bisogna fare di necessità virtù, anche subire un attentato può essere messo a frutto: l’UE tedesca sembra permettere alla Francia sforamenti ai parametri di austerità. Al contrario l’Italia, che per fortuna non ha subito attentati, viene rimandata a marzo per l’approvazione della propria legge di Stabilità – memento che l’Italia è stato l’unico paese EU che in questi giorni non ha avallato pubblicamente la scelta guerrafondaia post attentato, proposta targata Parigi/Berlino, Renzi ha detto chiaramente che le azioni militari vanno fatte solo congiuntamente a Russia e Washington, ndr –. Proprio come successe l’anno scorso quando Bruxelles per approvare la legge finanziaria italiana impose a Roma di far scendere la propria partecipazione in ENEL sotto il 30% limite per l’OPA obbligatoria: le malelingue sussurrano che fosse per permettere ad un grosso gruppo elettrico tedesco oggi in “crisi esistenziale” [gruppo quasi imploso, tinto di rosso] di entrare nell’azionariato del gruppo elettrico italiano come primo azionista, speranza poi letteralmente uccisa dalla mossa azzeccata del tandem governo-azienda atta da una parte a fare entrare ENEL nella telecomunicazioni ossia nella banda larga (mettendola quindi al riparo di attacchi in base a quanto previsto dalla legge sulla Golden Share approvata da Monti, legge che lasciava inopinatamente scoperta inizialmente solo ENEL tra le Partecipazioni Statali), dall’altra a proteggerla con un’alleanza strategica con il colosso USA General Electric nel rinnovabile americano. A seguito di tale notizia – 11 Maggio 2015, base newswire, please check – le utilities tedesche sono letteralmente implose, vedasi grafici.
Oggi l’Italia sembra di nuovo sotto tiro, forse a maggior ragione per essersi spostata troppo verso l’Atlantico (Berlino è invece quasi agli Urali). Eh si, la frattura euro-atlantica si sta scomponendo: all’interno dell’EU esistono ormai due anime, quella filo-USA che annovera UK, Italia, Olanda e Polonia più l’aggiunta della Finlandia che ormai ha capito che la Germania non la soccorrerà mai in caso di pericoloso russo. E l’altra targata Germania, Francia, paesi dell’est Europa, ossia un’aggregazione di paesi abbastanza confidenti in un’unità d’intenti con l’orso russo. Se portata alle estreme conseguenze questo stand off può insanguinare l’Europa, un po’ come è successo lo scorso fine a settimana (…).
In ogni caso Parigi ha colto la palla al balzo: l’economia più in crisi dell’eurozona – e con più da perdere da una eventuale austerità – ha trovato la sua ciambella di salvataggio nell’attentato di questo fine settimana. Senza l’attentato i francesi sarebbero tutti dovuti scendere in piazza per protestare contro l’inevitabile taglio indiscriminato dei trasferimenti/spese statali. [Ad oggi è un dato di fatto che un intervento militare francese di qualche centianio di milioni di euro evita manovre euroimposte di rientro dal deficit da decine di miliardi…., vedremo se sarà guerra vera o niente di più di strikes aerei]
Il problema è che il conto di una mancata correzione dei conti francesi rischia di esser pagato dai paesi periferici e dall’Italia in particolare. Al di fuori dello schieramento geopolitico inusuale di Roma [dichiaratamente filo USA], che resta contraria ad una alleanza unilaterale di lungo termine con la Russia (preferendo un accordo sistemico che comprenda anche Washington), esiste il problema geoeconomico mediterraneo ossia che l’Italia non può sostenere il peso del rientro del debito come previsto dal Fiscal Compact. Punto e finito, questa è la verità in pillole.
Parimenti Parigi sarebbe certamente il paese ad avere maggiori ripercussioni da una introduzione oltralpe dell’austerity, ricordiamo che la Francia presenta deficit costantemente in ascesa da almeno 5 anni (ed ormai il debito è prossimo al 100% del PIL!).
Insomma, la faccio breve: chi scrive ritiene da anni che l’Italia quale paese ricco ed indifeso tra i principali attori EU sia la vacca da mungere, la gallina da spennare di aziende e ricchezza delle famiglie, mentre la Francia è sotto molti versi “protetta” dall’EU tedesca. Quello che i “nostri partner europei” vogliono sono i valori tangibili e le grandi aziende italiane, un obiettivo perfetto anche con lo scopo di affossare la competitività italica anche nel lungo termine: non abbiamo forse visto cosa è capitato con il latte italiano della francese Lactalis, azienda che paga ai nostri allevatori una miseria per il latte nazionale? Lactalis fu l’azienda che comprò Parmalat in Italia, ossia oggi agisce in veste di quasi monopolista nell’acquisto del latte in Italia con la sola concorrenza di piccoli attori locali, le municipalizzate del latte. Parmalat non andava venduta, soprattutto ai Francesi (pensate che la Germania a difesa dei propri produttori nell’alimentare è arrivata a far richiedere ad Atene Troika di allungare la scadenza del latte vaccino greco con il fine di permettere agli allevatori della Baviera di esportarlo così lontano dalle proprie frontiere). Questa digressione vuole solo ricordare a tutti che ormai siamo in un mondo di interessi asimmetrici, mai come in periodi di crisi vale il detto ”mors tua vita mea”. Magari la prossima primavera per approvare la nostra finanziaria da Bruxelles chiederanno all’Italia di privatizzare qualcos’altro, magari di vendere ENI, sempre a vantaggio dei compratori franco tedeschi ben inteso….
Si ricordi sempre che l’Italia nel 2009 andava meglio di quasi tutti i paesi EU, certamente meglio della Francia. Fornisco qualche grafico a supporto dell’affossamento pilotato del Belpaese, affossamento che mai sarebbe potuto succedere con un governo USA veramente amico dell’Italia (…).
Oggi la Francia, il braccio militare dell’equazione franco tedesca in Europa – equazione che oggi al contrario dell’Italia guarda principalmente ad est – non si può permettere alcuna austerità essendo proprio Parigi la malata d’Europa. E questo grazie ad un welfare dirompente e fuori luogo, un welfare figlio dello Stato coloniale che fu e non di uno attuale in crisi, un paese che non è riuscito a sostituire le colonie esterne all’EU con i bottini ricavati dalla razzia dei paesi teoricamente partner (ad esempio acquisendone attivi, come le aziende comprate in Italia ad esempio, puntualmente svuotate di utili e di manodopera di livello delocalizzate all’estero, possibilmente in paesi di lingua francese, il settore del lusso insegna).
Dunque Parigi fa oggi di necessità virtù, che l’attentato parigino almeno serva a qualcosa! L’importante è che le concessioni vengano fatte …. Ed è pure essenziale che i paesi vicinali vadano ancora più in crisi di Parigi, della serie tutti colpevoli nessun colpevole.
Anche gli attentati possono essere messi a frutto, basta avere ingegno e spregiudicatezza. E basta che ci sia qualcuno che paghi il conto in Europa al posto tuo.
Mitt Dolcino
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Notizia dell’ultima ora, Parigi si allea con Mosca nella guerra all’ISIS in Siria, di fatto a supporto di Assad, forse anche in competizione con chi ha indirettamente avallato l’attentato sul proprio suolo…. Mentre Berlino pubblicamente tace, Washington pensa alle prossime mosse. Ne vedremo delle belle.
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