Energia
L’India inizia il caricamento del nuovo reattore a neutroni veloci, che creerà il ciclo chiuso del combustibile nucleare
L’India inizia il caricamento del PFBR, il rettore a neutorni veloci che produrrà energia e , soprattutto, arricchirà l’uranio scartato dalle centrali tradizionali trasformandolo ancora in uranio fissile e plutonio. Il futuro è nei reattori a torio/plutonio, che attiveranno un ciclo chiuso del combustibile nucleare
L’India passa al secondo stadio della propria era atomica: il prototipo di reattore a netroni veloci indiano, in grado di riciclare l’uranio provveniente dai reattori ordinari moderati ad acqua, è in corso di caricamento e sarà in grado di produrre plutonio indiano chiuderà il ciclo dell’uranio, riducendo quasi a zero a la necessità di acquistare esternamente nuovo uranio.
Il Prototype Fast Breeder Reactor (PFBR) è stato sviluppato da BHAVINI (Bharatiya Nabhikiya Vidyut Nigam Limited), un’impresa governativa del Dipartimento dell’Energia Atomica (DAE), creata nel 2003 per concentrarsi sui reattori veloci. La costruzione del PFBR è iniziata nel 2004, con una data di completamento prevista inizialmente per il 2010.
L’India ha adottato un programma di energia nucleare in tre fasi, con l’obiettivo a lungo termine di implementare un ciclo di combustibile nucleare chiuso basato sul torio un combustibile nucleare sicuro e disponibile in abbodanza. La prima fase prevede l’utilizzo di reattori ad acqua pesante pressurizzata (PHWR), alimentati da uranio naturale, e di reattori ad acqua leggera. La seconda fase prevede il ritrattamento del combustibile usato nella prima fase per recuperare il plutonio per alimentare gli FBR. Nella fase 3, i reattori avanzati ad acqua pesante (AHWR) bruceranno combustibili di torio-plutonio e produrranno uranio-233 fissile. Un progetto ambizioso che, finora, non è riuscito a nessuno
Il PFBR utilizzerà inizialmente un nucleo di combustibile a ossido misto uranio-plutonio (MOX), circondato da una ‘coperta’ di uranio-238, con l’intenzione di utilizzare una coperta di uranio e torio per ‘arricchire’ plutonio e U-233 da utilizzare come combustibili pilota per gli AHWR.
“In linea con il vero spirito di Aatmanirbhar Bharat, “India autosufficiente” il PFBR è stato completamente progettato e costruito internamente da BHAVINI con il contributo significativo di oltre 200 industrie indiane, comprese le PMI”, ha dichiarato il DAE (dipartimento dell’eenrgia atomica). “Una volta messo in funzione, l’India sarà il secondo Paese dopo la Russia ad avere un reattore Fast Breeder in funzione commerciale”.
Il DAE descrive il PFBR come un “reattore avanzato di terza generazione con caratteristiche intrinseche di sicurezza passiva” che, poiché ricicla il materiale recuperato dal combustibile usato nella prima fase del programma, “offre grandi vantaggi in termini di riduzione significativa delle scorie nucleari generate, evitando così la necessità di grandi impianti di smaltimento geologico”.
“Al completamento del caricamento del nucleo, si raggiungerà il primo approccio alla criticità, che porterà successivamente alla generazione di energia”, ha aggiunto.
A gennaio, Modi ha dedicato formalmente alla nazione l’impianto dimostrativo di ritrattamento del combustibile per reattori veloci presso l’Indira Gandhi Centre for Atomic Research (ICGAR) a Kalpakkam, un precursore degli impianti su larga scala per il ritrattamento del combustibile per reattori veloci, e a febbraio ha visitato l’impianto di Kakrapar nel Gujarat per la dedica dei primi due PHWR da 700 MWe progettati e costruiti in India. La seconda di queste unità, Kakrapar 4, è stata collegata alla rete elettrica pochi giorni dopo.
Quindi l’India sta concludendo quello che la Francia sta ancora, malamentoe, discutendo: un ciclo chiuso per il combustibile atomico, con perfino un passo in più perché già sta valutando il passaggio al torio/plutonio. Però l’India, nel beene o nel male, ha una visione del proprio futuro, quelloo che manca all’Europa.
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