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L’inarrestabile Qatar: maxi-accordo GNL con l’India e nuove quote nei giacimenti egiziani (anche con ENI)
Doppia mossa strategica del Qatar: l’emirato sigla un accordo GNL da 17 anni con l’India ed entra in due importanti blocchi esplorativi in Egitto, uno dei quali con Eni.

Il Qatar, tramite la sua compagnia energetica statale QatarEnergy, continua a tessere la sua tela strategica nel mercato globale del gas. Non si accontenta di essere un gigante delle esportazioni, ma consolida le sue posizioni con accordi a lungo termine e nuove acquisizioni nell’upstream, mosse che la confermano come uno degli attori più dinamici e influenti del settore.
Un asse da 17 anni con l’India
Il fulcro della notizia è il nuovo accordo di compravendita (SPA – Sales and Purchase Agreement) siglato con la Gujarat State Petroleum Corporation (GSPC) dell’India. Non è un accordo da poco: si parla di una fornitura garantita per 17 anni, a partire dal 2026.
I volumi pattuiti sono di un milione di tonnellate annue (mtpa) di gas naturale liquefatto (GNL), che verranno consegnati ai terminali indiani.
Questo non è il primo “rodeo” tra le due entità statali; un accordo precedente era già stato siglato nel 2019. Con questa mossa, Doha di fatto blinda la sua posizione di fornitore chiave per la crescente (e insaziabile) fame di energia di Nuova Delhi.
Saad Sherida Al-Kaabi, Ministro dell’Energia del Qatar e CEO di QatarEnergy, ha usato i consueti toni rassicuranti, sottolineando l’impegno a “sostenere il crescente fabbisogno energetico dell’India” e la transizione verso un “mix energetico più pulito”. Parole di circostanza che, tuttavia, cementano un asse energetico indo-qatariota di lunghissimo periodo, mentre altri, magari in Europa, navigano a vista.
L’espansione nel Mediterraneo Egiziano
Ma l’attivismo del Qatar non si limita ai contratti di fornitura. QatarEnergy sta espandendo aggressivamente la sua presenza nell’esplorazione e produzione (upstream), in particolare nel Mediterraneo egiziano, un’area tornata caldissima.
Nelle ultime settimane, la compagnia ha messo a segno due colpi importanti, entrando in consorzi di peso:
- Blocco North Cleopatra: Acquisizione del 27% delle quote nel blocco offshore situato nel bacino di Herodotus. L’operatore resta Shell (36%), affiancata da Chevron (27%) e dalla locale Tharwa Petroleum Company (10%).
- Blocco North Rafah: Ingresso con una quota di peso, il 40%, nel blocco offshore situato nel Mediterraneo, al largo della costa nord-orientale dell’Egitto. In questo caso, il partner e operatore è Eni, che manterrà il restante 60%.

Mappa delle concessioni petrolifere in Egitto area delta , cerchiati north Cleopatra e North Rafah da Egyptoil
Insomma, mentre si discute (spesso a vuoto) di sicurezza energetica, il Qatar agisce su due fronti: si assicura clienti a lungo termine per il proprio GNL e, contemporaneamente, investe in nuovi asset produttivi strategici nel cuore del Mediterraneo, al fianco dei principali major occidentali. Un gioco da manuale.
Domande e risposte
Perché questo accordo con l’India è così lungo (17 anni)?
Nel mercato GNL, i contratti a lungo termine (SPA) sono fondamentali. Al produttore (Qatar) garantiscono la stabilità dei ricavi e la certezza di un acquirente, elementi necessari per pianificare gli enormi investimenti negli impianti di liquefazione. Al consumatore (India) garantiscono la sicurezza della fornitura a un prezzo (spesso indicizzato) definito, mettendolo al riparo dall’estrema volatilità dei prezzi spot (a breve termine) e sostenendo la sua pianificazione energetica nazionale.
Cosa significa l’ingresso di QatarEnergy nei blocchi egiziani con Eni e Shell?
È una mossa di diversificazione strategica. Il Qatar non si limita a vendere il gas proveniente dai suoi giacimenti domestici (come il gigantesco North Field), ma investe attivamente nell’esplorazione upstream in altre regioni promettenti, come il Mediterraneo orientale. Entrando in partnership con operatori di comprovata esperienza come Eni e Shell, QatarEnergy condivide i rischi e i costi dell’esplorazione e si assicura quote di produzione futura in una regione vicina ai mercati europei.
Un milione di tonnellate annue (mtpa) di GNL è molto?
In termini assoluti, non è un volume colossale (i grandi terminal GNL in Europa importano molto di più). Tuttavia, non è trascurabile. Per dare un contesto, 1 mtpa di GNL equivale a circa 1,3-1,4 miliardi di metri cubi di gas naturale. L’importanza di questo accordo non risiede tanto nel volume annuo, quanto nella durata (17 anni) e nel segnale strategico di consolidamento dei rapporti tra Doha e Nuova Delhi, una delle economie a più rapida crescita del mondo.







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