Attualità
L’Italia come Asterix
C’è un passaggio della relazione di Gualtieri in Commissione meritevole di approfondimento. Ed è un passaggio realmente traumatico, in un senso o nell’altro, per le implicazioni ad esso sottese. Ci riferiamo al momento in cui il Ministro paragona l’atteggiamento dell’opinione pubblica italiana – diciamo pure di una larga fetta dell’arco parlamentare – riottoso nei confronti della riforma del Meccanismo europeo di stabilità: “Tutti gli altri paesi dell’area euro, qualsiasi siano le loro posizioni – dal Portogallo di Costa all’Olanda – considerano questa questione una questione abbastanza chiusa”. Alcune riflessioni si impongono.
E se Gualtieri avesse ragione? In effetti, non risulta vi siano, tra gli altri Stati dell’Unione, altrettante e altrettali furibonde polemiche intorno al MES. Noi siamo i primi in classifica. Forse, se Gualtieri ha ragione, noi siamo addirittura gli unici a preoccuparci. A questo punto, la famosa domanda sorge spontanea: siamo noi a essere fessi, o sono gli altri a essere gonzi? Diciamola in modo meno offensivo (per noi e anche per gli altri): è l’Italia a non rendersi conto dell’efficacia, dell’efficienza, della piena legittimità e della “normalità” di un meccanismo dal nomignolo così evocativo e struggente (“Salva Stati”) oppure è il resto d’Europa a non capire gli effetti nefasti evidenti, se non conclamati, del MES rispetto a un livello minimamente decente di democrazia? Perché qui si tratta proprio di essere miopi e sprovveduti, se non addirittura dei cialtroni, in un caso o nell’altro.
Se il MES è un’istituzione sacrosanta e benefica, allora le orecchie da asino le meritiamo noi, o almeno quelli di noi che si ostinano a intravedere nel MES – aldilà del velo di propaganda e retorica dell’establishment – un rischio mortale per la sovranità e l’indipendenza dei singoli Stati. Se invece il MES è una tensostruttura giuridico-amministrativa pensata per tenere sulla corda (del potenziale impiccato) i paesi refrattari a sottoporsi alle famose “regole” di Bruxelles, allora quelle orecchie le meritano tutti gli altri. Personalmente – e con tutto il rispetto per i nostri fratelli e cugini e lontani parenti d’oltralpe (e anche per gli asini) – propendiamo decisamente per la seconda ipotesi.
L’enorme lavorio di condizionamento mediatico posto in essere nell’ultimo trentennio per resettare la coscienza civica, lo spirito critico e il senso di identità nazionale dei popoli europei, è sostanzialmente riuscito. O, comunque, sta sostanzialmente riuscendo. La gente – ad ogni latitudine del vecchio continente – ha (quasi del tutto) interiorizzato una nuova idea di democrazia: la democrazia “distillata” dall’alto, a piccole gocce, da tecnocrati i quali rispondono agli interessi dei Mercati. In una logica siffatta, il MES è senz’altro la medicina giusta. È un prestatore di ultima istanza sui generis. Non solo non presta – ai paesi che ne hanno bisogno – “illimitatamente”, ma presta “condizionatamente” alla solerte e supina applicazione di ricette micidiali sul piano del welfare. Si deve fare così, perché così funziona il mondo, e c’è poco da discutere. Ma se (quasi) tutti si sono piegati a questa filosofia brutale, c’è un (piccolo) Paese che ancora resiste all’Impero Ue; proprio come il villaggio di Asterix, nei fumetti di Goscinny e Uderzo, resisteva al nascente impero romano. E quel Paese siamo noi. Che non ci siamo ancor instupiditi del tutto; ma ci stiamo attrezzando per completare l’opera.
Avv. Francesco Carraro
www.avvocatocarraro.it
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