Attualità
L’inflazione abbatte l’Euro Area, ma non è il vero problema
Anche l’Euro Area, dopo la Germania, viene sconquassata da venti d’inflazione molto forti, tali da arrivare alla doppia cifra. Eppure questo non è il problema principale della nostra economia. Il tasso d’inflazione annuale nell’Area Euro è balzato al 10% nel settembre del 2022 dal 9,1% di agosto, raggiungendo la doppia cifra per la prima volta nella storia, secondo le stime preliminari. I dati si confrontano con le previsioni di mercato del 9,7%. Si tratta del quinto mese consecutivo di aumento dell’inflazione, con i prezzi che non mostrano segni di picco, in un momento in cui la pressione si è già estesa dall’energia ad altre voci. Gli aumenti più rapidi sono stati registrati per i prodotti alimentari, l’alcol e il tabacco (1,8% contro il 10,6% di agosto), l’energia (40,8% contro 38,6%), i beni industriali non energetici (5,6% contro 5,1%) e i servizi (4,3% contro 3,8%). Tra le maggiori economie del blocco, la Germania ha registrato il tasso di inflazione più alto (10,9% vs 8,8%), seguita dall’Italia (9,5% vs 9,1%), mentre l’inflazione in Spagna (9,3% vs 10,5%) e in Francia (6,2% vs 6,6%) è rallentata.
Ecco un grafico che mostra l’eccezionalità della situazione:
In realtà il problema dell’inflazione per l’Euro Zona non è il problema principale. Il problema è NEL TIPO di inflazione, importata con causa energetica, che da un lato taglia il reddito disponibile per le famiglie, dall’altro spiazza sui mercati internazionali le nostre aziende, rendendole assolutamente non competitive. Tutte cose da cui l’Euro avrebbe dovuto proteggerci, ma che in realtà non riesce, assolutamente, ad alleviare.
Un segnale premonitore di questo fatto è il crollo del surplus commerciale e la sua trasformazione in un buco nero di deficit commerciale, dovuta sicuramente anche al maggior costo delle importazioni energetiche, ma che già indica l’incapacità dell’industria europea di riequilibrarle con l’export industriale
Data l’incapacità, o la non volontà, di superare i problemi di carattere energetico sfruttando fonti interne la soluzione proverrà da un lato da un progressivo drenaggio del potere d’acquisto dei cittadini, con una prolungata depressione economica, dall’altro da una chiusura del sistema economico europeo in se stesso. Un’ideologia nata per la globalizzazione si convertirà al protezionismo, probabilmente con l’alibi dei conflitti internazionali, ma , in questo modo, si trasformerà in una sorta di buco nero della ricchezza mondiale.
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