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L’Iran brucia per le proteste contro la polizia religiosa. Rivolte economiche e sociali si uniscono in un mix esplosivo

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Le rivolte ormai squassano molte città dell’Iran preoccupando il governo. Mahsa Amini, 22 anni, è morta la scorsa settimana dopo essere stata arrestata dalla polizia morale perché non indossava l’hijab, il velo islamico obbligatorio nel teocratico Iran, e dal quel giorno sono iniziate numerose manifestazioni anche violente, con scontri con la plizia e perfino assalti alle stazioni dei gruppi paramilitari che si occupano del “Mantenimento della moralità”.

I funzionari iraniani hanno dichiarato che sette persone sono morte da quando sono scoppiate le proteste sabato, dopo il funerale di Amini, dove le donne hanno iniziato a togliersi il velo in segno di protesta, a volte bruciandolo in segno di sfida pubblica. I manifestanti hanno denunciato i casi di tattiche di “fuoco vivo” e l’uso di armi letali da parte della polizia per disperdere le proteste, che si sono diffuse in diverse province.

La gente applaude quando le ragazze buttano nei roghi i loro hijab e si grida “Basta con la dittatura” e “Ayatolah andate a quel paese”  in molte città dell’Iran, compresa la capitale.

Le manifestazioni coinvolgono gli studenti universitari (fonte Anonyme Citoyen)

Manifestazioni si sono svolte non solo nelle città del nord e dell’ovest, ma anche nella stessa capitale Teheran

La gente è sempre meno intimorita della polizia e ormai lancia apertamente sassi contro i blindati intervenuti per reprimere le manifestazioni

A segnalare la natura anche sociale della rivolta c’è il fatto che ad essere assalite sono anche le banche come in questo caso in cui la folla ha dato fuoco alla banca pubblica Saderat a Shirvan

La base della manifestazione è il rifiuto degli obblighi religiosi del hijab, ma questo poi si sta evolvendo in una rivolta di massa che ha anche basi sociali ed economiche. Ecco perché il governo di Teheran ha così fretta di vendere il proprio petrolio all’estero: dalle risorse che ne ricaverebbe dipende la sua sopravvivenza interna. Intanto però blocca i social media nella speranza di contenere la fiammata di manifestazioni

 

 

 

 

 

 


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