Economia
L’India fa flop su Litio e conferma una dipendenza al 100% dall’Import
L’India sperava di trovare aziende disposte a sfruttare i propri giacimenti di Litio nel Kashmir, ma la qualità del prodotto e le richieste economiche del governo hanno reso lo sfruttamento non conveniente. Per cui l’India importa il 100% del proprio litio
L’anno scorso l’India ha annunciato una massiccia scoperta di litio nella regione settentrionale del Kashmir e ha iniziato a gettare le basi per un boom minerario di questo minerale molto richiesto e definito in alcuni ambienti come “oro bianco”. Tuttavia, ora sembra che i sogni di boom stiano scomparendo nell’aria dell’Himalaya.
Nel febbraio 2023, il governo indiano ha reso nota la scoperta di una riserva di 5,9 milioni di tonnellate di litio, rendendo la nazione dell’Asia meridionale la quinta riserva di litio più grande del pianeta. Il momento della scoperta è stato fortuito, poiché si prevede che la domanda di litio crescerà in modo prodigioso nei prossimi anni, grazie al suo ruolo essenziale in una serie di componenti per la produzione di energia pulita, tra cui le batterie agli ioni di litio utilizzate per l’accumulo di energia rinnovabile e i veicoli elettrici.
La domanda globale di litio è aumentata del 30% nel 2023. Inoltre, secondo le stime dell’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (IRENA), la domanda del metallo per il solo settore delle batterie aumenterà di dieci volte tra il 2020 e il 2030. Inoltre, un rapporto del 2023 di Popular Mechanics ha calcolato che “un’economia elettrificata nel 2030 avrà probabilmente bisogno di 250.000-450.000 tonnellate di litio”. Per mettere in prospettiva questa cifra da capogiro: “Nel 2021, il mondo ha prodotto solo 105, non 105.000 tonnellate”.
Ma ora, a quasi due anni dall’annuncio della scoperta del litio in Kashmir, non se ne fa nulla. Dopo le notizie diffuse dai media indiani, secondo cui grandi aziende come Mitsubishi, Tesla e Ola Electric erano interessate alla riserva, tali investimenti non si sono concretizzati. Anzi, il governo indiano ha tentato di mettere all’asta la riserva di Salal per due volte a marzo, ma ha fallito due volte quando nessuno ha fatto offerte. Di conseguenza, il Resto del Mondo riporta che i piani di estrazione sono in pausa a tempo indeterminato.
Secondo gli esperti, il governo indiano è l’unico responsabile del fallimento. È ormai evidente che l’importanza della scoperta è stata ampiamente sopravvalutata: in realtà, il corpo minerario contiene solo circa 0,02 milioni di tonnellate di carbonato di litio, una concentrazione molto inferiore a quella di altre grandi riserve. Inoltre, la forma di deposito argilloso in cui si trova il litio lo rende poco adatto all’estrazione commerciale. Inoltre, la relazione geologica che accompagnava l’annuncio della riserva di Salal era vaga e non sufficientemente dettagliata per rispettare gli standard internazionali.
“È stato irresponsabile da parte del governo agire in questo modo. Non è altro che nascondere i fatti”, ha dichiarato P.V. Rao, geologo senior che rappresenta l’India presso il Committee for Mineral Reserves International Reporting Standards. “Si sta forse cercando di venderlo e di mettere in crisi gli investitori?” Di conseguenza, gli aspiranti acquirenti si tengono alla larga da quello che probabilmente sarà un buco nell’acqua.
Questi problemi non sono isolati alla riserva di Salal. Infatti, quest’estate il governo ha annunciato l’annullamento delle aste per 14 dei 18 blocchi messi all’asta a febbraio. “Dei 14 blocchi annullati, cinque sono stati cancellati perché non sono state ricevute offerte e nove hanno ricevuto meno del requisito obbligatorio di tre offerte”, riporta Fastmarkets. I problemi di questi lotti sono probabilmente strettamente legati a quelli che si stanno verificando nel Salal. Secondo Rao, i rapporti geologici commissionati dal governo indiano contengono spesso informazioni “fuorvianti e del tutto inadeguate”.
Si tratta di un problema importante per l’India, che ha un disperato bisogno di ridurre la sua dipendenza dalle importazioni di minerali critici, tra cui il litio. “È necessario che l’India investa in Paesi amici e ricchi di risorse e che riduca al minimo la sua dipendenza dalle importazioni, soprattutto da Paesi con un potenziale rischio commerciale in futuro”, si legge in un recente rapporto dell’Institute for Energy Economics & Financial Analysis, con sede in Ohio. Per ora, la dipendenza dell’India dalle importazioni di litio rimane al 100%, e non calerà se si cercherà di prendere in giro gli investitori diffondendo dei dati farlocchi.
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