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Libia: il petrolio torna a scorrere. Nuove scoperte e il ritorno delle “big”

Libia, la produzione di petrolio riparte: annunciate due nuove scoperte nei bacini di Ghadames e Sirte. Con il ritorno dei colossi internazionali come Eni, OMV e BP, il paese punta ad aumentare la produzione.

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La National Oil Corporation (NOC) libica ha dichiarato martedì che la sua controllata al 100% Arabian Gulf Oil Company (ACOGO) ha effettuato una nuova scoperta di petrolio nel bacino di Ghadames, nella Libia nord-occidentale, vicino al confine tra Libia e Algeria.

La scoperta è stata effettuata nel pozzo H1-NC4, con una produzione giornaliera stimata in circa 4.675 barili di petrolio greggio e circa 2 milioni di piedi cubi di gas, secondo quanto riportato dalla NOC in una dichiarazione diffusa da Reuters.

La scorsa settimana, la compagnia petrolifera statale libica ha annunciato una nuova scoperta di petrolio da parte della controllata libica della società energetica austriaca OMV nel blocco 106/4 nel bacino di Sirte, una delle province petrolifere più importanti al mondo in termini di riserve stimate.

I test di produzione hanno dimostrato che il pozzo di esplorazione produce più di 4.200 barili di petrolio al giorno, con una produzione di gas che dovrebbe superare i 2,6 milioni di piedi cubi al giorno, ha affermato la NOC.

Il pozzo segna la prima scoperta per OMV nel Blocco 106/4, nell’ambito dell’accordo di esplorazione e condivisione della produzione (EPSA) firmato nel 2008 tra la NOC, in qualità di proprietaria, e OMV, in qualità di operatore.

OMV è tornata in Libia alla fine del 2024, dopo oltre un decennio. Le società petrolifere e del gas straniere e gli investitori hanno sospeso le operazioni alla fine del 2011 dopo la caduta di Muammar Gheddafi e la guerra civile che ne è seguita.

Bacino Ghadames Libia

Le condizioni di sicurezza in Libia sono migliorate negli ultimi mesi, consentendo alle grandi società straniere di tornare a esplorare in Libia, uno dei principali produttori di petrolio dell’Africa.

Il gigante energetico italiano Eni ha ripreso le attività di esplorazione nell’area offshore a nord-ovest della Libia dopo una pausa di oltre cinque anni, ha dichiarato la NOC all’inizio di ottobre.

A luglio, la NOC ha firmato accordi con le supermajor BP e Shell per esplorare e valutare il potenziale petrolifero e di gas di diversi giacimenti nel Paese africano, segnando un altro passo avanti nel ritorno delle grandi compagnie petrolifere in Libia.  Anche Sonatrach sta esplorando il bacino di Ghadames dal mese di ottobre. Con tutte queste nuove esplorazioni la Libia punta a incrementare fortemente la propria produzione petrolifera.

Domande e risposte

Perché le compagnie petrolifere straniere tornano in Libia proprio ora? Il motivo principale è il relativo miglioramento delle condizioni di sicurezza nel paese. Dopo la caduta di Gheddafi nel 2011, l’instabilità politica e la guerra civile avevano reso quasi impossibili le operazioni, spingendo le aziende a sospendere le attività. Ora che la situazione è percepita come più stabile, le major (OMV, Eni, BP, Shell) stanno tornando per riprendere le esplorazioni e gli investimenti, attratte dalle vaste riserve libiche.

Quanto sono importanti queste nuove scoperte? Sebbene non si tratti di giacimenti “supergiant”, sono scoperte significative. Quella di AGOCO (4.675 bpd) e quella di OMV (4.200 bpd) rappresentano nuova produzione immediata e confermano il potenziale inesplorato dei bacini di Ghadames e Sirte. La loro importanza è strategica: segnalano che l’esplorazione funziona e giustificano il ritorno degli investimenti internazionali, fondamentali per l’obiettivo libico di aumentare la produzione complessiva del paese.

Chi altro, oltre alla OMV, sta investendo in Libia? Diversi colossi energetici stanno rientrando. L’italiana Eni ha ripreso le esplorazioni offshore dopo cinque anni di pausa. Le britanniche BP e Shell hanno firmato nuovi accordi a luglio per la valutazione di diversi giacimenti. Inoltre, anche la compagnia di stato algerina, Sonatrach, sta esplorando attivamente nel bacino di Ghadames. È un chiaro segnale di rinnovato interesse internazionale per il potenziale energetico libico.

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