Economia
L’Italia avrebbe invitato BYD e Chery a costruire fabbriche d’auto in Italia
Un’intervista all’amasciatore italiano in Cina, Abrosetti, trapela che il governo italiano avrebbe invitato le case automobilistiche cinesi BYD e Chery a costruire impianti nel nostro appese. Se ciò avvenisse sarebbe una piccola rivoluzione per il settore auto
Il governo Meloni, con una decisione presa dopo una lunga meditazione, ha deciso a fine 2023 di non rinnovare l’accordo con la Cina relativo alla partecipazione alla “Via della Seta, o iniziativa “Belt and Road”. L’Italia era l’unico grande paese occidentale ad aver aderito all’iniziativa, che doveva facilitare lo scorrere di investimenti cinesi, e il suo ritiro, comunque, ha avuto delle ripercussioni diplomatiche.
Eppure le relazioni diplomatiche sono andate avanti. A Verona, il prossimo 11 e 12 aprile, si terrà un importante vertice bilaterale Italia Cina. Qual è lo stato delle relazioni economiche e industriali fra Italia e Cina? Ci possono essere delle evoluzioni positive in questo settore ?
Il giornale SCMP, un testata semi indipendente, perché con sede a Hong Kong, ma che comunque riprende le posizioni del governo cinese in modo piuttosto corretto ha dedicato ampio spazio ai rapporti con l’Italia. Dopo aver riportato in modo ampio la visita dell’ambasciatore italiano Massimo Ambrosetti a Hong Kong, in occasione di uno spettacolo della Compagnia di Balletto del Teatro alla Scala di Milano, il media cinese ci informa di qualcosa che, in Italia, non è stata pubblicizzata:
Ambrosetti ha detto che la partnership bilaterale copre le relazioni nei settori della produzione di veicoli, dell’agricoltura, dei prodotti farmaceutici, della cultura, dei legami interpersonali, dell’istruzione, dello sport e altro ancora.
È stato riferito che il Governo italiano ha invitato le case automobilistiche cinesi BYD e Chery a costruire impianti in Italia.
Fermi tutti, quindi il governo italiano avrebbe invitato le case automobilistiche cinesi Chery e BYD a costruire impianti in Italia. Questa, se fosse confermata da fonti nazionali, sarebbe una notizia molto rilevante non solo per l’Italia, ma per tutta la UE, e per una serie di motivi:
- dal punto di vista nazionale segnerebbe una vitalità inaspettata del governo Meloni nelle relazioni con Pechino;
- segnerebbe finalmente un distacco dalla sudditanza dal gruppo Stellantis per il settore auto nazionale;
- sarebbe un colpo durissimo alcase automobilistiche francesi e tedesche perché si troverebbero il concorrente ben ancorato in Europa, all’interno dei confini della UE, e a questo punto tutto il piano della Commissione per sanzionare le auto importate dalla Cina per la concorrenza sleale verrebbe a cadere, dat che le BYD o le Chery sarebbero prodotte nella UE.
Ovviamente non sappiamo nient’altro su questo fronte, ma la notizia della possibile costruzione delle auto elettriche Leapmotor a Torino sarebbe una mossa fatta ad hoc per anticipare la possibile entrata di concorrenti cinesi. Con la differenza che, al contrario di Stellantis, qui non si produrrebbe solo un modello di bassa fascia, ma vi sarebbe la possibilità di produrre una intera gamma di auto, anche quelle che fanno più paura al compresso industriale franco tedesco. Se poi la Cina utilizzasse un po’ di componentistica italiana sarebbe l’Ideale.
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